Il clamoroso settembre videoludico, che ha messo a dura prova le tasche di noi poveri video giocatori, si avvia alla conclusione. Prima di salutare e lasciar spazio al meno dispendioso ottobre, però, le cartucce da sparare sono ancora pronte nella canna di un fucile grosso e di grosso calibro, come mai prima d’ora. Tra le uscite più attese dell’ultima settimana del mese troviamo sicuramente FIFA 20 che, come di consueto, piomba sul mercato con la sua solita – enorme – attesa mediatica. Quest’anno però, complice un rivale storico – PES – più bello e in palla che mai, la marcia trionfale del pargolo di Electronic Arts non è poi così scontata. Le cose sono cambiate, e la perdita della licenza della Juventus ha sicuramente pesato sull’economia generale di un prodotto che, inevitabilmente, ha nel nostro Paese una delle fonti di vendite più remunerative. Chiariamo subito una cosa fondamentale: FIFA, nel bene o nel male, è sempre lo stesso. La sua qualità non si discute e la sua straripante quantità di contenuti non è in discussione, ma ha ormai preso una strada ben precisa, strada che però non tutti sono ancora disposti a seguire. Per fortuna, comunque, che c’è Ultimate Team.
L’Ultima(te) VOLTA non si scorda mai!
Già, Ultimante Team. La modalità regina della produzione torna quest’anno in una nuova veste, seppur prettamente grafica. Il team di sviluppo ha apportato diverse migliorie alla formula di base, seppure senza rivoluzionare (giustamente) un macchina pressoché perfetta. E così, se i menu ora sono nettamente più belli da vedere, più al passo coi tempi e meno tediosi da circumnavigare, sotto il piano delle possibilità ludiche il tutto è rimasto praticamente invariato. O quasi. Perché i piccoli cambiamenti, come l’aggiunta dei punti esperienza, coi quali acquisire premi, ricompense e oggetti vari, sono una piacevole sorpresa, così come quella legata alle amichevoli FUT, grazie alle quali è possibile sfidare un amico potendo testare così la nostra squadra con mano. La modalità si arricchisce anche degli obiettivi stagionali, che garantiscono ricompense sempre più ricche in base ai risultati ottenuti. Ritornano le immancabili stagioni online e le varie sfide giornaliere e settimanali, insieme all’ormai fondamentale Squad Battle, necessario a dir poco (nelle fasi iniziali specialmente) per poter creare una squadra competitiva. Oltre alla classica Ultimate Team, ormai diventata un gioco nel gioco, e alla Carriera, anch’essa discretamente attesa e giocata, a capeggiare l’enorme lista di modalità a disposizione del giocatore è certamente VOLTA. Il calcio da strada si mostra subito anch’esso come un gioco nel gioco, grazie anche alla profondità ludica e concettuale mostrata. Tutto inizia con la creazione di un avatar, personalizzabile con un editor che comprende anche vestiario e capigliatura.
Dopo aver creato il nostro personaggio, scelto la nazionalità, il piede e il ruolo preferiti, si può avviare la partita. Essa, un po’ come avveniva nella modalità “Il Viaggio”, mescola elementi ludici e narrativi, mettendo in scena la nascita di un club da street soccer fondato dalla stella reale della disciplina Jayzinho. Questi cercherà, grazie anche all’aiuto del ostro alter ego, di qualificarsi alle più importanti competizioni della sua categoria: il Mondiale di Street Soccer. Volta Football si dimostra quindi un’ottima aggiunta, grazie alla presenza di un albero delle abilità e la possibilità di effettuare un “respec” qualora ci pentissimo delle scelte eseguite. Questa modalità si distanzia, e non potrebbe essere altrimenti, dal gioco base, con una sfida quasi senza regole e soprattutto una velocità d’azione molto più elevata, nonché una vena simulativa ridotta pressoché all’osso. Esteticamente, però, VOLTA mostra veramente i muscoli. I campetti presenti sono vari e davvero ben fatti, e la libertà di azione che si ha è quasi totale. Ci sono sì alcune limitazioni, come i contrasti fallosi, ma c’è, per