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Avengers: Endgame – La conclusione perfetta della epica saga dei Vendicatori

Che l’evento cinematografico di quest’anno avesse il nome di Avengers: Endgame nessuno lo può mettere in dubbio. Costruito il concludersi drammatico e senza speranza di Infinity War e avviato il cammino verso la resa dei conti con Captain Marvel, il Marvel Cinematic Universe trova finalmente la conclusione di un mastodontico arco narrativo dipanato su undici lunghi anni, carico di un’eredità culturale che ha difatti caratterizzato con un marchio indelebile gran parte dell’immaginario della generazione corrente. Ebbene, – e lo mettiamo in chiaro fin da subito – Endgame si staglia semplicemente come l’epilogo perfetto, una pellicola che trasuda emozione, coraggio e addirittura malinconia, dove gli eroi rivelano tutto il terreno lato umano nella fragilità della tragica sconfitta. Dramma, epica e commedia sono i tre volti di un film nel quale risulta in fin dei conti complesso trovare persino un singolo difetto. Fidatevi quando vi diciamo che non avete mai visto nulla di simile; una produzione su questa scala è unica nel suo genere e probabilmente irripetibile, sia per la sua natura di evento, sia per il percorso che porta a compimento nel miglior modo possibile.

Avengers: Endgame è dunque un’esperienza che esalta, commuove e diverte, raggiungendo dei momenti tanto potenti – in scrittura e sul piano visivo – da essere trasmessi esclusivamente tramite il film stesso. Lungi quindi da noi anticiparvi la densa narrativa e gli stravolgimenti presenti, nella speranza che sperimentiate da voi a pieno la forza inaudita del vertice dell’amata saga dei Vendicatori. Prima di continuare con la nostra entusiasta recensione, vi ricordiamo che Avengers: Endgame – diretto da Anthony e Joe Russo – arriva oggi 24 aprile in tutte le sale nostrane, distribuito da The Walt Disney Company Italia; non possiamo consigliarvi altro che correre al cinema!

©Marvel Studios 2019

Endgame muove le sue corde fin dalla prime battute su tonalità inaspettate e sorprendentemente cupe, acquisendo un linguaggio mai così maturo nelle molte vesti nel corso del tempo indossate dal Marvel Cinematic Universe. Il lutto, lo struggente rendersi conto del fallimento, la rabbia per ciò che non è stato e la speranza soffocata per ciò che sarà; l’epilogo dei fratelli Russo prende sulle spalle la tragedia causata da Thanos in Infinity War e ne mostra nella maniera più spietata l’impatto in parte sulla società, ma soprattutto sui Vendicatori, massacrati dai sensi di colpa e lacerati dalle divergenze passate. Toccato il fondo ed affogati nell’amarezza della drammatica disfatta, i solidi eroi che abbiamo imparato a conoscere mettono a nudo l’umanità un tempo nascosta sotto costumi e mantello, rivelandosi chi dedito all’isolamento e l’autodistruzione, chi invece già in movimento per avviare con immensa fatica un avvenire migliore.

Curioso che, proprio a fronte della loro maggiore incertezza, la direzione di Endgame poggi le sue fondamenta sui singoli personaggi, chiudendone sontuosamente gli archi narrativi e dedicando parecchio minutaggio ad un approfondito scandaglio dei loro caratteri. Ripercorrere il sentiero già tracciato attraverso il contatto e le dinamiche tra i protagonisti è la chiave di volta della fine dei giochi, una simmetria continua che specchia tanto nella macrostruttura quanto nei piccoli particolari l’evoluzione delle iconiche figure costruite in questo decennio, in un enorme tributo speculare al passato ma con un occhio al futuro.

Al centro delle tre ore dirette magistralmente dai fratelli Russo non si radica l’esplosività fine a se stessa, preferendo concentrarsi su sequenze interamente cucite sul gruppo di eroi.

Accade così che alla fine dei binari si possa trovare un nuovo inizio, o che ciò che è stato l’inizio diventi figura della fine, per mezzo di una scrittura fluida nello scorrere sempre a testa alta tra epica e commedia, questa volta riducendo – come giusto che sia – la seconda a mero strumento di ritmo su un procedere adulto nell’esposizione e nelle tematiche affrontate. Negli occhi riflessivi della Natasha Romanoff di Scarlett Johannson, del Tony Stark di Robert Downey Jr. o dello Steve Rogers di Chris Evans è racchiuso in nucleo la chiusura ellittica che Avengers: Endgame vuole essere, senza risparmiarsi scelte atipiche, imprevedibili, citazioniste e a tratti mozzafiato. Come accaduto per Infinity War, al centro delle tre ore dirette magistralmente dai fratelli Russo non si radica l’esplosività fine a se stessa, preferendo di nuovo concentrarsi sull’introspezione di sequenze interamente cucite sul gruppo di eroi.

