15 maggio 2015, sull’app calendario del mio MacBook è ancora presente l’evento rinominato “D1 The Witcher” che avevo creato per ricordarmi, come se ce ne fosse bisogno, di andare ad acquistare in negozio una copia del gioco. Sono passati quasi cinque anni da quel giorno, le cento e passa ore di gioco ormai sono alle spalle e sto girovagando senza meta tra i padiglioni di Milan Games Week 2019 quando, una gigantesca statua di Geralt di Rivia attira la mia attenzione.
Attorno è tutto colorato di rosso, ci sono suoni, musiche e grida felici di ragazzini e ragazzine che ballano con Just Dance o si prendono a schiaffoni in Super Smash Bros. Com’è ovvio, mi trovo nello spazio della fiera riservato a Nintendo e di fianco alla statua imponente dello strigo, scorgo due postazioni accese che in un attimo conquistano la mia attenzione. Vuoi vedere che…
La demo messa a disposizione prende il via appena dopo l’inizio del gioco, nel prologo, e permette al giocatore di immedesimarsi fin da subito nelle parole e nei movimenti del protagonista. Dopo aver assistito a un filmato e a un breve dialogo, entrambi assolutamente godibili, muoviamo i primi passi in quella che è la colorata regione di Bianco Frutteto. O meglio, in una versione sensibilmente più incupita e slavata rispetto al ricordo che conserviamo nella nostra mente. Questo perché, la piccola Nintendo Switch da sola non può fare miracoli e già il solo fatto che un titolo di queste dimensioni riesca a prendere vita qua sopra è un qualcosa di straordinario.
Colori più cupi e texture appiattite, com’è ovvio che sia.
Chiaramente si è trattato di un porting ostico da portare a termine e i compromessi tecnici si possono notare con facilità a partire dalla gamma cromatica utilizzata, la scarsissima presenza di ombre e l’utilizzo infine di texture molto più leggere. Il codice è stato per forza di cose alleggerito ma, in ogni caso, l’intero download dal Nintendo eShop si attesta oltre i trenta gigabyte (numeri veramente alti per la console di Nintendo, basti pensare che un altro open world mastodontico come Zelda: Breath of the Wild pesava dieci gigabyte in meno).
Scendere a patti con un hardware meno potente e in uno spazio ridotto, non dev’essere stato facile per gli sviluppatori ma si è reso necessario per provare a garantire un buon grado di fluidità e godibilità del gioco. Il frame rate fintanto che si è a piedi ci è parso piuttosto stabile e anche durante i combattimenti con nemici di piccole dimensioni, non è stato intaccato più di tanto. Resta da capire come saranno gestite le boss fight o le creature più grandi e imponenti che sono solite girovagare per il mondo di gioco, primo fra tutti il Grifone che si incontra nelle prime fasi dell’avventura. Gli elementi tridimensionali e distintivi del terreno sono ridotti ai minimi termini e in un certo senso rendono molte situazioni e contesti simili tra di loro; allo stesso modo, anche l’effettistica dell’acqua è stata decisamente ridotta rendendola all’apparenza più oscura, quasi sporca.
La giocabilità viene prima della grafica
Intenzionati a scoprire i punti deboli di questa versione però, non potevamo non testare una sessione di gioco a cavallo. Con un fischio, abbiamo dunque richiamato la nostra amata Rutilia e siamo saliti in sella per galoppare più veloci che mai. Ed è proprio galoppando ad alta velocità che si nota un ulteriore appiattimento delle texture e degli elementi ambientali che ci circondano, in una sorta di effetto sfocatura che distrae quasi il nostro sguardo, impedendoci di concentrarci e mettere a fuoco come vorremmo.
Non è tanto un discorso di fluidità – che comunque incespica un po’ qua e là restando sotto i 30 FPS – ma proprio di qualità visiva: è come se il mondo di gioco attorno sfumasse leggermente, interfaccia e mappa di gioco ovviamente esclusi, dotando la visuale di un senso della velocità spropositato e finendo per rendere il tutto meno leggibile.
Siamo sinceramente contenti che un gioco di questa importanza e di questo calibro sia stato ripensato per Nintendo Switch ma siamo altrettanto sinceri quando diciamo che questa non è in nessun modo la versione di gioco con cui dovreste approcciarvi al titolo per la prima volta. Sia per un fattore di prezzo, decisamente poco competitivo se rapportato alle altre versioni perennemente in sconto, sia perché potreste annoiarvi prima del previsto se non scegliete di affrontare nel modo giusto e con previdenza un’avventura così lunga e sfaccettata. Per tutti gli altri, me compreso, si tratta di un bellissimo sfizio che possiamo toglierci o meno, per entrare ancora una volta a capofitto in una delle storie fantasy più belle degli ultimi anni e, per la prima volta, in qualsiasi momento lo vogliamo.
In attesa della nostra recensione, vi ricordiamo che The Witcher 3: Wild Hunt arriverà con tutti i DLC e le espansioni su Nintendo Switch a partire dal 15 ottobre prossimo, al prezzo di 59,99 euro.
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Da prendere esclusivamente per l’ennesima run, sfruttando il fattore portabilità. Odi et amo
Se ad un certo punto la Switch non ha cominciato a fumare hanno fatto un capolavoro!