Horizon: Zero Dawn è la nuova avventura sviluppata da Guerrilla Games, nonché una delle esclusive più illustri di Playstation 4. Questa nuova proprietà intellettuale tripla A si innesta in un panorama videoludico avvezzo alle grandi saghe che si protraggono per molti capitoli, spesso mantenendo pressoché inalterata l’ossatura di gioco. Questa premessa, in sé, sarebbe motivo più che sufficiente per celebrare l’arrivo di Horizon sul mercato. Tuttavia, seguire le avventure dell’indomita Aloy è un’esperienza intrinsecamente appagante che dà ai videogiocatori tante ragioni di gioire. Infatti, nonostante alcuni aspetti tradiscano peccati d’inesperienza da parte degli sviluppatori, Horizon è un gioco coinvolgente, graficamente strabiliante, artisticamente originale e con un sistema di combattimento complesso e, alla lunga, soddisfacente.
Dovendolo classificare in un genere videoludico, lo si potrebbe definire un’avventura open-world ambientata in un mondo post-post-apocalittico. Fin da subito, sebbene sia dotato di una vasta e meravigliosa ambientazione, il gioco tende a privilegiare l’azione ed il combattimento sugli elementi GDR che hanno caratterizzato altre recenti produzioni open-world, quali ad esempio The Witcher 3. La probabile spiegazione di ciò risiede nel fatto che, fino ad ora, il gioco più noto di Guerrilla era lo sparatutto in prima persona Killzone.
Il mondo di gioco è, come detto, meraviglioso e presenta delle incoerenze artistiche che risultano di grandissimo impatto per il giocatore.Il sistema tribale, in cui è organizzato ciò che rimane della civiltà umana, è caratterizzato con tratti preistorici: la caccia è la principale attività di sopravvivenza, gli uomini vivono in capanne di fortuna e si scaldano grazie a dei falò. Le più grandi città, quali ad esempio Meridia, hanno un’estetica più medievaleggiante, quasi a ricordare Novigrad oppure una qualunque delle città di Skyrim. Infine, in mezzo alla natura pressoché incontaminata, si trovano le macchine: retaggio di una civiltà anteriore, esse sembrano misteriosamente programmate per attaccare gli uomini rendendo assai pericolosi gli spostamenti da un insediamento all’altro. Ve ne sono di ogni tipo e, ciascuno di essi, presenta una determinata serie di punti forti e debolezze. Questo intrinseco valore artistico viene amplificato da un motore grafico eccezionale, il Decima Engine, sviluppato da Guerrilla appositamente per Horizon: a garanzia della sua bontà basterebbe dire che Hideo Kojima lo ha scelto per il suo Death Stranding! La resa grafica del ciclo notte-giorno, degli effetti luce e metereologici non ha eguali tra i motori grafici odierni, in particolare su una PS4 Pro. Una sbavatura, abbastanza fastidiosa a dire il vero, è però rappresentata dalla scarsa qualità delle espressioni facciali dei personaggi durante le animazioni: non sono certamente disastrose come, ahimè, nel caso di Mass Effect Andromeda, tuttavia costituiscono l’unico aspetto migliorabile in un altrimenti superbo comparto grafico.
Giochiamo nei panni di Aloy, una giovane la cui condizione, fin da bambina, è quella di emarginata ovvero allontanata dalla sua tribù di origine, i Nora. La nostra eroina viene cresciuta da Rost, anche lui un emarginato, il quale le insegna, con affetto paterno, l’arte della caccia, della sopravvivenza e del combattimento. Aloy, tuttavia, vuole conoscere la sorte dei suoi genitori nonché i motivi della sua emarginazione: spetterà al giocatore guidarla in questa impresa dal carattere inizialmente personale e che, successivamente, riserverà dei colpi di scena.
Il sistema di combattimento è molto originale e, sebbene inizialmente possa risultare ostico, alla lunga si rivela come uno dei migliori asset del gioco.Lo scontro frontale con le macchine è raramente la soluzione migliore: un approccio tattico, invece, consente ad Aloy di operare attacchi a sorpresa, piazzare trappole sul terreno di scontro e guadagnare vantaggi vitali per l’esito della battaglia. Il combattimento corpo a corpo si limita all’uso della lancia e non prevede la possibilità di usare il lock per bloccare il target sui nemici. Questa scelta, indubbiamente originale se paragonata ad altri giochi contemporanei, aggiunge un po’ di confusione agli scontri. Infatti, i movimenti della telecamera non consentono di avere la visuale alle spalle di Aloy nel momento esatto in cui sferra un attacco e, pertanto, alcuni colpi sono dati un po’ alla cieca e vengono reindirizzati automaticamente. Un’altra caratteristica originale del gioco è che l’arma primaria è l’arco, pertanto una buona porzione dei combattimenti può essere risolta dalla distanza e presenta un alto tasso di spettacolarità e dinamicità.
