Prima che leggiate il resto di questa recensione, devo fare una premessa: in passato non ho mai giocato a nessun altro capitolo della serie Monster Hunter, per cui Monster Hunter: World per PC rappresenta in assoluto il mio primo contatto col titolo Capcom. Continuando a leggere non troverete quindi considerazioni legate in modo particolare ad altri Monster Hunter, ma il riassunto delle sensazioni provate da un giocatore che si è avvicinato per la prima volta al mondo dei cacciatori di mostri.
Un approccio che del resto sarà stato comune a molti negli ultimi tempi, proprio grazie alla versione PC di Monster Hunter: World. Al netto di alcuni capitoli minori non usciti dai confini del Giappone, la serie Monster Hunter non aveva infatti mai varcato la soglia dell’universo console. Lo ha fatto ormai da qualche settimana, usando il suo capitolo più ambizioso per provare a conquistare anche l’utenza PC in Occidente, a distanza di qualche mese dall’uscita di Monster Hunter: World su console, avvenuta a inizio 2018.
Partiamo dunque dalle basi, andando a capire cosa è Monster Hunter: World. Innanzitutto, è un gioco in grado di incutere un certo timore in chi si avvicina a esso per la prima volta, come del resto altre produzioni giapponesi, ma una volta riusciti a entrare nelle sue meccaniche esso si rivela coinvolgente e tutto sommato semplice. Il gioco è ambientato in un mondo aperto, dove i giocatori impersonano alcuni cacciatori impegnati ad affrontare gli enormi mostri che si trovano dislocati nei vari territori della mappa.
Le dinamiche sono abbastanza semplici: partendo da creature più deboli affrontate con un equipaggiamento base, il giocatore può sconfiggere i suddetti mostri per raccogliere materiale da utilizzare una volta tornato alla base. La forgia presente nell’hub centrale di Monster Hunter: World serve infatti proprio per creare nuovi oggetti, grazie ai quali andare a caccia di mostri più forti, e così via. Un vero e proprio ciclo, con il quale è possibile riassumere tutto l’arco di Monster Hunter: World, contraddistinto da sfide progressive che mettono naturalmente chi si trova davanti al monitor davanti a obiettivi più impegnativi da raggiungere.
Per quanto riguarda la trama, in Monster Hunter: World siamo chiamati a vestire i panni di uno di questi cacciatori, inviato dalla Quinta Flotta insieme ad altri colleghi nel Nuovo Mondo. L’obiettivo è quello di scoprire i dettagli della cosiddetta Traversata Degli Anziani, una migrazione che vede impegnati i draghi più vecchi verso le terre in cui ci ritroviamo a muovere i nostri passi. Senza stare ad andare troppo nel dettaglio, anche per evitare spoiler, possiamo limitarci a dire che pur senza toccare particolari vette il racconto di Monster Hunter: World riesce a farsi seguire senza problemi, facendo leva sulla spettacolare ambientazione del gioco per mantenere vivo l’interesse.
Una volta entrati nelle dinamiche, come dicevamo, il gameplay diventa abbastanza familiare. La possibilità di andare a caccia da soli o in gruppo è in grado di mettere d’accordo chi ama i giochi in solitaria così come chi va invece matto per il multigiocatore, anche se qualche problema della prima ora nella connettività su PC ha un po’ rallentato l’aspetto online di Monster Hunter: World su questa piattaforma. Il gioco è comunque perfettamente godibile da soli, o meglio insieme al proprio Palico: si tratta del nostro compagno dalle fattezze feline che ci accompagna durante tutto il gioco, seguendoci mentre ce ne andiamo in giro e aiutandoci in modo attivo nelle fasi di caccia.
Al di là della linea principale di missioni, Monster Hunter: World offre una serie di altre attività che ne aumentano il già considerevole quantitativo di ore necessarie a completare la storia e gli impegni principali dell’endgame. Se giocate da soli, difficilmente passerete meno di cinquanta ore nel Nuovo Mondo, arrivando a sfondare il muro delle cento nel caso in cui amiate perdervi nei dettagli. Pur richiedendo un certo quantitativo di “grinding” per ottenere alcuni elementi, con l’obiettivo di aprire le porte di Monster Hunter: World a un pubblico più ampio Capcom ha per fortuna semplificato la vita ai giocatori rispetto a quelle che erano le dinamiche della serie in passato.
Ho giocato a Monster Hunter: World su un PC dotato di GeForce GTX 970, CPU i5-4460 e 16 GB di RAM.
DurataMonster Hunter: World richiede un po’ di pazienza per essere apprezzato. Il gioco non ne fa un mistero sin dalle prime battute, dove un lungo tutorial ci porta attraverso i vari elementi che compongono la fatica di Capcom. Per chi come il sottoscritto è alle prime armi con questa serie imparare tutte le dinamiche del gioco può voler dire investire un discreto quantitativo di tempo in esso, trascorso il quale diventa comunque possibile apprezzare tutto ciò che di bello Monster Hunter: World ha da offrire. L’importante è essere disposti a entrare nel suo loop di caccia, lasciandosi coinvolgere da un’ambientazione esotica e da scontri epici con mostri giganti. Ben presto, difficilmente riuscirete a farne a meno.
L’aspetto grafico è ovviamente il punto in cui Monster Hunter: World per PC si differenzia maggiormente dalle versioni PlayStation 4 e Xbox One. La potenza dell’hardware a disposizione permette infatti ai giocatori di scegliere il meglio senza dover scendere a compromessi con equilibri tra dettaglio e prestazioni, a patto ovviamente di avere una configurazione che lo consenta. Più che in termini di colpo d’occhio la versione PC brilla quindi per fluidità, mantenendo costante il numero di fotogrammi al secondo anche nelle situazioni più complicate, al netto però di qualche problemino con la telecamera.
L’azione di Monster Hunter: World viene accompagnata da una colonna sonora mai invadente, abile nel sottolineare i momenti di maggiore tensione negli scontri con le gigantesche creature che ci troviamo davanti. Il doppiaggio di buona qualità è interamente in lingua italiana, così come tutti i testi presenti nel gioco.
Il sistema di controllo si mostra innanzitutto senza sbavature, sia con l’uso del controller, sia con mouse e tastiera. Un iniziale periodo di apprendimento viene presto ricompensato con delle dinamiche curate fino al minimo dettaglio, dove l’uso di un’arma invece di un’altra richiede padronanza e stile di combattimento adeguato. Gli scontri coi mostri non sono mai banali e mettono alla prova la prontezza di riflessi di chi sta giocando: danzare intorno al nostro obiettivo, individuare i suoi punti deboli (anche grazie all'apposito diario) e come sfruttarli al momento giusto è una combinazione che mette l’esperienza di gioco di Monster Hunter: World ai vertici del divertimento.