esempio, la possibilità di far muovere la palla facendo sponda col muro e con l’assenza di cose come, per dirne una, il fuorigioco, il tutto si muove a favore di un divertimento e una spettacolarità senza limiti. Il gameplay, in VOLTA Football, rispetto a quello del gioco base si presenta più frenetico e dinamico, e ciò non può che farci contenti. Non ci piace, però, che la differenza fra i giocatori, sia a livello fisico sia a livello di abilità, si presenta molto poco marcata. A dispetto del loro fisico, i giocatori hanno una velocità e un ritmo sul campo molto simili gli uni con gli altri, cosa che può far piacere per quanto concerne il tasso di spettacolarità, ma può dar fastidio a chi magari ricerca anche nella creazione del personaggio una bozza di realismo una volta scesi in campo. Ciò però non significa che Volta Football sia una modalità sbilanciata, anzi, le partite ci sono sembrate divertenti ed equilibrate e siamo sicuri che progredire nella storia e sfidare i propri amici, in locale o online, sarà un’attività che ogni giocatore di FIFA 20 svolgerà con molto piacere. Oltre alla modalità di cui vi abbiamo appena parlato e a Ultimte Team, il titolo offre le canoniche numerosissime modalità, sia online sia offline. Tornano quindi le Divisioni Online, le Amichevoli online e offline, tutte le varie modalità legate al multigiocatore e le partite contraddistinte da particolari regole, come la Palla Matta. Alcune di queste attività si possono poi svolgere all’interno di Ultimate Team, cosa che rende il titolo ancor più divertente rispetto al passato. Ancora una volta, non vengono rivoluzionate le modalità di gioco, ma ampliate con qualche piccola aggiunta di ottima fattura, come avviene nella modalità Carriera. Questa non subisce drastici cambiamenti rispetto al passato nell’infrastruttura generale, ma viene arricchita con alcuni dialoghi in più, risposte multiple, trattative più realistiche, maggiore possibilità di scelta. Ciò che cambia è il gameplay che, come al solito, nella parte offline del gioco diventa certamente diverso e subisce mutazioni più tendenti al realismo, rimanendo comunque sostanzialmente molto più veloce e dinamico rispetto alla concorrenza.
Frenesia, dinamismo, spettacolarità… ma può bastare ancora?
Sul piano strettamente ludico, FIFA 20 si mostra come un episodio tutto sommato conservativo rispetto al passato. L’ultimo capitolo progettato, verosimilmente, per l’attuale generazione di console non porta in dotazione quest’anno, così come nelle scorse edizioni, delle novità tanto importanti da giustificarne un forte impatto dal punto di vista ludico. I ragazzi di Electronic Arts sono riusciti comunque a metter mano su alcuni punti di principale importanza, che negli anni si sono rivelati come l’anello debole di una produzione che non fa del gameplay la sua arma principale. Su tutte è stata modificata fortemente la fisica della palla, adesso molto più “pesante” e realistica, che rende ogni passaggio e ogni movimento decisamente più naturali e meno “arcade”. La fisica della palla non è comunque l’unica innovazione apportata al movimento della palla in sé: dare vita alle azioni è sempre frenetico e spettacolare, ma si avverte, rispetto agli anni scorsi, come gli sviluppatori abbiano deciso di dare maggior importanza al gioco a centrocampo e soprattutto alla bravura del giocatori di evitare di farsi rubare palla dai difensori e dai centrocampisti avversari. Questi ultimi risultano quest’anno più intelligenti ed aggressivi ed è proprio il centrocampo che diventa di fondamentale importanza nella partita. Saltare l’uomo, infatti, con un giocatore abile nei passaggi e nel dribbling risulta vitale per poter partire in attacco, trovandosi magari in superiorità numerica. Ovviamente tutto ciò lascia spazio agli immancabili voli sulle fasce, che risultano ancora eccessivamente efficaci, con giocatori fin troppo rapidi rispetto sia alla difesa avversaria sia alla controparte reale.