©Marvel Studios 2019

Tuttavia, il lavoro di maggiore finezza congegnato con Endgame è senza dubbio la sua gestione centellinata e parsimoniosa dell’azione. Contenuti, spesso tecnicamente eleganti e ben edificati, gli scontri seguono un climax modesto che affiora in diversi punti della narrativa senza mai prendere il sopravvento in prima linea. L’intercalare accelera improvvisamente il ritmo in un’unica lunga sequenza che è un trionfo di fotografia, coreografia, regia e computer grafica. Stiamo parlando di uno scontro su una magnitudine inedita per il cinema, in grado di combinare il fan service ad una direzione coerente, reificando in fin dei conti quello che a tutti gli effetti si conferma essere il grido liberatorio dell’intero Universo Marvel.

Ruotando attorno ad un unico oggetto ed ampliandosi esponenzialmente, la battaglia infuria di personaggio in personaggio con una rotazione spasmodica e focalizzata, guidata da diversi punti cardinali e culminante sia in partenza, sia al suo termine, da momenti cataclismatici nell’economia suggestiva e coinvolgente dell’ultima epopea della Casa delle Idee. Per rendere l’idea, la grande schermaglia finale di Infinity War non può nemmeno essere paragonata a quanto visto in Endgame, ci troviamo infatti su due unità di grandezza totalmente diverse; inutile dire che nel secondo caso si impongono nuovi standard non solo al genere dei cinecomic, ma anche all’intero intrattenimento, scandendo un prima ed un dopo. Oltre comunque allo stupendo showdown, il lavoro dei Russo è stato francamente ineccepibile lungo l’intera pellicola, alternandosi tra un dinamismo appena accennato e virtuosismi interessanti, come nel caso di un piano sequenza con protagonista il letale Clint Barton di Jeremy Renner, che qui una volta per tutte brilla per importanza, riscattandosi tra l’altro dalla sua totale assenza (molto percepita) in Infinity War.

In definitiva, Avengers: Endgame è quanto di meglio ci potessimo aspettare dal termine di un lungo viaggio quale quello dei Vendicatori e della Saga dell’Infinito. Si rispetta e si rielabora il passato per proiettarlo verso il futuro, metabolizzando l’impatto del lutto e della sconfitta per poi convertirlo a materia propulsiva per le fondamenta di questo colossale progetto cinematografico. Messo in evidenza lo spazio dato alla caratterizzazione di ogni eroe e sottolineata la sostanziale eccellenza tecnica della pellicola – specie nell’incredibile terzo atto -, non possiamo fare a meno di definire Endgame come un capolavoro su ogni fronte, a patto che sia ovviamente inquadrato in primis come evento a chiusura di un’era, in secondo luogo nel suo genere di riferimento. La fine è parte del viaggio, e che viaggio è stato quello del Marvel Cinematic Universe.

Simone Di Gregorio

Da sempre cinefilo e videogiocatore, passioni di una vita e forza propulsiva nel quotidiano. Scrivo, guardo e gioco, ormai da 2 anni a questa parte. Responsabile sezione cinema.

View Comments

  • Speravo di riuscire a vederlo questa sera, ma come al solito i turni di lavoro si mettono sempre in mezzo. 😡
    Andrò Venerdì, sperando di non incappare in qualche spoiler buttato nella mischia da gente sempre pronta a rovinare l'esperienza altrui. 😒
    PS: Grazie Simone per aver aumentato la voglia di darmi malato e fare il furbo. 😂🍻

    • 3 ore clamorose, il secondo atto forse é il più debole, ma é tutto in chiave del gran finale. Come evento cinematografico non penso ci sia mai stato qualcosa di paragonabile; l’unico modo per rendersene conto é vederlo in prima persona, un’esperienza che rimane dentro veramente.

  • mamma mia ragazzi non vedo l'ora di andare al cinema e vederlo! Spero che gli spoiler non busseranno alla mia porta ma sarà davvero difficile XD

  • Correte, correte a vederlo è una celebrazione perfetta di tutti i film del MCU. Non ho altre parole se non che non vedo l’ ora di rivederlo!!!

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