L’essere umano, lo sappiamo bene, nutre una tremenda paura recondita per l’oscurità, per l’ignoto e, più in generale, per ciò che non conosce. Ciò che è avvolto nel mistero scinde in due l’animo di ogni individuo, a metà tra la voglia di scoprire ed il terrore di addentrarsi in qualcosa di inesplorato.
Quanto più difficile è trovare una spiegazione razionale a ciò che ci circonda, tanto più è arduo riuscire a rinunciare a comprenderne i segreti e le ragioni d’essere, per alcuni individui più di altri. Alcune persone, infatti, hanno il coraggio di addentrarsi più a fondo, di calarsi nell’oscurità senza timori di sorta. Altri individui, invece, hanno un altro dono: saper raccontare una storia davvero affascinante e allo stesso tempo complessa, basandola proprio sull’argomento in questione e centrando in pieno l’obiettivo.
Tale impresa è stata gloriosamente portata a termine dal mangaka Akito Tsukushi che, col suo Made in Abyss, ha saputo creare un’opera straordinaria, capace di stupire, di affascinare e, perché no, incutere timore dalla prima all’ultima pagina di ogni volume. Ci troviamo di fronte ad un prodotto coraggioso e innovativo, una vera e propria perla nel mondo dei manga (ma anche degli anime) giapponesi, un prodotto certamente non adatto a tutti i palati, ma che sa, come pochi, trasportarci senza convenevoli all’interno di un mondo incredibile.
Il tema alla base dell’opera è appunto l’oscurità, l’ignoto che, come dice il titolo stesso, è rappresentato da un luogo specifico: l’Abisso.
Ma cosa sarà mai l’Abisso? Gli abitanti del mondo in cui si svolge la storia di Made in Abyss vivono con una sorta di “cultura” di tale luogo, esattamente a metà tra timore e curiosità. L’Abisso è un territorio inesplorabile per i più, affascinante per molti e, semplicemente, spaventoso per altri. La chiave di lettura più attendibile è quella dei cosiddetti “fischietti”, ricercatori, studiosi veri e propri, che fanno della cultura dell’Abisso e dei suoi segreti il proprio pane quotidiano.
Dell’Abisso si sa poco o niente e le informazioni più importanti e delicate su di esso sembrano essere appannaggio di pochi
In molti casi, questi ultimi provengono dall’orfanotrofio Belchero, il quale “addestra” le giovani reclute per le insidie future. Non tutti, ovviamente, risultano allo stesso modo affascinati e soprattutto portati per tale compito, e questa situazione viene fuori in particolar modo con l’avanzare dell’età. Tra i bambini dell’orfanotrofio in questione spicca Riko, intrepida e pimpante bambina, col grande sogno di diventare un “fischietto bianco” – il grado massimo, per intenderci, degli esploratori – così come la sua famosissima madre, sparita però nel nulla. Dell’Abisso si sa poco o niente e le informazioni più importanti e delicate su di esso sembrano essere appannaggio di pochi. All’insegna di questa tacita regola, si snoda la trama del manga/anime, che mette in luce una ineluttabile realtà: l’essere umano è affascinato da ciò che non conosce e diventa, in alcuni casi, capace di dedicare completamente la propria vita all’apprendimento di sempre maggiori informazioni e novità inerenti ciò che non conosce.
Sembra un paradosso, a primo acchito, ma avete mai pensato a quanto questo sia vero? L’Abisso messo su carta dal maestro Tsukushi è simile, per molti versi, all’Inferno dantesco, e, come quest’ultimo, riscuote un profondo fascino su alcune menti curiose che, nel tempo, ne hanno stilato una mappa. Non solo: tanti sono gli scritti sull’Abisso ma altrettante sono le parti completamente ignote: in pochi hanno fatto ritorno dagli strati più profondi e la discesa al suo interno si mostra un autentico “viaggio di sola andata”.
Proprio come i peccatori della Divina Commedia, gli esploratori che hanno l’ardire di avventurarsi negli strati più profondi sanno già che probabilmente da essi non faranno mai ritorno. La maledizione subita poi dal corpo umano si fa sempre più potente di strato in strato, man mano che si scende verso il fondo. Nessuno ha mai saputo cosa c’è alla fine (ammesso che ce ne sia una) e quanto in realtà l’Abisso sia profondo.
