Si conclude la World of Assassination Trilogy: un percorso lungo sei anni e passato da un cambio di modalità di rilascio, prima ad episodi e poi regolare, da una publisher rinomato ad una gestione indipendente fino anche ad un salto generazione. Tutto questo in tre giochi diversi, ma in fondo parte di un solo grande insieme. Ecco la nostra recensione di Hitman 3, capitolo conclusivo della nuova partita di titoli dell’Agente 47 ad opera di IO Interactive.
Rilasciato lo scorso 20 gennaio praticamente su ogni piattaforma (comprese Stadia e Switch con un’apposita versione cloud-based), Hitman 3 è il terzo episodio di una trilogia che non hai mai scordato la sua struttura iniziale a rilascio episodico e che, anche in questo caso, presenta una serie di missioni totalmente disconnesse tra di loro se non per un filo conduttore narrativo. La struttura del titolo rimane quindi inalterata: sei enormi livelli da esplorare da cima a fondo, ripieni di un quantitativo di possibili interazioni realmente impressionante per concludere con successo i vari assassinii. Giocare il titolo dall’inizio alla fine, esplorando una sola volta queste mappe, non è la maniera ideale per godere al meglio del pacchetto: la rigiocabilità di ogni mappa è il cuore pulsante della filosofia di sviluppo. Conoscere ogni angolo della magione di Dartmoor e ogni possibile ingresso del grattacielo di Dubai è la vera missione alla base di ogni livello che per essere compreso al 100%, sbloccando ogni obiettivo, meriterebbe almeno sei o sette playthrough. Attesa, osservazione e veloce esecuzione sono i paradigmi di questo peculiare titolo stealth esplorativo che non ha praticamente rivali al momento sia in quanto qualità, che quantità di contenuti. IO interactive ha infatti ormai in mano la formula perfetta per la creazione di questi intricatissimi micro-mondi che godono di un level design eccezionale.
La trama torna ad occupare un ruolo più importante con un’integrazione nel tessuto ludico delle missioni superiore al passato.
La narrativa di fondo torna ad essere leggermente più preponderante rispetto ad Hitman 2, dove era stata messa quasi totalmente in secondo piano, grazie a cutscenes pre-renderizzate costruite con più cura e livelli cuciti più attentamente intorno alle vicende dell’Agente 47, Diana Burnwood e Providence. Alcune delle mappe, come Dubai e Mendoza sono di stampo più classico e propongono degli obiettivi da assassinare per poi trovare un punto di fuga, mentre altre come Berlino o Dartmoor propongono situazioni decisamente più interessanti e creative che testimoniano quanto IO Interactive stia già sperimentando da tempo su ciò che potrà fare per creare una narrativa di livello nel suo prossimo Project 007. La trama, di per se non eccezionale, risulta quindi meglio raccontata ed interconnessa con il gioco e conduce ad un finale, ludicamente piuttosto bizzarro per la serie, ma narrativamente soddisfacente.
Le meccaniche di Hitman 3 perfezionano ciò che lo sviluppatore ha imparato nel corso degli anni, proponendo un pacchetto estremamente focalizzato sull’esperienza principale, ossia le singole missioni, che si permettono variazioni decisamente interessanti sulla formula di gioco ormai standard di infiltrazione, camuffamento e assassinio. Non c’è più spazio, e aggiungiamo per fortuna, per le modalità alternative di Hitman 2 come la ghost mode competitiva o le missioni da cecchino che erano aggiunte che donavano varietà, ma con poca qualità. In questo terzo capitolo sono presenti “solamente” sei nuove mappe con le missioni principali e tutti i nuovi contratti ed escalation che IO Interactive ha già iniziato a rilasciare. Sebbene questo possa sembrare una sorta di taglio, non vi preoccupate: le missioni del gioco sono tra le migliori della serie. Le dimensioni delle mappe sono tendenzialmente più contenute rispetto alle sconfinate aree di Santa Fortuna o Mumbai del secondo capitolo, e proprio per questo sono meno dispersive, più interessanti ed anche difficili da affrontare. Ritornano le storie guidate, che aiutano i nuovi giocatori ad avventurarsi nella moltitudine di opportunità presenti, così come i tre livelli di difficoltà e la lunghissima lista di sfide per ogni location. Rispetto al passato le aggiunte sono minori: una fotocamera per sbloccare dalla distanza alcuni passaggi ed indizi e la possibilità di aprire scorciatoie permanenti alla soulslike. Entrambe le novità non incidono quasi affatto sulla generale economia del gameplay che ancora pecca di una curva di apprendimento piuttosto ripida per i novizi che, qualora non si fossero mai avvicinati ai due giochi precedenti, difficilmente troverebbero motivo di farlo ora. Permangono anche difetti ormai storici della serie, come l’intelligenza artificiale basilare, ma comunque funzionale alle strategie del gameplay, il sistema di salvataggio manuale e automatico non pienamente soddisfacente che disincentiva tattiche di trial & error e le meccaniche di shooting abbastanza raffazzonate.
