La storia dell’IP di Bayonetta è piuttosto controversa. Il primo capitolo arrivò su PS3 e Xbox 360 nel 2009 e fu un grandissimo successo di critica. Molto meno positivo, invece, fu il responso del pubblico. Complice un genere ormai diventato di nicchia e una IP nuova di zecca, la nuova creatura di Platinum Games non riuscì nell’imporsi da un punto di vista commerciale.
Dopo qualche anno passato nel limbo, fu Nintendo a entrare in gioco decidendo di finanziare interamente un secondo capitolo. Nel 2014, così, approdò sulla sfortunata Wii U Bayonetta 2: questa volta Kamiya e soci si discostarono pesantemente dallo stile classico del primo (tanto caro a Devil May Cry, ndr) presentando un action stylish completamente folle e ridefinendo un nuovo standard per il genere. Anche in questo caso la critica fu stregata ma ancora una volta le vendite non furono stellari, complice l’insuccesso di Wii U.
Dopo 5 anni di sviluppo e a 8 anni dal precedente, arriva Bayonetta 3
Ai The Game Awards del 2017, Nintendo e Platinum decisero di annunciare in pompa magna un terzo capitolo. Dopo quello spettacolare teaser, però, il titolo platinum scomparve dai radar per ben 4 anni senza lasciare alcuna traccia. Si ripresentò, finalmente, a settembre 2021 annunciando una generica uscita per il 2022. Nonostante le preoccupazioni per lo stato di salute di Platinum dopo il clamoroso tonfo di Babylon Fall, Bayonetta 3 è arrivato su Nintendo Switch il 28 ottobre 2022. Ve lo diciamo subito: “No! Platinum non è morta.”
L’ultima fatica del team giapponese non reinventa l’action stylish come fece il suo predecessore ma riparte da quelle solide fondamenta andando a espandere la formula in maniera incredibilmente esagerata. Completati l’introduzione e il prologo, si viene immediatamente introdotti alla succosa novità che arricchisce a dismisura (senza stravolgere) il gameplay di Bayonetta: le evocazioni.
La strega di Umbra, in questo terzo atto, può evocare demoni infernali enormi che aumentano la spettacolarità dell’azione a dismisura. Combo lunghissime e caotiche faranno da sfondo a un combat system forse meno preciso dei precedenti capitoli ma senz’altro più divertente e sfaccettato. Mai come ora il controllo della strega di Umbra è risultato essere così divertente.
Le evocazioni sono la vera novità che arricchisce a dismisura, senza stravolgere, il gameplay di Bayonetta
Una tale varietà del combat system rende questo terzo capitolo forse il più accessibile dei tre. Non è poi troppo difficile ottenere un buon punteggio durante i classici versetti che contraddistinguono i vari capitoli. Anche le sfide opzionali sbloccatili tramite portali sono usate principalmente per introdurre nuovi demoni e nuove meccaniche nel corso del gioco, fatta eccezione per alcune occasioni in cui il gioco si fa davvero duro. Insomma, Bayonetta 3 non rivoluziona il genere come fatto dal predecessore, ma lo espande a dismisura con una quantità di idee gargantuesca.
Per recensire con completezza l’ultima opera di Kamiya siamo costretti a fare un piccolo spoiler. Tutto il comparto narrativo di Bayonetta 3 si fonda sull’espediente del multiverso che tanto va di moda negli ultimi tempi. Tale espediente, però, non è un semplice tentativo di scimmiottare la moda del momento. Più che uno strumento narrativo, il multiverso viene utilizzato principalmente come mezzo per introdurre una quantità incredibile di meccaniche. Durante i quattordici capitoli necessari a portare a termine l’avventura, non vi troverete quasi mai di fronte a situazioni ripetitive.
Si spazia dal fighting game, al rhythm game passando per lo sparatutto a schermata fissa (à la Space Invaders, per intenderci). Il numero di situazioni nelle quali Bayonetta 3 vi lascerà senza fiato è letteralmente incredibile. A volte si rimane addirittura con l’amaro in bocca per il fatto che alcune situazioni vengano sfruttate esclusivamente per frangenti di gioco molto corti.
Il multiverso è il vero protagonista di questo terzo capitolo, sia dal punto di vista del gameplay che dal punto di vista narrativo
Se dal punto di vista del gameplay il multiverso apre a una miriade di possibilità, il comparto narrativo non è da meno. Le situazioni alle quali assisteremo sono esilaranti e al limite di una coerenza narrativa che è costantemente sul filo. Chiaro come l’apertura a una soluzione di questo tipo arrivi, in fin dei conti, a giustificare praticamente qualsiasi risvolto. Nel complesso, però, la straordinaria caratterizzazione dei personaggi e il citazionismo estremo presenti nel gioco ci regalano dei momenti finali davvero esaltanti. Bayonetta 3 chiude una trilogia straordinaria che ha dettato senza alcun dubbio un nuovo punto di riferimento per gli action stylish.