Le conoscenze dei “fischietti” si fermano qui, quindi le domande sorgono spontanee, e sono tante: quanto è profondo? Cosa c’è sul fondo? È possibile fare ritorno indenni? C’è un modo per non subire la maledizione? Esistono esseri umani immuni a essa? A cosa è dovuta? È una punizione o un modo per proteggere da un qualcosa di pericoloso oltre ogni immaginazione? Proprio con la mente colma di queste domande (e di altre inerenti il suo passato), la giovane e coraggiosa protagonista decide di iniziare la sua discesa negli infernali strati (è il caso di dirlo) dell’oscurità che sembra non avere fine, pronta a convivere col pensiero di non riuscire più a fare ritorno. Insieme a lei c’è però l’enigmatico Reg, un robot proveniente proprio dall’Abisso, che sembra dotato di poteri straordinari. Il fido “Virgilio” della protagonista non ha memoria del suo passato, ma è pronto a seguirla e ad aiutarla nella sua missione (praticamente suicida, almeno stando a ciò che appare) di arrivare sul fondo dell’Abisso. Ricchi di speranze nel cuore, i due ragazzi decidono di partire per esplorare il mondo che si cela nelle profondità della terra (o Terra?), pronti ad affrontare qualsiasi cosa esse nascondono.
A farla da padrone, in Made in Abyss è la ricerca della verità: Riko vuole saperne di più su sua madre, Reg vuole ricordare il suo passato ed entrambi sono pronti a mettere in gioco la propria incolumità per questo. Del resto, la “spinta” che da sempre è radicata nell’animo di ogni essere umano (in differente misura, ovviamente), che lo ha reso capace di fare cose straordinarie e impensabili, è ritrovabile proprio nella curiosità. E Akito Tsukushi sembra proprio voler fare leva su questa semplice ma straordinaria caratteristica, e ci riesce bene.
In ogni caso, a rendere Made in Abyss un prodotto praticamente imprescindibile per tutti gli appassionati degli anime e manga giapponesi non è soltanto la splendida e originale trama di fondo – con le sue numerose sotto storie e i tantissimi dettagli “extra” – ma anche un lavoro encomiabile in termini di character design.
Ogni singolo personaggio è sorretto da un lavoro minuzioso ed estremamente curato in termini di caratterizzazione
A partire dai protagonisti, passando per i comprimari, fino agli “antagonisti” della storia, ogni singolo personaggio è sorretto da un lavoro minuzioso ed estremamente curato in termini di caratterizzazione. Vi abbiamo già accennato – seppur brevemente – le motivazioni e qualche tratto caratteriale dei due protagonisti, ma il lavoro di Tsukushi non si ferma di certo qui. Andando avanti con la storia, infatti, sarà possibile fare la conoscenza di un’altra figura, tanto enigmatica quanto sfaccettata, a cui sarà impossibile non dedicare la propria piena attenzione. Senza addentrarci troppo nel dettaglio, è doveroso menzionare la giovane Nanachi, una creatura dal passato semplicemente orribile, rimasta vittima dell’Abisso e dei suoi crudeli segreti. Nanachi si unirà al gruppo di Riko e Reg, aiutandoli più di una volta grazie alla propria conoscenza della flora e della fauna locali. Negli occhi di Nanachi brilla però una stella oscura e spenta, ma il perché vogliamo lasciarvelo scoprire da soli.
Chi ha letto almeno i primi tre capitoli del manga, o magari guardato gli episodi dell’anime, sicuramente conoscerà il nome di Ozen, l’Inamovibile. Continuando la discesa, i nostri eroi si imbattono proprio nella strana figura, dalle intenzioni, inizialmente, incomprensibili. Andando avanti col racconto, si scopriranno diverse informazioni intriganti sulla donna: ella infatti è molto più vicina (al di là del “curioso” aspetto fisico) ai fischietti di quanto si pensi, per ragioni che, ancora una volta, non vogliamo anticiparvi. In ogni caso, ci troviamo di fronte ad un personaggio sublime, fonte di saggezza e conoscenza, fondamentale per il viaggio di Riko e Reg.