Questa risulta una particolarità che non ci sentiamo neanche più di additare come difetto, poiché è chiaro come sia volontà software house farne un proprio marchio di fabbrica. FIFA 20 risulta quindi un vero e proprio omaggio alla spettacolarità, al gioco meno simulativo e più divertente, che comunque non disdegna un approccio più tattico ed equilibrato in alcuni frangenti. Ci ha fatto molto piacere veder migliorare la fase difensiva, in particolare dei centrali, ora meno aggirabili con i passaggi filtranti e molto più attenti anche in fase di copertura e protezione dell’area in modo autonomo, quindi non controllati dal giocatore. Segnare ci è pertanto sembrato più difficile rispetto al passato, anche con giocatori molto forti in attacco e abili nel tiro. Proprio i tiri sono stati pesantemente rivisitati, in particolare quelli da fuori area, da sempre tallone d’Achille per la produzione targata EA Sports perché effettivamente troppo efficaci, sia nelle modalità online sia in quelle offline. Quest’anno tirare risulta molto più complicato, anche settando i comandi assistiti e segnare da fuori si è rivelata essere una sfida davvero ardua. In generale, comunque, tutta la meccanica del tiro ci è sembrata un attimino più compassata, meno innaturale ed estemporanea, con risultati tutto sommato positivi. Un plauso va fatto per il comportamento degli arbitri, sempre molto attenti e precisi nel giudicare la azioni avvenute in partita, e per quello dei portieri, ancora una volta molto abili ma non esenti dal commettere errori, che rendono più piacevole e realistico il corso delle partite. Il team di sviluppo si è dedicato poi anche all’introduzione di tantissime nuove animazioni, da sempre uno dei punti di forza della produzione, che rendono l’impianto complessivo, anche a livello strettamente visivo, sicuramente di alto livello. Ottime, come di consueto, le animazioni del controllo di palla, ad esempio, che portano in dote una libertà di azione veramente ai limiti della perfezione. Il tutto va rapportato comunque alla volontà di Electronic Arts di mantenere una linea votata al divertimento e all’attacco e peccato per la presenza di una frenesia di fondo ancora una volta troppo marcata e se vogliamo innaturale.
Luci e ombre dal punto di vista tecnico
Graficamente parlando, Fifa 20 si mostra ancora una volta piuttosto conservativo e esente da novità particolarmente rilevanti. Certo, l’arrivo della nuova generazione ormai alle porte e il forte vantaggio accumulato negli anni hanno giocato un ruolo forse eccessivamente importante nella scelta degli sviluppatori di non migliorare la produzione da questo punto di vista, facendo restare il titolo troppo ancorato ad uno stilema estetico abbastanza ripetitivo, se si confrontano gli ultimi capitoli usciti della serie. Con questo non intendiamo dire che FIFA 20 abbia una qualità grafica sotto la media, anzi, rimane comunque un gioco più che godibile a livello estetico, ma si poteva fare di più, considerando anche la forte spinta data dalla concorrenza sotto questo punto di vista. In ogni caso, i lavori di rifinitura effettuati su elementi come le animazioni, la modellazione poligonale dei corpi dei giocatori più famosi, per esempio di quelli della Premiere Legue, e la rappresentazione degli stadi dei campionati più importanti rimangono sempre di grossissima caratura.
Rispetto alla concorrenza però stavolta si sente un momento di stanca eccessivo, per cui anche elementi non risultano al medesimo livello della concorrenza e si mostrano ai limiti della generazione attuale di console. Fifa 20, dunque, dal punto di vista grafico, pur rimanendo uno spettacolo da vedere per quanto riguarda il quadro generale, si setta un passo indietro rispetto agli altri titoli sportivi dell’anno, pur non avendo problemi di stabilità e fluidità almeno per quanto concerne la versione Xbox One X, quella da noi testata in fase di recensione. Ottima è, ad esempio, la rivisitazione estetica dei menù, sempre piacevoli da vedere, seppur molto simili tra loro rispetto anche agli scorsi anni. Navigare all’interno di essi risulta comunque ancor più piacevole, sia grazie alla scelta dei colori sia grazie anche alla “svecchiata” effettuata, in particolare all’interno delle modalità Ultimate Team e Carriera. Emblematica, come al solito, è la colonna sonora, composta da brani di artisti sconosciuti e semi-sconosciuti, che messi insieme offrono una qualità di grande livello. Buona quest’anno anche la telecronaca: nonostante il duo Pardo-Nava andrebbe rivisto su alcuni punti, ci sentiamo di elogiare la qualità mostrata in particolare da Pardo in questa nuova veste. In FIFA 20 la telecronaca si rende meno protagonista di svarioni e momenti in cui ciò che viene detto poco corrisponde a ciò che accade in campo ed è stata impreziosita da alcune scelte e aggiunte, anche dialettali, che rendono il tutto più che dignitoso.
