Nato negli studi di Tequila Works e progettato inizialmente come esclusiva Sony, RiME si attesta senza dubbio come uno dei titoli più controversi dell’annata appena trascorsa. Un 2017 d’oro per l’industria videoludica che ha rappresentato l’importante trampolino di lancio per quest’opera, il cui sviluppo è stato letteralmente tormentato. Il reveal a sorpresa alla Gamescom di Colonia cinque anni or sono, quasi tre anni di oblio prima che la talentuosa Software House spagnola prendesse in mano le redini del progetto.
La premessa fondamentale che voglio porvi è che RiME è un’opera tutt’altro che perfetta, con innumerevoli lacune e difetti che lasciano parecchio amaro in bocca. Nonostante le diverse pecche che è possibile scorgere di continuo lungo il percorso di gioco, RiME rappresenta una possibilità di riflessione che pochi titoli sono capaci di offrire. Un titolo nel quale si fatica a proseguire per evidenti limiti strutturali e tecnici ma dal quale è difficile separarsi. Una piccola poesia su schermo il cui epilogo ti strappa e ricompone, con dolcezza, animo e cuore.
L’esperienza, sia chiaro, punta quasi ad allontanarsi da un gameplay profondo e accurato, in un mondo di gioco affascinante e suggestivo sin dalle prime battute. L’ambientazione sa trasformarsi, accoglierti e gettarti, in un turbinio di emozioni e continue scoperte. Un puzzle-adventure caratterizzato, in modo poco fortunato, da enigmi e misteri straordinariamente semplici da risolvere e che rappresentano nell’ultimo sforzo di Tequila Works la più grossa occasione mancata. Indiscutibile e assolutamente incomprensibile la mancanza di enigmi stimolanti e sfide che possano intrattenere il giocatore un sufficiente numero di ore. Sono questi i motivi per cui la durata della storia va a ridursi, irrimediabilmente, in sole quattro-sei ore di gioco, al netto di un 60% di collezionabili ed achievements ottenuti senza troppi sforzi.
Al centro del racconto uno sfortunato ragazzo che, insieme a suo padre, rimane vittima di un tragico naufragio su una misteriosa isola. Il giovane, affiancato da una volpe pronta a guidarlo nell’avventura, dovrà destreggiarsi in un’esplorazione assolutamente suggestiva ma a tratti evanescente dal lato prettamente contenutistico. Nonostante l’atmosfera “magica” e l’abbraccio di una colonna sonora magistrale, l’opera del team madrileno fatica a spiccare il volo come ci si poteva aspettare in principio. Continui cali di frame rate sia nella versione PC che, soprattutto, su console rallentano quella che già per sua stessa natura è un’esperienza interattiva, decisamente ragionata e poco reattiva. (Piccola menzione per la versione Nintendo Switch, senza alcun dubbio la peggiore tra quelle console con il frame rate ridotto all’osso ed una componente grafica, in linea generale, eccessivamente sacrificata per adattarla alla console portatile).
Come già accennato, il cuore del gioco sta nella scoperta, l’esplorazione di un mondo riprodotto con cura e passione da Tequila Works. Molto buono il lavoro di cel shading applicato all’ambientazione nella sua totalità, con intensi colori pastello e nel complesso una palette di colori “viva”, una vera gioia per gli occhi lungo tutto l’arco del racconto. La caratterizzazione dei personaggi appare senza infamia né lode, attestandosi su una sufficienza che non lascia una particolare empatia nei confronti del protagonista. La scelta di lasciare muto questo magico racconto è incredibilmente giusta, calzante, in grado di donare enorme risalto alla già citata sublime colonna sonora, vero fiore all’occhiello della produzione iberica.
E’ ardua impresa dare un giudizio uniforme su un titolo come RiME. Mille le sfaccettature da tenere in considerazione, la maggior parte delle quali in contrasto le une con le altre in un turbinio di emozioni. Bianco e nero che danno vita a sfumature a tratti brillanti, a tratti completamente spente. Dall’inizio decisamente troppo compassato fino ad arrivare ad un finale autentico, bello, sorprendente. Scalare antichi edifici, assaporando panorami mozzafiato, cibandosi di anestetiche melodie è solo una dolce sineddoche, una parte del tutto, una parte che trova la sua massima vetta in una conclusione forte e coraggiosa, lontana da ogni banalità o stereotipo.
RiME è un’opera ispirata che trasuda poesia e incanto, uno splendore più per il cuore del giocatore che per i suoi occhi. Al netto di limiti grafici e difetti evidenti nell'arco narrativo, rappresenta un’esperienza memorabile impreziosita da musiche celestiali ed un finale straripante.
Durata
Un lato artistico degno di nota, è vero, ma i difetti in fase di ottimizzazione hanno un peso importante seppur non decisivo in fase di gioco.
Il vero punto forte dell’opera di Tequila Works sta proprio nel comparto sonoro: ti accompagna dal primo all’ultimo istante, emozionandoti ad ogni passo.
Una grossa nota dolente: enigmi troppo semplici, giocabilità estremamente lineare e scontata. Bene la telecamera, ma il resto…
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Carino,giusto per passare il tempo.