Pur circondato da annunci relativi a giochi più importanti e da titoli piuttosto discutibili in termini di qualità, Trek to Yomi è riuscito a emergere nel corso dello State of Play di ieri sera. Lo studio Flying Wild Hog, attraverso le pagine del blog PlayStation e le parole del creatore Leonard Menchiari, fornisce qualche dettaglio aggiuntivo sul gioco, in uscita nel corso della primavera con la supervisione di Devolver Digital.
Il tema e la trama di Trek to Yomi si basano su due pilastri fondamentali: la storia del Giappone e lo scintoismo. Il credo scintoista dice che gli dèi sono dappertutto, vivono in ogni pietra, albero o fiore, quindi, parte della nostra narrazione si immerge profondamente in questo principio, e racconta storie degli spiriti kami antenati di Hiroki, le varie ere in cui hanno vissuto, e le tragiche, violente e ingiuste morti che li costringono a sopportare una straziante vita a metà in Yomi. Spesso, queste storie riflettono il viaggio di Hiroki e i suoi dubbi, e possono aiutarlo a prendere una decisione sul proprio tragitto.
L’influenza del cinema è evidente, con l’ispirazione che è arrivata dai film di Kurosawa e la successiva sperimentazione del bianco e nero con il motore Unreal Engine. Ma sono anche altri elementi ad avvicinare il gioco ai film classici giapponesi, come gli angoli delle riprese, la durata e i dialoghi. Molto forte anche l’influenza culturale, dal folklore alle credenze religiose, alle abitudini nei gesti quotidiani, il tutto studiato approfonditamente per metterlo al posto giusto all’interno di Trek to Yomi. La colonna sonora promette poi di spiccare per qualità e intensità, grazie alla realizzazione con strumenti tradizionali, alcuni molto rari, e alle ricerche per comporre brani coerenti con il periodo ricreato nel gioco.
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