Recensione

Al centro della Guerra Fredda con Call of Duty: Black Ops Cold War

Non so voi ma io, se penso a Call of Duty, penso a Black Ops. Non necessariamente il primo e glorioso episodio ma anche quelli che sono stati creati in seguito, nonostante gli alti e i bassi, dalle mani sempre più sapienti di Treyarch. E allora, perché nascondere l’esaltazione nello scrivere questa recensione di Call of Duty: Black Ops Cold War che promette di riportarci, almeno narrativamente parlando, ai gloriosi temi e personaggi del primo capitolo della saga?

Insomma, le cose di cui parlare sono diverse, le modalità abbondano e le ore di intrattenimento promesse sono tantissime pertanto facciamo presto e seguiteci nella nostra recensione di Call of Duty: Black Ops Cold War per PlayStation 5!

Bella, sono Bell

Che il blockbuster realizzato da Treyarch in collaborazione con Raven Software puntasse in alto, era stato chiaro fin dai primi trailer e dalle informazioni che circolavano in rete, mesi prima dell’uscita. Lo sviluppatore ha lavorato duro per proporre un capitolo denso di contenuti e sfaccettato come non mai. Complice anche il successo ‘estivo’ della modalità Warzone, COD Black Ops Cold War ha risposto presente all’appuntamento con la next-gen ed è arrivato nei negozi e nelle case di giocatori carichi di grandi aspettative. Lo sviluppo dei contenuti infatti, oggi come non mai, non ruota più attorno al solo comparto multigiocatore ma si ramifica tra modalità cooperative, arcade e per giocatore singolo, per provare ad accontentare tutti gli appassionati che il marchio Black Ops è capace di chiamare all’appello.

Signori, la faccenda si fa seria

E dunque, dal punto di vista narrativo, questo Call of Duty: Black Ops Cold War si posiziona esattamente dopo la fine del primo capitolo uscito dieci anni fa e ripropone alcuni personaggi e volti noti della serie che i fan hanno imparato ad amare e odiare. Il giocatore viene quindi catapultato in un’avventura frenetica, tra i tetti di Amsterdam, i ricordi del Vietnam e addirittura un’operazione sotto copertura nel quartier generale del KGB. Sì perché, come intuibile dal nome, ci troviamo in piena Guerra Fredda e il nostro paese, gli U.S.A., ha bisogno di noi per sventare una pericoloso complotto sovietico.

L’aria di tensione tra i due paesi è palpabile e nel corso dell’avventura, avremo modo di assistere a veri e propri briefing da ambo le parti: sia con il Presidente Reagan che con Gorbachev, nelle vesti di agente infiltrato. I modelli dei comprimari ma anche quello del quarantesimo Presidente degli Stati Uniti sono eccellenti su PS5, così come lo sono le espressioni e le texture di gioco, in ogni momento della campagna. Un grande passo avanti è stato fatto proprio da questo punto di vista, approfittando dell’uscita delle nuove console, con un upgrade per PS5 e Series X davvero degno di nota. La risoluzione fino a 4K 120fps, unita al Ray-tracing e a un comparto audio eccelso, rendono il titolo veramente accattivante anche nella sua modalità per giocatore singolo.

Il lavoro svolto da Raven Software attorno a questa nuova avventura del trio formato da Woods, Mason e Hudson è sicuramente un qualcosa in più che i giocatori di vecchia data sapranno apprezzare. Decisamente positiva anche la ‘svolta’ legata alla personalizzazione del protagonista – nel nostro caso tale Thomas “Bell” Stio – che implica la scelta di alcuni parametri estetici, oltre al nome e al suo background che si traduce in due perk.

Le ambientazioni come detto sono molteplici e gli interni, come la sede del KGB, grazie ai nuovi hardware sono godibili come mai prima d’ora. Questo capitolo, oltre alla seppur minima possibilità di personalizzazione, introduce anche un sistema di gestione delle missioni con indizi da raccogliere e linee temporali da seguire. Il ritmo del racconto in ogni caso non ne risente, finendo per proporre esattamente quello che ci si aspetta dalla campagna di un Black Ops ovvero tanta azione, esplosioni e adrenalina. Peccato infine per le ultime battute e i colpi di scena, legati ad alcuni artifizi narrativi che non ho apprezzato e che hanno finito per stancarmi con rapidità.

Proiettili d’oro

Nella nostra recensione di Call of Duty Black Ops Cold War, come avrete capito, vogliamo enfatizzare molto il grande passo avanti tecnico che c’è stato e come gli sviluppatori siano stati capaci di sfruttare parte delle potenzialità dei nuovi hardware fin da questo capitolo. La differenza tra PS4 e PS5 c’è, si fa sentire e influenza anche il nostro stile di gioco: se da una parte texture in 4K e illuminazione non sono altro che una bella notizia per i nostri occhi, dall’altra l’estrema fluidità del gameplay rappresenta un vantaggio competitivo non da poco, se siete affamati di multigiocatore.

Pagare per l’upgrade… sul serio?

Al netto di una scelta sinceramente ridicola, come quella di far pagare cinque euro per l’upgrade del gioco digitale da PS4 a PS5, la versione di nuova generazione dell’FPS di Treyarch è veramente senza precedenti. Nessun miglioramento apparente invece, per quello che è il codice dell’intelligenza artificiale: sempre molto goffa e lenta nei riflessi, quasi impacciata.