A completare il quadro dei personaggi più in vista dell’opera, non poteva che esserci l’antagonista della storia, Bondrewd. Del personaggio preferiamo non darvi nessuna informazione, ma sappiate che raramente avete incontrato sul vostro cammino un essere tanto crudele. La sua sete di potere e conoscenza va di pari passo con l’innata follia, condita da esperimenti, gesti a limite dell’umano e tanto altro ancora.
Un cast importante per un’opera importante, capace di osare come poche e di scombussolare le fondamenta di un mercato a volte fin troppo stantio.
A chiudere in bellezza lo splendido quadro ci pensa un ottimo comparto tecnico/artistico. Seppur caratterizzato da tratti “minimali” e molto semplici di elementi quali volti e corpi degli esseri umani, è impossibile non constatare la grandissima cura con la quale l’artista ha imbastito le tavole.
Ogni creatura nasconde un segreto, un potere nascosto o semplicemente un grande quantitativo di nozioni e informazioni sull’Abisso stesso.
Gli scenari – tutti – sono mozzafiato: la rappresentazione dei vari strati dell’Abisso è allo stesso tempo stucchevole e terrificante, di pari passo con la narrazione e con i temi trattati dal manga del maestro Tsukushi. A lasciare a bocca aperta è anche la rappresentazione delle varie creature che popolano l’Abisso: ogni singolo dettaglio di tali esseri è curato meticolosamente, ma non soltanto. Ad essere splendida è pure la verità, sia artistica sia “storica” di queste ultime, stabilmente ancorate ad un forte senso logico. Ogni creatura, anche quella all’apparenza più innocua e “dimenticabile”, nasconde un segreto, un potere nascosto, o semplicemente un grande quantitativo di nozioni e informazioni sull’Abisso stesso. Questo elemento viene anche molto “sfruttato” a livello di interazione con la giovane Riko, molto sveglia, ma anche tanto sensibile. Spesso, infatti, la giovane esploratrice finisce con il lasciarsi trasportare dalla curiosità e dalla voglia di familiarizzare con gli splendidi esseri, incurante dei pericoli, annidati dietro ad ogni angolo. Insomma: niente è lì per caso, nulla è lasciato in sospeso. Made in Abyss, sul piano puramente visivo, rappresenta uno dei punti più alti del mercato dei manga giapponesi degli ultimi tempi. Ci troviamo di fronte ad una vera e propria perla di inventiva e qualità, capace – ma l’ha già fatto – di lasciare un segno indelebile nella mente (e negli occhi) di tutti gli appassionati del genere.
Made in Abyss è un’opera assolutamente imperdibile. Arrivato in un periodo in cui l’industria batte fortemente su argomenti un po’ troppi simili tra loro, il manga di Akito Tsukushi si distacca con forza da ogni singolo “luogo comune” di sorta, risultando, così, una vera e propria gemma rara.
I sei volumi finora rilasciati (seppur caratterizzati da alcuni punti un tantino più “morti”) mostrano una qualità complessiva invidiabile, riscontrabile in quasi tutti gli elementi cardine di ogni produzione del genere. La voglia di scoprire come andrà avanti l’opera è veramente tanta, e l’attesa per il prossimo volume – la cui data d’uscita è ancora un mistero – è veramente spasmodica. Conoscendo il maestro, chissà quali eventi ancora ci aspettano e quali verità verranno svelate, e chissà se scopriremo mai cosa si nasconde in fondo all’Abisso (e soprattutto se un fondo in realtà esiste).
Il nostro consiglio – qualora non aveste già avuto il piacere di leggerlo – è di recuperarlo quanto prima: il viaggio all’interno dell’oscurità dell’Abisso è ancora molto lungo! Akihito Tsukushi sarà inoltre a Napoli in occasione di COMICON 2019 per tutti i giorni della fiera, date un’occhiata al programma anche per la partecipazione di Gameplay Café!
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no da recuperare assolutamente!
Sì! Assolutamente! 😀
Appena vista la prima puntata dell’anime … che dire…. una perla!
Non conoscevo questa perla, debbo recuperarla al più presto.
L’articolo è molto bello, grande.
Te lo consiglio vivamente! Grazie per i complimenti! 😀
Made in Abyss è meraviglioso e merita tantissimo. E bello speciale anche, well done, con la speranza che aiuti a diffondere questa stupenda opera!