L’esplorazione spaziale è sicuramente uno dei temi più interessanti all’interno dell’universo narrativo fantascientifico. Per questo abbiamo la serie Star Trek, ma si tratta di un divertimento passivo. Forse per questo motivo al primo annuncio di No Man’s Sky divenni come un’adolescente durante il suo primo concerto dei One Direction. Esplorare lo spazio, da solo, con una musica elettronica in sottofondo e l’ambiente ostile che tenta di distruggerti è il massimo per un amante dell’esplorazione.
Ovviamente non è tutto rose e fiori. Le promesse erano tantissime e non erano state mantenute, ma il titolo si è riscattato in modo incredibile con le varie patch. L’aggiunta delle modalità, i miglioramenti tecnici e la possibilità di costruire hanno reso No Man’s Sky qualcosa che effettivamente si avvicinava alle premesse iniziali. Manca la modalità multiplayer, ma quasi certamente questa verrà introdotta quest’estate con l’uscita del gioco anche su Xbox One.
Il comparto grafico quasi minimale rende l’avventura abbastanza onirica da immergere completamente il giocatore in un mondo procedurale dove tutto cambia. I colori accesi talvolta hanno un tocco psichedelico che probabilmente saranno usciti cosi dopo alcune serate a base di Star Trek e l’Ayahuasca.