Certo, è anche vero che una grande percentuale dei giocatori di COD non si troverà mai ad avere a che fare con personaggi utilizzati dal computer ma noi, come ogni anno, continuiamo a sperare in un lavoro più di fino. Rimanendo sempre in tema IA, possiamo dire invece di aver apprezzato l’ordine che è stato fatto attorno al nuovo comparto Zombie del gioco, a partire dall’integrazione dei progressi tra il multigiocatore per così dire ‘normale’ e questa ormai immancabile modalità di gioco. Una modalità forse afflitta da un certo immobilismo nel corso degli ultimi anni ma sempre spassosa ed esilarante da affrontare con gli amici. E anzi, grazie al nuovo dettaglio grafico, sta iniziando pure a diventare un qualcosa di spaventoso.

Premi il grilletto

La next-gen, come ci siamo affannati a dire articoli dopo articoli, non passa soltanto attraverso un mero miglioramento grafico ma riguarda anche e soprattuto la creatività di chi sviluppa. Abbiamo elogiato nelle scorse settimane l’ormai caro DualSense e siamo rimasti estasiati nel constatare un’ottima introduzione di alcune delle novità che il pad propone già in questo nuovo capitolo di COD. Al netto delle vibrazioni che scombussolano letteralmente il pad ‘dall’interno’ in caso di esplosioni di bombe o mine molto ravvicinate, il vero godimento lo si ha grazie al feedback aptico dei grilletti del pad PS5.

Se potete, provatelo su PS5

Il sistema di mira e quello dei comandi è sempre lo stesso solo che, stavolta, a partire dalla pressione del tasto L2 si percepisce una certa resistenza. Il meglio viene quando ovviamente puntiamo il dito sull’altro dorsale, R2, per fare fuoco: in base all’arma impugnata, il feedback del grilletto è completamente diverso. Nel caso di una semplice 9mm, il grilletto risulta più morbido – pur mantenendo quella sorta di scalino che separa l’ultima pressione prima di fare fuoco al fuoco dell’arma – se invece impugniamo una mitraglietta o comunque un’arma non più a colpo singolo, il grilletto oppone un altro tipo di resistenza e inizia a vibrare, da premuto, a ogni proiettile che esce fuori dalla bocca da fuoco.

Un qualcosa di incredibilmente fantastico e realistico che presenta anche altre variazioni sul tema: un RPG ad esempio significa un grilletto molto più duro da premere e così via. Insomma, un nuovo paradigma di immersività mai visto prima e a cui mi sono affezionato in brevissimo tempo prima per tutta la campagna in singolo e dopo nella altre modalità. A onore del vero però, devo anche segnalarvi una cosa in maniera preliminare: se cercate il massimo della sfida e delle prestazioni possibili per quanto riguarda il multiplayer online, allora potreste stancarvi molto presto di questa opzione (comunque disattivabile dal menu, ndr) in quanto potenzialmente frustrante e in grado di appesantire il vostro gioco e influenzare negativamente il rendimento nel competitivo.

INFO UTILI

Abbiamo recensito Call of Duty Black Ops Cold War con un codice PS4 inviato dal publisher ed effettuato l'upgrade alla versione PS5. Il download si attesta oltre i 100 Gigabyte però può essere eseguito anche in parte, in base ai vostri interessi.

Durata
  • Circa cinque ore per la campagna
  • Potenzialmente infinita per il multigiocatore co-op e competitivo
Struttura
  • Campagna principale (scaricabile a parte)
  • Multigiocatore
  • Modalità Zombie e Arcade
Scheda Gioco
  • Nome gioco: Call of Duty: Black Ops Cold War
  • Data d uscita: 13 Novembre 2020
  • Piattaforme: PC, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X
  • Lingua doppiaggio: Italiano
  • Lingua testi: Italiano

Siamo tutti qui

Agli antipodi di quella che vi abbiamo raccontato essere una buona modalità per giocatore singolo, troviamo questa volta un comparto multigiocatore bello ricco e pensato per accontentare diverse fasce di pubblico. Innanzitutto, è bello notare come la modalità Battle Royale Warzone sia stata integrata nel menu di gioco, nonostante risponda a un altro team di sviluppo e segua altre regole, così da dare un’indicazione di quanto siano vaste le possibilità di divertimento all’interno del franchise Call of Duty. Le mappe, come sempre all’uscita sono una manciata ma saranno presto rimpinzate con aggiunge gratuite. Il design dei luoghi, la loro struttura e il feedback delle armi ti fanno sentire a casa fin da subito: prendere la mira, controllare il rinculo e fare fuoco è ancora più divertente rispetto al passato grazie al pad di PS5 ma in generale, il comparto audio di ogni versione, aiuta non poco nel rendere l’esperienza di gioco più credibile.

Ogni mappa presenta i consueti corridoi e zone più aperte, dove è facile finire vittima di qualche cecchino. Il time to kill è sempre piuttosto generoso e contribuisce a un’esperienza di gioco basata sui riflessi e sulla capacità di reazione dei giocatori. È sempre piacevole affrontare la sfida nelle modalità classiche, per così dire, quelle storiche e che non serve ormai più imparare a padroneggiare. Call of Duty Black Ops è questo qua, forse non serve pensare a chissà quale aggiunta, introdurre veicoli particolari o serie di punti che rompono il bilanciamento. Ormai sia il pubblico che gli sviluppatori, hanno ben chiaro cosa vogliono da un gioco di questo tipo e non è difficile trovare la quadra. E poi, diciamoci la verità, c’è Nuketown ’84.

Tommaso Stio

Domatore di leoni da tastiera.

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