Quale sia l’offerta ludica di Mutant Year Zero: Road to Eden dovrebbe essere chiaro a chi ha letto la nostra anteprima (potete recuperarla qui), ma l’internet è pieno di pigri quindi provo a riassumerne brevemente il gameplay: visuale isometrica, mappa suddivisa in stanze esplorabili in tempo reale, scontri a turni à la XCOM, albero delle abilità, crescita del personaggio in stile RPG, equipaggiamento moddabile, una storyline degna del primo Fallout e un hub centrale da chiamare “casa”. A tutto questo si aggiunge la feature forse più intrigante dell’intero pacchetto, ossia la possibilità di esplorare le singole stanze in modalità stealth così da stare lontani dal raggio visivo avversario, ben evidenziato, ed elaborare una strategia offensiva che nella maggior parte dei casi si risolve nell’eliminare il nemico “un pezzo alla volta” restando nell’ombra.
Il concept di Mutant Year Zero: Road to Eden nasce da un gioco di ruolo cartaceo piuttosto famoso – in Svezia – e foriero di molti spin-off. L’incipit è quello della guerra nucleare, preceduta dallo scioglimento dei ghiacci a causa del surriscaldamento globale e da un’epidemia di peste rossa del tutto simile a quelle descritte da Jack London nel suo racconto del 1912 ed Edgar Allan Poe in The Mask of the Red Death del 1842. Sta di fatto che quasi tutti gli abitanti della terra sono morti, sulla scena sono arrivati i mutanti e, di base, quelli “buoni” vivono nell’Arca – un insediamento sopraelevato dove si cerca di far sopravvivere la civiltà – mentre quelli “cattivi” seminano il panico in gruppi più o meno organizzati cercando di depredare il depredabile. In Mutant Year Zero non esiste il problema della disoccupazione visto che di stalker non ce n’è mai abbastanza mentre le risorse per sopravvivere sono sempre scarse e devono essere continuamente rimpinguate.
Nell’immaginario di Mutant Year Zero l’Eden è un luogo simbolico che rappresenta una sorta di paradiso sulla terra in cui non esistono radiazioni e c’è tutto in abbondanza
Noi partiamo alla guida di due di questi stalker – che in italiano è stato localizzato in maniera bizzarra: persecutore – impegnati a ritrovare colui che aggiusta e fa funzionare gli ingranaggi dell’Arca su precisa richiesta del leader maximo Elder. Hammond – questo il nome dell’uomo a cui diamo la caccia – è partito alla ricerca di un “satellite” precipitato al suolo e che conterrebbe, stando alle indiscrezioni dei messaggi trovati lungo il suo cammino, le indicazioni per raggiungere l’Eden. Nell’immaginario di Mutant Year Zero l’Eden è un luogo simbolico che rappresenta una sorta di paradiso sulla terra in cui non esistono radiazioni e c’è tutto in abbondanza; una sorta di mito, insomma, non così dissimile da quel giardino che i fedeli di svariate matrici religiose sperano di raggiungere dopo la morte.
Insistere sul contesto narrativo di Mutant Year Zero è importante poiché il gioco è così ricco di dialoghi tra i vari membri del party o con i PNG dell’Arca che la curiosità di scoprire “cosa c’è dopo” è uno degli elementi forti della proposta di The Bearded Ladies, laddove con “uno degli elementi forti” intendo che di frecce al suo arco questo gioco ne ha molte e la storyline non è da sottovalutare come invece spesso capita negli strategici a turni. Rispetto all’anteprima, che già era una meraviglia, gli sviluppatori hanno bilanciato alla perfezione tutte le variabili e ogni aspetto gode ora di maggiore equilibrio. Non parlo solo di statistiche legate al potere offensivo e difensivo, ma anche di numero di avversari presenti in una determinata area e pattern di movimento. Una stanza che prima sembrava insormontabile e faceva storcere il naso per l’insensata difficoltà, adesso risulta altrettanto impegnativa ma strategicamente affrontabile.
