Se parliamo di videogiochi, Pong rappresenta l’ABC, ovvero la base di quello specifico linguaggio. Tetris invece simboleggia la tabellina del 2, leggermente più complesso concettualmente, tuttavia anch’esso un punto di partenza essenziale per apprendere dei fondamenti. Il celebre puzzle infatti è stato diffuso in modo talmente capillare da diventare il primo incontro di intere schiere di giocatori con questo media, vuoi perché era riproducibile su qualsiasi PC da ufficio già negli anni ’80 e adatto ad un paio di partite per riempire quei dieci minuti avanzati dalla pausa pranzo, vuoi perché inserito nella confezione del primo Game Boy in bianco e nero. Sia gli adulti che i bambini hanno potuto quindi conoscere e apprezzare Tetris per decenni, complice una formula ludica immediata, sfociante in un concentrato di pura giocabilità assuefacente.
Come molti puzzle che sono seguiti (ne cito tre: Super Puzzle Fighter, Puzzle Bobble e Bejeweled) la sua efficacia era tale da invogliare a delegare sempre alla partita successiva il ruolo di ultima. “Ancora una e poi stacco” è forse stata la frase più trasversalmente pronunciata dai giocatori di Tetris di tutto il mondo, portandoci ancora oggi a provare la stessa sensazione una volta avviato Tetris Effect. “Ancora una e poi stacco” ha accompagnato la mia stessa prova, che si è dilungata persino oltre il necessario per realizzare questa recensione e regalando una sensazione di coinvolgimento videoludico che non è più tanto frequente in un’epoca dove sovente tutorial lunghissimi, meccaniche farraginose e sequenze cinematografiche accompagnano e appesantiscono molti titoli ben oltre il dovuto.
La potenza di Tetris è rimasta inalterata quindi, conservando tutti i suoi pregi, ma ripresentandosi nel 2018 con una nuova veste grafica, qualche modalità di gioco lievemente diversa e alcune meccaniche inedite. Un’operazione simile era già stata svolta da Puyo Puyo Tetris un paio di anni fa, ibridando i due puzzle in un riuscito connubio. Come il titolo suggerisce, Effect punta alla visionarietà tipica della realtà virtuale, presentando la serie in una forma completamente inedita.
Una volta calato il visore VR in testa, si assiste ad un balletto lisergico di forme e colori, accompagnati da musiche estremamente variegate e capaci di toccare stili musicali di ogni tipo con sorprendente efficacia, calzando alla perfezione sia su ritmi di gioco più sostenuti che su quelli più rilassati.
I fondali sono ispirati a temi differenti, creando quindi un contesto preciso per ciascun livello. Mentre la modalità Viaggio altro non è che un grossa campagna che funge da panoramica, per apprezzare meglio le peculiarità con cui è modellato ciascun quadro bisogna spostarsi in modalità Effect, che invece include le varianti.
Oltre alla classica formula base di Tetris, infatti, si può giocare a velocità aumentata, per mettere alla prova i più bravi, oppure disattivando il game over per chi voglia semplicemente rilassarsi con uno scacciapensieri, il tutto accompagnato da musiche e fondali che enfatizzano ciascun tema. Figure scoppiettanti e tinte accese, oppure fondali ambient e musiche tranquille, a seconda delle esigenze. Le musiche seguono il ritmo di gioco talmente bene che talvolta sembra di avere tra le mani un vero puzzle musicale alla Chime.
Bisogna però specificare che l’effetto VR aumenta la gradevolezza del tutto, ma sino ad un certo punto. Tetris, è risaputo che richiede una certa concentrazione, in quanto non ci si può distrarre troppo dovendo incasellare costantemente i tetramini in caduta. Pertanto le molteplici sfumature grafiche, per quanto belle, potrebbero passare in secondo piano qualora ci si approcci in modo più competitivo al gioco, finendo per fissare esclusivamente la griglia. Al termine di ciascuna area si assiste ad un effetto grafico che premia in modo spettacolare il completamento, ma rimane pur sempre una parentesi breve. Insomma, in realtà virtuale Tetris Effect potenzia abbastanza la sua direzione artistica surreale, ma non costituisce un punto di attrattiva irresistibile, diventando un marginale valore aggiunto di quella che invece è un’offerta videoludica solida e fruibile anche sugli schermi televisivi.
Tetris Effect può quindi essere acquistato da chiunque, anche da chi non è munito di visore e giocato come qualsiasi altro titolo. La longevità è totalmente discrezionale, in quanto il tratto tipico (e comune) di puzzle o giochi musicali e proprio il loro adattarsi ad una sessione sporadica, una partita ogni tanto, senza finire nel mucchio dei titoli che una volta completati affievoliscono la loro attrattiva. Come stimolo ulteriore sono state inserite anche modalità che aggiungono delle “regole delle casa”, quel tanto che basta per vivacizzare il tutto, ma incastonandosi perfettamente nell’architettura ludica di Tetris.
In una bisogna far scoppiare dei blocchi corrotti che si trovano in mezzo a quelli già accumulati, mentre in un’altra è necessario affrontare delle alterazioni casuali che scompaginano la consuetudine nei modi più impensabili. L’abilità Zona inoltre sospende la caduta dei blocchetti a seconda di quanto carburante abbiamo immagazzinato nell’apposita barra con le distruzioni precedenti, consentendo un attimo di calma per uscire fuori dalle situazioni più intricate.
Oltre a questa ve ne sono altre ancora a rimpolpare il pacchetto, tuttavia l’offerta complessiva, per quanto adeguata e sostanziosa per un gioco di questo tipo, difficilmente arriva a giustificare l’esoso prezzo di 40 euro richiesto. Intendiamoci, Tetris Effect è un gioco che ha una durata potenzialmente superiore anche ad un MMO, tuttavia c’è un certo squilibrio tra costo e valore produttivo profuso, per cui forse sarebbe indicato attendere una riduzione di prezzo. Oltre a questo, non ci sono difetti veri e propri da imputare a Tetris Effect.
L’apporto di Tetsuya Mizuguchi, già autore di Rez e Lumines, si amalgama alla perfezione con Tetris, ma in contemporanea lo connota come un’opera riconducibile allo stile dello sviluppatore nipponico che lo ha ripreso in mano. Il tocco d’artista insomma, è indiscutibilmente suo nel reinterpretare questo classico del videogioco che chiunque, dovrebbe giocare almeno una volta.
Tetris Effect è un gioco puzzle che può essere fruito sia tramite Playstation VR che sui televisori, per chi non possegga la periferica per la realtà virtuale.
Durata
Tetris viene reinterpretato in chiave lisergica, tra tinte acide e saturazioni cromatiche esplosive, al punto da essere inconfondibilmente una creatura di Tetsuya Mizuguchi, già autore di Rez e Lumines, ma risultando compatibile con la formula di questo puzzle.
Le tracce musicali sono molto variegate e coprono generi molto diversi tra loro in modo davvero sorprendente. La colonna sonora inoltre accompagna l'azione alternando temi ambient più rilassanti per la partite di puro disimpegno, aumentando il ritmo e la cadenza musicale in concomitanza con l'accelerazione della caduta dei tetramini nelle sessioni più competitive. Una perfetta fusione tra audio e giocabilità.
Tetris è giocabilità pura, il nucleo basilare di ogni esperienza videoludica trova la sua espressione più immediata e coinvolgente proprio in questo titolo che è divenuto un classico non a caso. Al pari di chi non riusciva a spegnare il Game Boy negli anni 90 perché incollato a giocare ripromettendosi "ancora un'ultima partita e poi stacco".