Dragonheart: una stella in mezzo al cielo

Un firmamento di emozioni

Cinema & Serie TV di Geko

Ci attende oggi un bel viaggio sul nastro tempo, che ci riporterà sul genere fantasy di una ventina di anni fa, ancora lontani dal clamore della saga de Il Signore degli Anelli. La computer grafica sta prendendo sempre più piede con effetti 3D e personaggi via via più dettagliati. La nostra storia è ancora viva nei ricordi dei più tra emozione e leggenda, il suo nome è proprio Dragonheart.

Ma che cosa ha reso il film di Rob Cohen un vero cult del genere?

Mai drago fu più bello

Girato da luglio a dicembre 1994 tra le splendide location esterne e nei Koliba Studios di Bratislava (Slovacchia), scelte per il costo decisamente contenuto rispetto alle alternative americane. La produzione poteva contare su un budget di 60.000.000$.

La caratteristica che risalta maggiormente del film è sicuramente la presenza del drago ottenuta grazie ad un maestoso utilizzo della CGI. Infatti, per ben due anni la ILM (Industrial Light & Magic) vi ha lavorato. A supervisionare il tutto c’era nientemeno che Phil Tippett, persona dietro gran parte degli effetti speciali di Star Wars (IV, V, VI) e Jurassic Park.

Modello del drago

Tutto questo lavoro naturalmente fu svolto in seguito alle riprese, durante le quali gli attori avevano come unico punto di riferimento due palline da tennis, che rappresentavano gli occhi del drago e la voce registrata di Sean Connery.

Il grande impegno gli valse una nomination ed un secondo posto agli Oscar 1997 nella categoria migliori effetti speciali, dietro al solo Independece Day.

Un mondo cavalleresco caduto in rovina

L’antico codice arturiano è solo uno sbiadito riflesso di credenze defunte. Coraggio, onore e virtù non sembrano avere più posto in un mondo governato da tirannia e odio. Ma è proprio qui, che l’ultimo bagliore degli antichi valori rinasce dall’incontro di cavaliere e drago. Lo spettatore è trascinato in un viaggio tra duelli, inganni, momenti scherzosi e scanzonati; fino a raggiungere Avalon, remoto luogo dove riposerebbero le spoglie di re Artù.

Non si fa mancare nemmeno il tema della morte, costante lungo tutto il corso del film, che collega gli eventi della trama e la tinge di tratti più scuri.

Bowen e Kara

Ma che cast

La schiera di attori coinvolti comprende volti noti e di spessore. Oltre alla già citata voce dell’highlander scozzese (da noi è stato doppiato da Gigi Proietti), ricordiamo l’impavido Dennis Quaid nelle vesti del protagonista; non meno importanti Pete Postlethwaite, Julie Christie (premio Oscar), la giovane Dina Meyer e il duo David Thewlis e Jason Isaacs, che si sarebbe ritrovato nella ben più celebre saga di Harry Potter nei ruoli di professor Lupin e Lucius Malfoy.

Il finale

Le musiche e la colonna sonora The World of the Heart di Randy Edelman, toccano e fanno tremare le corde dei cuori degli spettatori a più riprese. Riguardo il finale, senza alcun fine di spoiler, è difficile che qualcuno fra noi vi sia rimasto impassibile.

In definitiva Dragonheart che cosa rappresenta? Non è decisamente un colossal che ha rivoluzionato il cinema. Dragonheart è la storia di Draco e Bowen, il ricordo di quell’amicizia, che supera l’ostacolo del pregiudizio, di elementi fantasy calati in un mondo reale, della coraggiosa lotta per un ideale di pace comune e di quell’emozione finale.

Ci sono 2 commenti

Jagiox
Jagiox "Over Nine Thousand!"
Complimenti, ti sei registrato!NiubboChiacchierone!Gameplay Café è il mio ritualeGuardone!E3 2019 Special!Junior
7 Giugno 2020 alle 15:37

L’ho visto la prima volta da bambino…quanto ho pianto ! XD

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