Chiunque abbia seguito un minimo la comunicazione attorno al titolo, avrà senz’altro saputo che, per la prima volta nella saga, un nuovo personaggio sarebbe stato giocabile: stiamo parlando di Viola. Senza fare spoiler sulle origini del personaggio, visto che non ve ne è ragione, possiamo senz’altro dire che le sue apparizioni all’interno dell’avventura restano estremamente circoscritte. Viola si contrappone fin da subito al gameplay caotico ed esagerato di Cereza. La schivata lascia spazio a un parry con una finestra cortissima che necessita una precisione elevatissima.
Inoltre, la giovane coprotagonista può contare esclusivamente su un demone, limitando così la spettacolarizzazione dell’azione. Insomma, tutto sommato si tratta di un’ottima aggiunta, ma ogni volta che si controlla il personaggio si ha molto presto la frenetica sensazione di voler ritornare nei panni della strega di Umbra, anche a causa della sua caratterizzazione più estrosa e accattivante.
Bayonetta 3 è un action stylish sviluppato da Platinum Games e prodotto da Nintendo, in esclusiva per Nintendo Switch.
DurataDal punto di vista tecnico, Bayonetta 3 spinge al limite l’ibrida di Nintendo. L’azione a schermo è spesso caotica e piena di elementi tra demoni, nemici ed effetti esplosivi spettacolari. Tali fattori, uniti a una certa debolezza da parte di Platinum per quanto riguarda i tools di sviluppo, sfornano un titolo deficitario dal punto di vista tecnico. Il dettaglio delle texture è estremamente basso e il frame rate non è mai granitico sui 60 fps. Sia chiaro però, mai viene messa in dubbio la giocabilità del titolo: soprattutto in portatile sullo schermo Oled, il tutto risulta più che godibile e si arriva a chiudere un occhio considerata la bontà del titolo in questione.
Non è certo questo lo spazio giusto per discutere del futuro di una saga di questa caratura. Ci vorranno forse ancora molti mesi per metabolizzare del tutto un action di questa portata, che propone inoltre una quantità di contenuti secondari importante che garantisce un’altissima rigiocabilità. Il finale dell’avventura dà tuttavia, come mai prima d’ora, un senso di compiutezza a una trilogia che potrebbe anche concludersi qui.
Senza entrare nel dettaglio, però, Kamiya e soci non chiudono definitivamente tutti gli archi narrativi e la sensazione è che il matrimonio tra Platinum e Nintendo possa proseguire a lungo, anche se, sicuramente, non su Nintendo Switch. Nell’attesa di scoprire quale sarà il futuro di questa splendida saga, non ci resta che goderci quello che per molti anni sarà il miglior action stylish in circolazione.
Bayonetta 3 spinge al limite Nintendo Switch, ma la scarsa capacità tecnica di Platinum non aiuta a ottimizzare a sufficienza. Texture a bassissima risoluzione e un frame rate tutt'altro che granitico nelle fasi più concitate, ci consegnano un gioco tecnicamente non all'altezza di tutto il resto. Fortunatamente il tutto risulta sempre estremamente godibile, anche grazie a una varietà e a una caratterizzazione artistica sempre eccellenti.
Colonna sonora, come da tradizione, ispiratissima, che riesce a galvanizzarci in ogni fase di gioco. Viste anche tutte le polemiche che ci sono state sul doppiaggio, possiamo confermare che la "nuova" Bayonetta svolge il suo lavoro egregiamente.
Il vero fiore all'occhiello di questo terzo capitolo. Una varietà straripante, un combat system più esagerato che mai e una tale diversificazione di situazioni piazzano Bayonetta 3 nell'Olimpo degli action stylish. Tale varietà può in alcuni frangenti generare un po' di caos, ma non si fa neanche in tempo ad assimilare una meccanica che ci si trova subito di fronte a una nuova di zecca. Semplicemente straordinario.
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Non girasse a 15fps sarebbe anche un bel gioco.
Per me bocciato, Nier automata e God of War se lo mangiano a colazione.
Non so se il tuo commento sia troll oppure serio. Nel secondo caso c’è da preoccuparsi considerata la quantità di ignoranza in poche righe:
1) Bayonetta 3 non arriva mai a 15fps (non scende mai sotto i 30 a dire il vero). Oscilla tra i 40 e i 50 come da analisi di digital foundry. Detto questo abbiamo dato un voto basso all’aspetto tecnico parlandone ampiamente. Evidentemente manco hai letto la recensione.
2) Il paragone con God of War e Nier non ha senso alcuno. Stai paragonando un action stylish frenetico come Bayonetta a due sandbox action in terza persona con tutt’altre caratteristiche. Mi sembra evidente che tu Bayonetta 3 manco lo abbia giocato.
Buona giornata 😉
No no l’ho letto è che l’ho giocato recentemente assieme a God of War e mentre quest’ultimo gira come un orologio svizzero per me bayonetta è ingiocabile da quanto il comparto tecnico faccia pena, ovviamente i 15 fps erano metaforici.
Buona giornata a te. 😉