Ho provato FIFA 20 su Xbox One X, settando i comandi prima su manuale e poi su automatici, cercando di svariare per i vari livelli di difficoltà alla ricerca di un equilibrio ludico tutt'altro semplice da ritrovare. Mi sono dedicato, e non potrebbe essere altrimenti, in particolare alle modalità Ultimate Team e VOLTA.
Struttura
Collezionabili e Extra
Scheda Gioco
FIFA 20 è un ottimo gioco, consigliabile senza remore a tutti gli appassionati della saga, ma che offre veramente poche novità rispetto alle passate stagioni. Electronic Arts ha dimostrato – ancora una volta – di essersi eccessivamente arenata dal punto di vista creativo, limitandosi a puntellare un po’ qui e lì, in attesa della prossima generazione, una formula complessiva più che rodata. A “salvare la baracca”, ci pensano come al solito le tantissime modalità di gioco, tra cui l’immancabile Ultimate Team, e la vera new entry dell’edizione: Volta. Lo Street Soccer torna più divertente che mai e, probabilmente, è forse la motivazione più sensata per acquistare il gioco. Complessivamente, comunque, ci siamo divertiti non poco finora in compagnia del figliol prodigo di Electronic Arts, ma ci aspettiamo decisamente di più già dalla prossima edizione.
Riassumendo il tutto in poche parole, il risultato sarebbe il seguente: troppo poco. Electronic Arts si è eccessivamente adagiata sugli allori, negli ultimi anni, e ciò si avverte tantissimo, mai come quest'anno a ridosso della nuova generazione di console, con un comparto grafico tutt'altro che spettacolare. Sia chiaro, rimane pur sempre un ottimo gioco, sul piano tecnico, ma eccessivamente povero di novità da ormai diverse stagioni.
Strepitosa colonna sonora, come al solito, che accompagna nel migliore dei modi la navigazione all'interno dei vari menù di gioco. Maestosa, come al solito, la cornice che avvolge gli stadi, con cori e suoni in generale impossibili da distinguere da una partita vere. Discreta la telecronaca italiana affidata a Pardo e Nava, anche se quest'ultimo andrebbe rimpiazzato (non ce ne voglia) quanto prima.
Voto di stima, in onore di una spettacolarità di fondo impossibile da non amare. Peccato però per le poche modifiche, sempre un tantino al risparmio, che rendono davvero difficile giustificare il lavoro svolto da Electronic Arts da questo punto di vista. Siamo contenti, però, del buon lavoro svolto sulla rivisitazione dei tiri e della fisica della palla, ma siamo ancora ben lungi dalla concorrenza.
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Certo che avere già questa sterilità quando il gioco di transizione vero e proprio sarà Fifa 21 è un po’ grave. Comunque un buonissimo gioco pure secondo me, FUT ovviamente sbilanciatissima as usual.
Pur essendo calciofilo fino al midollo, dopo aver provato la demo del gioco ho disdetto la prenotazione. È già qualche anno che non acquisto nessun gioco di calcio, quest’anno ne avevo voglia ma FIFA 20 mi sembra un mero copia-incolla dei capitoli precedenti, peraltro pure (già) invecchiato maluccio. Graficamente ha perso il suo effetto WOW, il gameplay mi piace sempre meno e il FUT non è più roba che fa per me. Passo, così come ho passato il seppur buono PES 2020.
A questo punto, il prossimo gioco di calcio lo si aspetta direttamente sulle nuove console. Sperando in un salto generazionale non di poco conto. Incrociamo le dita.
Un mero copia-incolla no, non direi. Certamente però hanno lavorato eccessivamente al risparmio, quello sì, specialmente graficamente. Peccato, ma ormai è chiaro che sono rivolti alla prossima generazione!