In un mondo sempre più attento, almeno a parole, all’impatto ambientale dei prodotti, leggere notizie che vanno nella direzione della sostenibilità fa piacere. Sony si è lanciata mesi fa in azioni di questo tipo: nel 2020 l’azienda presentò il piano “Green Management 2025”, a seguito del lancio di “One Blue Ocean Project” per la protezione degli ambienti oceanici dalla plastica. L’impegno era quello di eliminare totalmente l’uso di plastica negli imballaggi di piccoli prodotti entro il 2025 e a ridurre del 10% la quantità di imballaggi in plastica negli altri prodotti.
La diretta conseguenza di questa politica è tangibile anche nel mondo PlayStation. Nei mercati europei e nord/sudamericani, ad esempio, la confezione delle periferiche di PlayStation 4, come il controller wireless DualShock 4, comprende il 70% di plastica PET riciclata. Con la next-gen ci si è spinti oltre: i materiali utilizzati per la console PlayStation 5 e l’imballaggio degli accessori sono progettati per essere completamente riciclabili e, a seconda del prodotto, il packaging di ogni console ha una percentuale plastic-free compresa tra il 93 e il 99% in peso.
Le confezioni sono insomma completamente riciclabili ed è stato eliminato il ricorso a polistirene espanso e vassoi di plastica, sostituiti da inserti in carta e vassoi in pasta di carta. Anche le fascette sono di carta e i sacchetti di protezione in plastica per cavi e manuali sono stati evitati. Quest’anno, inoltre, Sony Interactive Entertainment testerà in Europa l’inclusione del polipropilene riciclato dai rifiuti post-industriali nelle confezioni delle copie di gioco fisiche. Una serie di azioni concrete e verificabili che, indipendentemente che siano derivate da reale attenzione o da fattori legati all’immagine aziendale, andranno a beneficio dell’ambiente e di tutti noi.