gli sviluppatori hanno bilanciato alla perfezione tutte le variabili e ogni aspetto gode ora di maggiore equilibrio
È bene comunque sottolineare che Mutant Year Zero: Road to Even non è un titolo facile, a prescindere dalle possibilità offerte in termini di “voglio giocarci senza salvare e senza il recupero automatico di salute e munizioni al termine della schermaglia”. Al netto dell’approccio stealth che, in soldoni, ci permette di aggirare un nemico, cogliendolo di sorpresa, per abbatterlo con armi silenziose in un solo turno, la fase strategica richiede una discreta pianificazione. Vuoi per un numero limitato di munizioni e l’impellenza della ricarica obbligatoria, vuoi perché fin da subito le abilità avversarie comprendono la rianimazione in due turni di un mob a terra o l’arrivo di – numerosi – rinforzi, non c’è livello di difficoltà che tenga: chi sbaglia paga salato. In soccorso arrivano subito mod per le armi, equipaggiamento che influisce seriamente su gittata, danni secondari o probabilità di un critico e abilità che intervengono attivamente su movimento e capacità offensiva della controparte. Anche la varietà della potenza di fuoco è notevole fin dal primo livello, con armi a corto, medio e lungo raggio, silenziate o ad area, utilizzabili da tutti i protagonisti senza distinzione. È giusto osservare che l’intelligenza artificiale non faccia gridare al miracolo e che in alcuni scontri il primo problema da risolvere sia quello dell’inferiorità numerica. Si tratta di un punto debole che potrebbe far storcere il naso ai veterani dei tattici a turni, ma la vocazione di Mutant Year Zero non è quella di spodestare i classici di un tempo, quanto di affiancarcisi con umiltà.
Il mio spazio sta finendo, quindi veniamo al sodo: compratelo. Se amate gli strategici bellici a turni ma siete spaventati dalla complessità di altri capisaldi come War of the Chosen, Mutant Year Zero fa al caso vostro e non c’è possibilità di sbagliarsi. Il prodotto confezionato sotto etichetta Funcom è bello da vedere, accattivante da giocare e non appesantisce con intricate risorse da gestire che non siano quelle legate agli stalker da schierare in battaglia. Permangono alcuni problemi di localizzazione, una modellazione dei nemici appena sufficiente, uno scollamento estetico tra il realismo delle location e l’interfaccia fin troppo caricaturale, con font giganti e colori sgargianti, ma per il resto il divertimento è assicurato e già prima della pubblicazione ha fatto capolino una prima patch. Del fatto che i protagonisti principali siano un maiale e un’anatra antropomorfi avevamo già discusso in sede di anteprima, quindi per avere una panoramica completa potete recuperarla per poi decidere, ugualmente, di fare vostra una copia del gioco. Esce oggi, 4 dicembre 2018, su PC, PS4, One…ma se avete l’Xbox Game Pass di casa Microsoft avrete l’opportunità di scaricarlo a titolo gratuito. Fate un po’ voi, basta che poi non diciate che non vi avevamo avvisati!
Disponibile su tutte le principali piattaforme, Mutant Year Zero si gioca comodamente con un pad. In termini di richieste hardware la configurazione consigliata è piuttosto generosa, quindi anche con macchine meno recenti non ci saranno problemi di sorta.
StrutturaAmbienti e protagonisti sono una delizia distopica, mentre l'interfaccia risulta leggermente grossolana. Da giocare resta una meraviglia, ma con qualche accortezza sarebbe stato perfetto.
La recitazione dei protagonisti non teme confronti con quella presente in titoli mainstreamm. La colonna sonora è dinamica, ossia cambia al mutare della situazione in cui ci stiamo cacciando, ma i brani non resteranno a lungo nella memoria uditiva del giocatore.
Profondo senza essere troppo complesso e accattivante quel tanto che basta a tenere il giocatore incollato allo schermo, Mutant Year Zero ripropone quanto di buono visto in XCOM in una formula più accessibile, aggiungendo elementi che riescono a distanziarlo dai classici.