La rivoluzione in casa Bungie è finalmente iniziata e la separazione da Activision inizia a produrre i primi frutti. Il secondo capitolo dell’opera degli sviluppatori di Seattle diventa free-to-play alla ricerca di un ampliamento degli utenti, mentre i veterani accolgono la nuova espansione che per la prima volta espande la storia dell’originale Destiny. Lo sappiamo tutti, però, che le rivoluzioni sono difficili e questa sicuramente non è da meno.
Destiny 2: Shadowkeep e Destiny 2: New Light sono i primi passi di una neonata Bungie indipendente, libera dalle leggi del mercato seguite in modo rigoroso da Activision e che adesso ha totalmente nelle proprie mani la gestione e il destino del franchise.
Arrivata su PC e console nell’ultimo quarto del 2017, la versione base di Destiny 2 e l’originale Season Pass del primo anno sono liberamente giocabili da tutti, senza alcuna spesa aggiuntiva. Questo è il primo grande passo della rivoluzione del franchise e che prende il nome di Destiny 2: New Light, la “Nuova Luce” che Bungie spera di accendere nei giocatori che non hanno ancora provato il looter-shooter che da questo ottobre è finalmente disponibile anche su Steam, oltre che su PlayStation 4 e Xbox One.
New Light offre una quantità di contenuti davvero straordinaria, è infatti possibile giocare liberamente ben tre campagne di gioco: la guerra rossa, la maledizione di Osiride e la Mente Bellica. Potremmo fermarci qui ed avere a dispozione almeno venticinque ore di gioco e farci un’idea ben precisa di Destiny 2, ma Bungie ha voluto alzare l’asticella dei giochi free-to-play, includendo la possibilità di affrontare gratuitamente il primo raid “Il leviatano”, usufruire totalmente della modalità PVP “Crogiolo” ed arrivare al level-cap di 960 come tutti gli altri giocatori paganti.
L’aspetto contenutistico di New Light, quindi, lo rende uno dei free-to-play con più contenuti che il mercato abbia visto arrivare in questi anni, ma purtroppo non è tutto rose e fiori. Come abbiamo detto, i contenuti sono davvero tantissimi, ma quasi tutti irrilevanti e gestiti dal gioco in modo molto poco chiaro. Un nuovo giocatore di Destiny 2, dopo aver affrontato la missione introduttiva si vedrà catapultato in un mondo privo di qual si voglia tutorial, con schermate e indicatori per tutte le attività non disponibili in modalità free-to-play e con le quest giocabili gratuitamente relegate ad uno degli NPC minori situato in una zona remota della Torre. L’offerta quindi rimane estremamente, ma andrebbe sicuramente rivisto il modo in cui i giocatori vengono accolti nel vasto mondo protetto dal Viaggiatore.
Se New Light è la rivoluzione dedicata ai nuovi giocatori, Shadowkeep è l’espansione che detterà il futuro di Destiny 2 con cambiamenti che orientano il gioco in modo più deciso verso la categoria MMORPG, categoria che Bungie aveva più volte dichiarato non appartenere a Destiny e che solo negli ultimi mesi è arrivata finalmente sulla bocca di Luke Smith, game director del gioco.
Se c’è una cosa che è bene chiarire subito è che “Ombre dal profondo”, questo il titolo italiano dell’espansione, non è un’espansione come “I Rinnegati”, sia sul piano contenutistico che su quello narrativo. Se la precedente espansione del gioco aveva offerto ben due nuovi pianeti e diverse nuove modalità di gioco con una narrativa ben delineata e sotto certi aspetti auto-concludente, Shadowkeep offre un’esperienza abbastanza diversa che orientano il gioco verso un mondo vivo, pulsante, e totalmente in divenire.
Ogni stagione (per il momento ne sono previste almeno quattro) espanderà la storia di Shadowkeep e aggiungerà nuovi dettagli al mondo di gioco. Un esempio lampante di questa evoluzione è una nuova struttura che sta nascendo alla spalle di Ikora Rey alla Torre: ogni settimana viene aggiunto un nuovo pezzo con tanto di operai al lavoro per completarla. Al momento non sappiamo di cosa si tratti, ma le sembianze sono quelle di un portale Vex che potrebbe ricollegarsi al raid “Il Giardino della Salvezza”.
Shadowkeep riporta in Destiny 2 una vecchia conoscenza dei veterani del gioco: Eris Morn è tornata ad esplorare la Luna dopo aver avvertito il risvegliarsi di un potere oscuro, facendo una scoperta che finalmente permette alla storia del primo capitolo (e di conseguenza degli avvenimenti di “I Rinnegati”) di fare un primo passo avanti verso quella che sarà inevitabilmente la scoperta della natura del Viaggiatore, l’entità sferica che rende il mondo di Destiny possibile.
