In principio erano solo corse clandestine: gare fatte nella completa illegalità che vedevano persone sfrecciare grazia ai loro veicoli su queste strade trafficate e pericolose. Poi queste corse sono iniziate a essere troppo strette per la pellicola di Vin Diesel, Paul Walker e compagni, e tutto è stato trasposto in chiave action: questo è Fast and Furious, serie che ormai ha raggiunto vette assurde per la saga e che nonostante nel tempo abbia avuto molte mutazioni, non ha mai dimenticato le sue origini.
Fast and Furious 9 infatti, nonostante racconti delle vicende moderne della serie, tira in ballo anche un po’ la storia delle origini di Dominic Toretto e di suo fratello (che fino ad oggi avevo mai sentito) Jakob. Ma ci sono anche i discorsi legati alla famiglia – che nel tempo sono diventati meme, ma che in fondo sono sempre stati uno dei pilastri della serie – alle responsabilità di avere qualcuno da difendere e al dover fare la cosa giusta.
In termini pratici Fast and Furious 9 è tutto ciò che può esserci di esagerato nella serie: se fino ad oggi infatti abbiamo visto cose al limite della realtà, adesso invece abbiamo davvero qualcosa di forse un po’ troppo spinto ma allo stesso tempo fantastico da vedere a schermo e da scoprire nelle sue due ore e più di durata. Torna quindi Vin Diesel nei panni di Dominic Toretto insieme a tutta la sua famiglia, pronta a entrare di nuovo in gioco perché, come sempre, c’è a rischio il pianeta. Ovviamente il problema critico si evidenzia quando si scopre che dall’altra parte della fazione c’è Jakob Toretto, fratello con un trascorso non troppo roseo con Dom e che nel film è interpretato da un ottimo John Cena.
John Cena propone un’ottima interpretazione nei panni del fratello di Dom
Il film non lesina sulla CGI per proporre stunt fantastici, ma che alla lunga potrebbero stufare: se infatti le origini della serie proponevano qualcosa di più dinamico e “realistico”, ora inserire una mole maggiore di esplosioni e una quantità maggiore di scene d’azione ha costretto lo staff a puntare molto di più sulla CGI, cosa che si nota soprattutto sulle scene più eclatanti. Fortunatamente alcune fasi del film – come quella raffigurata poco sotto – sono state fatte con il classico vecchio metodo, mostrando quindi dei momenti più realistici.
Per il resto il film segue uno schema classico: un pericolo mondiale rischia di mettere sotto sopra lo status quo del pianeta, e per questo Dom e famiglia dovranno tornare in pista – per le strade del mondo – per compiere gesti al limite del supereroistico così da evitare un eventuale crisi mondiale. Se le prime volte ciò poteva anche avere senso, ora inizia a sembrare abbastanza assurdo che nel corso della saga questi ex ladruncoli siano l’unica arma contro forze di controspionaggio, ma il fatto che anche durante il film un paio di personaggi ci scherzino sopra rende il tutto dannatamente divertente. D’altronde siamo al cinema per vedere un film che richiede una forte carica di sospensione dell’incredulità, ma se riuscirete a farcela vi troverete un adrenalinico viaggio davanti.
Il film scherza con sé stesso parlando di come ciò che i personaggi fanno sia al limite della realtà
La parte ricostruita in flashback invece, che ripercorre i periodi adolescenziali di Dom e Jakob, è quello che più si avvicina alla serie originale: gare vecchio stile drag, dove serve tirare le auto per un rettilineo, e anche un po’ di storia legata al cognome Toretto, che prima delle piste clandestine cavalcavano altri circuiti. Inoltre, la carica emozionale è prettamente concentrata in quelle scene, specialmente quando si dettaglia meglio il rapporto tra i due fratelli.
Purtroppo spingere troppo l’acceleratore della spettacolarità porta il film a perdersi in alcune scelte di trama poco sensate: le cose sembrano accadere tanto per, come se tutto fosse scritto e semplicisticamente risolvibile con scazzottate e sparatorie. I personaggi risolvono enigmi e dubbi semplicemente vivendo, le cose gli capitano davanti e quando succede sembra quasi di assistere a quei colpi di scena degni delle peggiori soap opera.
Sembra avere davanti un prologo, pronto ad aprirci la porta per altri film con più carne sul fuoco
Nonostante tutto, quando c’è da mostrare i denti, Fast and Furious 9 lo fa egregiamente, giocando ormai sulla caratterizzazione ben definita dei personaggi, che sembrano quasi vivere estendendo il loro corpo con le auto. Ogni vettura infatti mostra colori e stile simili a quelle del guidatore, e la maggior parte delle scene adrenaliniche avvengono tra le auto, com’è giusto che sia.
Ciò che infine traspare da Fast and Furious 9 è come la voglia di gettare le fondamenta per una sorta di grande film diviso in più parti: questo fungerebbe quindi da prologo, come se i prossimi (uno o due in arrivo) fossero pronti a raccontare una sorta di ultimo grande scontro, una missione finale per salvare definitivamente il mondo da tutta quella catena di super cattivi che abbiamo visto nel tempo. Che sia una semplice sensazione o un piano elaborato, FF9 pecca proprio nella sua conclusione: il finale non è eclatante, non porta a qualcosa di definitivo e anzi sembra essere già pronto a un continuo che, però, almeno in questo film, non c’è.
L’azione e le scene sono degne di essere all’interno di un Fast and Furious: questo FF9 – The Fast Saga punta quasi a prendere le redini della serie, proporre una nuova grande battaglia e preparare Dom e famiglia a uno scontro finale, che però, al momento, non c’è. Fast and Furious 9 non è un brutto film ma anzi propone scene d’azione al cardiopalma, fasi in auto fantastiche e anche delle coreografie di combattimento ben fatte. Purtroppo serve avere lo testa pronta a staccarsi dalla realtà, perché mai come ora il film prende pieghe molto surrealistiche, che giocano sul limite tra fantascienza e realtà, ma che comunque riescono a strappare un sorriso, tra un’esplosione e l’altra.