Multe per Valve e altri cinque publisher a causa di chiavi bloccate per alcune regioni europee

Coinvolte anche Bandai Namco, Capcom, Focus Home, Koch Media e ZeniMax

Notizia di Lorenzo Arduino

Nella giornata di ieri è emersa la notizia di un’ingente multa a carico di Valve e altri cinque publisher, da parte della Commissione Europea.

L’accusa è quella di aver bloccato le chiavi di alcuni giochi Steam in specifiche regioni europee, di fatto violando le regole antitrust varate dalla Commisione. La multa ammonta a 7.8 milioni di €, da saldare collettivamente a Bandai Namco, Capcom, Focus Home, Koch Media e ZeniMax.

Come si legge nel documento, i publisher avrebbero geobloccato alcune chiavi, di fatto impedendone l’acquisto in determinate zone dell’Unione. L’investigazione immediatamente avviata ha portato alla luce un accordo tra le compagnie, attivo tra il 2010 e il 2015, all’interno del quale si prevedeva la vendita di determinate chiavi solamente all’interno di un ristretto gruppo di Paesi. Nello specifico, Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria, Romania, Slovenia, Estonia, Lettonia e Lituania.

La pratica del geobloccaggio viene di solito avviata con l’obiettivo di vendere un prodotto a un prezzo ribassato nei paesi con un reddito medio particolarmente basso, per favorirne l’acquisto. Ma come spesso accade, i metodi per aggirare questi blocchi sono ampiamente diffusi sul web, permettendo agli utenti di altri paesi di ottenere i titoli a un prezzo di favore.

Ad oggi 21 gennaio, Valve ha rilasciato un comunicato dove afferma di trovarsi fortemente in disaccordo con le decisioni della Commissione, contestando inoltre la multa di 1,624,000€ ricevuta.

Pareva inizialmente che il colosso di Gabe Newell avesse deciso di non partecipare alle indagini, a differenza dei cinque publisher che avrebbero invece offerto il proprio supporto per fare luce sulla vicenda, ma la notizia è stata smentita da un comunicato ufficiale della compagnia, che sottolinea però con fermezza la propria posizione di disaccordo.

Il patto tra le aziende avrebbe perciò violato le regole base del Mercato Unico Digitale Europeo, che prevede una possibilità d’acquisto paritaria all’interno di tutti i paesi dell’Unione. Per chiudere con una nota che lascia presagire ulteriori sviluppi, il vicepresidente esecutivo della Commissione, Margrethe Vestager, ha caldamente consigliato a chiunque ritenesse di aver subito una concorrenza sleale di riportarlo ai Tribunali competenti per chiedere il risarcimento dei danni.

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