Un ulteriore stratagemma tattico a disposizione in battaglia è quello di eseguire un “override” sulle macchine grazie al quale Aloy le può letteralmente cavalcare durante lo scontro. Spesso, tuttavia, le circostanze richiedono un approccio “silenzioso”: la modalità di movimento stealth è ben realizzata e ricorda alle volte Far Cry, specialmente negli assalti ai forti dei banditi, alle volte Uncharted 4, per come si può sfruttare l’erba alta come copertura. Quest’ultimo viene alla mente anche quando Aloy si arrampica per pareti rocciose e opera salti prodigiosi degni di Nathan Drake. In generale, la giovane Nora si muove molto bene: il sistema di controllo è reattivo e le permette, ad esempio, di saltare gli ostacoli medio-bassi semplicemente tenendo premuta la levetta direzionale, oppure di operare scivolate in corsa, tramite il tasto quadrato, che consentono il passaggio immediato alla modalità stealth.
Tra tante note positive, vi è sostanzialmente una critica che si può rivolgere ad Horizon: quella di avere un open-world che, seppur ricco di cose da fare, oggetti da collezionare e posti molto variegati da esplorare, risulta un po’ vuoto di storie secondarie e punti di interesse narrativo.In altre parole, Horizon presenta idee radicalmente diverse rispetto, ad esempio, al concetto di open-world alla Bethesda, ovvero quello delle serie di Fallout e The Elder Scrolls, dove in ogni momento si aveva la sensazione che anche nel più remoto degli anfratti si nascondesse l’inizio di una nuova quest o quantomeno un personaggio con cui interagire. Spesso le città e i villaggi di Horizon, seppur bellissimi da vedere, sono pieni di case non esplorabili e NPC con le quali non si può interagire. Come si diceva prima, gli elementi GDR non sono primari in questo gioco, tuttavia quando si crea un così vasto mondo di gioco allora si impone automaticamente la necessità di riempirlo di vita ed interazione. Da questo punto di vista Horizon non è sul livello dei già citati TES e Fallout, e neppure di The Witcher 3: al fine di acquisire lo status di capolavoro, a mio avviso, Guerrilla dovrà migliorare in questo senso nei sequel.
Infine, qualche appunto minore può essere fatto nei confronti del level design, che in talune situazioni (ad esempio i campi dei banditi) limita la libertà di movimento del giocatore, e del sistema di looting, il quale risulta leggermente macchinoso. La gestione dell’inventario, soprattutto all’inizio, è altrettanto macchinosa tuttavia il crafting risulta soddisfacente grazie alla varietà di oggetti realizzabili e alla loro utilità in battaglia.
Ho giocato Horizon: Zero Dawn con copia digitale acquistata su Playstation Store. Ho portato a termine l'avventura principale in circa 30 ore. Il gioco è stato completato con una PS4 Pro collegata ad un Samsung 40MU6120. Ottima resa audiovisiva. Il gioco era in versione italiana: doppiaggio di buon livello.
DurataHorizon: Zero Dawn è un gioco vasto, divertente, bellissimo da vedere ed appassionante soprattutto grazie al carisma della sua protagonista e all’arco narrativo pienamente soddisfacente della storia principale. Siamo davanti ad un capolavoro assoluto del genere delle avventure open-world? No, non ancora: la libertà concessa al giocatore è sensibilmente inferiore rispetto ad altre recenti produzioni tripla A. Tuttavia sono state gettate delle fondamenta assolutamente solide per una saga che possa raggiungere la propria maturità nei capitoli futuri e produrre finalmente un’opera eccellente.
Splendido da vedere, questo gioco farà felici gli amanti del photo mode: il Decima Engine è strabiliante specialmente per l’impeccabile gestione della luce e per come rende il ciclo notte-giorno. Le espressioni dei personaggi durante i filmati sono migliorabili e, seppur in piccola misura, tendono a spezzare l’incanto generato dal motore grafico nelle fasi di gioco.
Colonna sonora eccellente e ben integrata con le varie fasi di gioco. Buon doppiaggio in italiano.
Sistema di controllo ottimo che consente ad Aloy di muoversi agilmente ed in maniera reattiva. Fasi d’azione molto coinvolgenti e spettacolari. Il mondo open-world risulta un po’ scarno di storie secondarie e la libertà di interazione e di esplorazione sono limitate se paragonate a quelle di altri giochi.
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Ottima esclusiva sony.Nuova Ip da applausi#