Per i motivi appena elencati, Hitman 3 è dunque un titolo principalmente per i fan della serie: la roadmap che viene presentata all’inizio di ogni mese aggiorna i contenuti del titolo per un flusso, si spera, costante di nuove missioni ed obiettivi ma senza nuove mappe, come annunciato dallo sviluppatore. Tuttavia è allo stesso tempo un prodotto che vive sulle spalle dei due precedenti (ai quali verranno aggiornati ancora altri contenuti), che va infatti ad incorporare sotto il suo ombrello qualora li si sia acquistati in passato. Badate bene però: Hitman 3 non contiene nel suo pacchetto standard o deluxe le mappe dei giochi precedenti perchè queste devono essere già possedute oppure acquistate singolarmente come DLC del nuovo gioco. I prezzi sono purtroppo completamente fuori mercato: 69,99 € per Hitman 2 (anche in versione gold con le due mappe DLC a 99,99 €) e 39,99 € per Hitman 1 che, sommati al 69,99 € di Hitman 3 (o 89,99 € in versione deluxe con accesso a tutti i nuovi contratti futuri) dipingono un quadretto decisamente poco roseo per il portafogli dei nuovi acquirenti. Si sarebbe potuto fare decisamente più in termini di offerte o pacchetti per incentivare l’acquisto delle mappe dei titoli precedenti. Questo scoglio economico è coadiuvato anche da un passaggio dei dati di trasferimento certamente poco fluido, almeno su PlayStation, che richiede di accedere ad Hitman 2 per sbloccare il pacchetto dei suoi dati di progressione in Hitman 3. Su PC la situazione è potenzialmente ancora più complicata a causa dei passaggi di store tra Steam ed Epic, mentre su Xbox sembra vivere vita più facile grazie alla migliore integrazione con la generazione passata delle console Microsoft.
La nuova modalità VR è piacevole ma più come un divertente tentativo che come vera modalità alternativa.
Un’aggiunta passata in secondo piano è la modalità VR. Arrivata in maniera decisamente in aspettata, questa è esclusiva PlayStation VR ma richiede, su PlayStation 5, di scaricare la versione PlayStation 4 di Hitman 3 (gratuitamente) dato che la nuova console Sony non è compatibile con PSVR nei giochi nativi PS5. Superata questa noiosa inconvenienza, la modalità VR fa esattamente ciò che deve, ossia proporre un tipo di gameplay meno preciso e decisamente più strampalato dato che, spostando il tutto in prima persona, non tutti i sistemi di gioco si traducono alla perfezione. Non c’è supporto per i PlayStation Move, ma solo per Dualshock e Dualsense e le rispettive capacità di motion control, e nonostante l’immersione che si raggiunge in alcune mappe è eccezionale, lo stesso non si può dire per la qualità delle interazioni, specialmente quelle legate agli oggetti. Tecnicamente il gioco fa ben più di un passo indietro e propone ambienti più spogli e con un pop-in degli elementi abbastanza invadente. Insomma, questa nuova possibilità può dare qualche ora di divertimento, ma non vi aspettate assolutamente di poter giocare interamente il gioco in questa maniera.