Accolti da una nuova fazione dell’alveare, i Guardiani addentratosi nelle profondità della Luna dopo la chiamata di Eris Morn rimarranno a bocca aperta nella prima missione, scorgendo il profilo di una… fermiamoci qui. La scena è talmente ben orchestrata che è davvero un peccato raccontarla in questa recensione, sappiate soltanto che quello della prima missione è uno degli avvenimenti più attesi dalla community nonché importantissimo in termini di lore.
Le altre tre missioni che vanno a comporre la campagna principale di questa espansione faticano a trovare il ritmo della prima, diventando un classico more-of-the-same tanto caro al franchise.
La campagna principale, in realtà, non si conclude con l’ultima missione della storia. Infatti è proprio questa una delle principali caratteristiche della rivoluzione in termini di narrativa: il mondo di Destiny 2 è finalmente in continua evoluzione ed ogni settimana c’è un nuovo avvenimento che aggiunge un pezzettino al grande puzzle progettato da Bungie. Il pericolo, però, è che non tutti possano apprezzare questo modo di gestire la narrativa e possano etichettare l’espansione come “incompleta” oppure “arraffata”. Questa è la strada intrapresa dagli sviluppatori e solo il tempo ci saprà dire se sarà vincente o meno.
Come detto in precedenza, quest’estate Luke Smith ha finalmente ammesso che Destiny 2 appartiene alla categoria degli MMORPG e che il team di sviluppo sta apportando dei cambiamenti alle fondamenta del gioco per far si che i giocatori possano personalizzare nei dettagli le caratteristiche dei propri personaggi. Le Armature 2.0 infatti introducono un sistema più profondo di statistiche, abilità e mod che permettono ai giocatori per la prima volta di creare delle vere e proprie build per affrontare situazioni diverse, come per esempio attività con modificatori diversi oppure raid dove è richiesta una determinata statistica piuttosto che un’altra.
Anche in questo caso si tratta di un primo passo verso dei cambiamenti più grandi, le Armature 2.0 infatti sono ancora acerbe e necessitano ancora di diversi ritocchi prima che si possa parlare di un vero e proprio RPG, ma la strada intrapresa è sicuramente quella giusta. Nessun cambiamento però per quanto riguarda le armi se non alcune modifiche al tipo di danno che si può infliggere ad alcuni nemici speciali. Sotto questo aspetto sembra che una rivoluzione per l’armamentario non sia in programma o quanto meno non sia uno degli aspetti che gli sviluppatori ritengono tanto importante da subire una modifica nell’immediato.
Da segnalare anche la limitata quantità di personalizzazione per quanto riguarda l’estetica. Bungie aveva dichiarato che sarebbe stato possibile applicare l’aspetto di qualsiasi armatura a quella che viene indossata, in modo da non perdere statistiche in favore dell’estetica, ma al momento gli aspetti applicabili sono davvero pochissimi e ben lontani dall’essere soddisfacenti.
L’aggiunta, invece, delle mosse finali (delle animazioni particolari che permettono di eliminare i nemici con stile) non sembrano aggiungere la profondità di gioco voluta con le poche mod a disposizione, ma soltanto un altro pretesto per indirizzare i giocatori all’Eververse, dove sarà possibile acquistarne di nuove con soldi reali.
Tornare sulla Luna sarà un’esperienza che riporterà alla mente dei veterani i tanti ricordi legati al primo Destiny. La Luna è proprio come i giocatori la ricordavano, ma con tante piccole novità e diverse nuove zone che renderanno l’esplorazione e la scoperta dei nuovi segreti ancora più divertente.
Potremo per esempio esplorare il Ketch dei Caduti della missione segreta per il Fuso Martellate, ormai schiantato sulla superfice lunare, oppure provare a saltare la bocca dell’inferno con il proprio astore, attività divenuta sfida per la community del primo titolo.
La maestosa Fortezza Scarlatta, inoltre, è realizzata in modo sublime ed è veramente un piacere esplorarla alla ricerca di qualche piccolo segreto ancora da portare a galla.
Questa “nuova” Luna, tra le altre cose, ospita anche gli Incubi, nemici del passato che tornano in vita grazie ad una nuova forma di corruzione. Ci sarà quindi possibile affrontare nuovamente Crota, boss finale del secondo raid arrivato in Destiny, oppure Skolas, il Kell dei Corrotti che provò a guidare una rivolta nella Prigione degli Anziani. Si tratta di contenuti riciclati? Sicuramente, ma se sono riciclati in modo intelligente come in questo caso, non credo ci si possa davvero lamentare.
Bungie con questa nuova espansione ha deciso di introdurre in Destiny 2 il concetto di Battle Pass. Ognuna delle quattro stagioni offrirà due linee di ricompense, una gratuita e disponibile per tutti i possessori di Shadowkeep, l’altra Premium per chi ha acquistato la versione deluxe oppure il Battle Pass per la stagione in corso.