In termini tecnici ed artistici, Hitman 3 è un’autentica perla. Le sei mappe sono ben distinte tra loro grazie alla ormai solita cura e ricerca dei particolari di ogni location, una quantità di dettagli modellati con perizia chirurgica, texture ricche ed uniche ed una palette cromatica scelta con gusto, personalità e senso di stile. Il salto in avanti nella qualità delle cutscene di briefing ci fa presagire come i motion designer di IO interactive abbiamo già il colpo in canna per realizzare le sequenze dei titoli di 007 degne dei migliori film della saga. L’illuminazione delle ambientazioni è di grandissimo livello, aiutata ovviamente dalla mancanza di dinamicità giorno/notte degli stage, ed è coadiuvata da un rendering dei materiali preciso, realistico e privo di sbavature mentre permane una certa staticità delle animazioni, che non godono visibilmente dell’utilizzo di motion capture probabilmente per ragioni di budget. Su PlayStation 5 il titolo gira a 60fps praticamente perfetti ad una risoluzione leggermente inferiore al 4K (fonte Digital Foundry) per una pulizia e fluidità dell’immagine superiore ai titoli passati su PlayStation 4. Nuovi effetti di riflessione non fanno rimpiangere particolarmente l’assenza del ray-tracing, anche se questa potrebbe arrivare in future patch. Questa meraviglia tecnica è purtroppo sporcata da qualche bug: nelle mie ore di gioco sono avvenuti diversi crash del gioco (specialmente nella mappa Dartmoor, evidentemente problematica) e ho percepito diversi problemi audio con la colonna sonora che incomincia e finisce in maniera brusca e totalmente senza connessione con l’azione a schermo. Il sonoro rimane inalterato in termini di qualità rispetto al passato, con un tema di fondo che ben accompagna i momenti salienti e effetti sonori di ottima qualità.
Il gioco fa inoltre buon uso delle peculiarità di PlayStation 5, a partire dal supporto per le card attività e game help, purtroppo abbastanza basilare, fino all’utilizzo più convincente del DualSense. Diverse armi, interazioni con pulsanti o interruttori fanno un uso intelligente e non invasivo dei grilletti adattivi, forse proprio perché giocando con abilità ci si ritrova raramente a sparare. Il feedback aptico è presente, anch’esso in giusta misura risultando piacevolmente implementato in alcune situazioni senza diventare soverchiante. I tempi di caricamento sono notevolmente diminuiti rispetto al passato, ma non risultano particolarmente fulminei come per altri titoli per PlayStation 5 forse a causa della richiesta praticamente obbligatoria di essere persistentemente online e collegati al proprio account IO.
Ho giocato ad Hitman 3 per circa trenta ore su PlayStation 5 con una copia acquistata personalmente.
DurataCome commentare quindi Hitman 3? Scovando i vari bersagli nell’intricata mappa della discoteca di Berlino, una delle migliori del gioco, e completando un’altra particolare missione del gioco che per ragioni di spoiler non racconterò, mi sono fermato a pensare a quale incredibile opera di maturità sia stata questa trilogia per IO Interactive. Passati dal pubblicare Hitman con un rilascio episodico sotto un publisher come Square Enix a camminare con le proprio gambe fino ad ottenere l’eccezionale licenza di 007 per il loro prossimo titolo, i ragazzi di Copenhagen hanno dimostrato in questi sei anni di appartenere finalmente al mondo dei grandi, grazie ad un eccezionale pacchetto di tre giochi, in realtà ormai solo uno, con una ricchezza creativa unica, un gameplay tarato al millimetro e la dimostrazione di saper supportare a lungo i propri prodotti. Certo, rimane un prodotto per fan che forse non sa fare il passo in più per attirare nuovi giocatori, ma a questo ci penserà sicuramente il buon James Bond.
Un capolavoro di stile, gusto e ricerca del dettaglio che raggiunge su next-gen nuovi standard, per la serie, in termini di pulizia e performance. Una UI minimale e perfezionata negli anni lascia quasi totalmente spazio all'esplorazione visiva delle mappe e dei loro colori distintivi e ricchi di personalità.
Doppiaggio (solo inglese), effetti audio e colonna sonora di ottimo livello grazie anche ad una spazializzazione del suono eccezionale. Qualche bizzarro bug mina in qualche frangente l'immersione nel palcoscenico sonoro imbastito di IO Interactive.
La totale mancanza di limature ai difetti storici della serie è ripagata dalle migliori missioni nella trilogia che giocano con gli standard della progressione e delle meccaniche di gameplay perfezionate al millimetro. La rigiocabilità è il baluardo del titolo grazie ad quantità di contenuti eccezionale, ancora meglio nel caso si possiedano i due episodi precedenti. Hitman 3 è un videogioco unico, e per questo ovviamente polarizzante anche a causa della politica dei prezzi dei titoli precedenti dello sviluppatore che certamente frenerà nuovi acquirenti.