Il percorso a pagamento offrirà naturalmente maggiori ricompense che però dovrebbero limitarsi a contenuti estetici o piccoli boost in termini di esperienza guadagnata.
Un’integrazione che almeno per il momento sembra essere ben congeniata e che permette a tutti di guadagnare ricompense, che si sia deciso di pagare o meno, senza frammentare la community, almeno in questa prima stagione. Ci sarà possibile tirare le somme sotto questo aspetto dopo aver visto l’arrivo almeno della seconda stagione e l’integrazione ulteriore di questo sistema di gioco.
Con Shadowkeep e con la “Stagione dell’Intramontabile” tornano in Destiny 2 anche i manufatti, ma in una versione tutta nuova. Il primo “Occhio del Guardiaporta” ci permette di sbloccare mod per armi e armature grazie all’esperienza guadagnata nel gioco.
Queste mod saranno fondamentali per costruire la propria build ed affrontare al meglio le attività end-game che offre questa nuova espansione.
Al termine della stagione, il manufatto sarà distrutto e ai giocatori ne sarà consegnato uno tutto nuovo con nuove mod da sbloccare, dedicate in questo caso a quelle che saranno le attività da portare a termine con i nuovi contenuti.
Una delle novità di Shadowkeep è l’introduzione del matchmaking per le tante diverse attività di gioco che fino ad ora contavano unicamente sulla composizione manuale della squadra. Grazie a questa nuova espansione è possibile affrontare, per esempio, il Cala la Notte con una squadra generata con il matchmaking, almeno nelle prime due difficoltà di gioco. Per le modalità più difficili sarà sempre necessario comporre una squadra manualmente, ma sembra che Bungie sia finalmente riuscito a trovare un giusto compromesso e a bilanciare le attività con il matchmaking nel modo più corretto.
Anche le nuove attività come Caccia all’incubo e Offensiva Vex beneficiano di questi cambiamenti, permettondo a tutti i giocatori di trovare rapidamente una squadra da tre o sei persone per affrontare l’attività desiderata fino alla difficoltà di livello luce 920.
Ho giocato Destiny 2: Shadowkeep su PC con una configurazione i7-8700K + RTX 2080 Ti. Nonostante la configurazione di alto livello, è chiarissimo come il gioco di Bungie sia uno dei più ottimizzati mai arrivati sul mercato PC. Le versioni console sono ancora bloccate a 30fps.
Struttura
Collezionabili e Extra
Scheda Gioco
L’attività di punta di Destiny rimane sempre il raid e con Shadowkeep i guardiani saranno chiamati ad esplorare nuovamente il Giardino Nero, zona conclusiva del primo capitolo della serie. Il raid “Giardino della Salvezza” vedrà nuovamente i giocatori impegnati ad affrontare le dività Vex che provano a reclamarne il controllo, aggiungendo una nuova meccanica di collegamento tra i giocatori. In più parti del raid infatti sarà richiesta la totale collaborazione tra i giocatori che dovranno costruire dei collegamenti fisici tra di loro per aprire porte, costruire pointi e danneggiare i nemici che proveranno a polverizzarli.
Novità importante anche per la classica arma esotica legata al raid, che non sarà più legata ai drop casuali. Una quest infatti guiderà i giocatori attraverso i segreti del Giardino Nero e ancora una volta saranno costretti a collaborare tra di loro per ottenere la potente arma esotica “Divinità”.
Valutare Shadowkeep in questo momento non è semplice, come ripetuto più volte la narrativa è in continua espansione settimana dopo settimana, così come le modalità di gioco e lo sviluppo del titolo stesso. Se avete giocato Destiny 2 fino ad ora, non potete esimervi dall’acquistare anche questa nuova aggiunta e scoprire cosa riserverà il futuro ai guardiani, mentre se avete già abbandonato il gioco una volta fareste meglio a rivolgere le attenzioni altrove. Nel caso in cui, invece, non abbiate mai provato il gioco, questo è il momento perfetto per approfittare della versione free-to-play e scoprire se Destiny 2 è l’MMMORPG che stavate cercando.
Il voto per il momento è un solido 85, ma torneremo a parlare di Destiny 2: Shadowkeep probabilmente ad ogni nuova stagione, apportando le dovute modifiche fino ad arrivare ad un voto definitivo alla conclusione della quarta stagione.
La Luna è rimasterizzata e modificata in modo eccellente, mentre la Fortezza Scarlatta è davvero una delizia per gli occhi.
In linea con le altre espansioni, il doppiaggio italiano rimane godibilissimo, mentre la colonna sonora è sempre di altissimo livello.
Le Armature 2.0 e le nuove mosse finali hanno ancora bisogno di tanti piccoli accorgimenti prima di poter gridare alla rivoluzione.