La storia recente di Hello Games è stata influenzata, in positivo e negativo, da un solo e gigante titolo: quel No Man’s Sky che fece inizialmente sognare, poi dannare e infine soddisfare moltissimi giocatori. Lo scorso 23 agosto il team inglese ha pubblicato un suo nuovo progetto, di entità e budget sicuramente inferiore, che però ha dentro di sé un grande cuore, The Last Campfire.
Disponibile praticamente su ogni piattaforma (quella utilizzata per la recensione è Apple Arcade su iPad Pro 2020), The Last Campfire è un titolo adventure con elementi esplorativi e puzzle. Immaginate, per semplificare, di avere a che fare con uno Zelda dei vecchi tempi, completamente deprivato della componente di combattimento. La progressione nel gioco è molto piacevole: si avanza tra varie aree esplorandole in maniera non lineare alla ricerca di esserini chiamati Forlorn che, avendo perso la loro anima, sono tramutati in pietra in attesa di essere riportati in vita. Proprio la trama di The Last Campfire fa da filo conduttore ad ogni incontro con qualsiasi personaggio, con diversi dialoghi, invero anche troppo monotematici, sulla perdita di speranza, la desolazione e il senso di inadempienza. Non esageriamo dicendo che il titolo sembra quasi scritto da qualcuno in piena crisi depressiva, con un risultato che si avvicina a quello che immaginerei come un criptico Dark Souls per un pubblico più giovane. Messaggi criptici, personaggi dispersi nei loro pensieri ed altri invece minacciosamente rassicuranti popolano il cupo mondo degli Ember, gli esserini protagonisti, che cercano di uscire dal limbo che sono caduti. Non tutto funziona come dovrebbe ed il messaggio di fondo si perde facilmente di strada, un po’ come capita agli Ember stessi, risultando mal raccontato nonostante un finale toccante e tutto sommato adatto.
The Last Campfire manca di originalità, ma la qualità è presente all’appello
Decisamente più soddisfacente è la parte ludica del titolo. Il gioco è sostanzialmente diviso in due fasi: una composta da micro puzzle in aree confinate ed una esplorativa nella mappa di gioco, anch’essa comunque arricchita da enigmi. Nessuna delle due fasi brilla per innovazione o particolare qualità eppure il risultato complessivo è piacevole e completabile con la giusta dose di ingegno senza alcuna frustrazione. Le ispirazioni sono chiare, da Zelda a Hob o Hyper Light Drifter, ed i puzzle infatti tipicamente implicano il muovere leve, spostare box, agganciare tubi e meccanismi di questo tipo. I vari elementi sono ben introdotti in sequenza con giusto qualche scivolone sul dosaggio del livello di difficoltà nella progressione generale. Il gioco può essere controllato sia con touchscreen che con un controller compatibile, con un risultato positivo in entrambi i casi. Purtroppo bisogna segnalare la presenza di diversi bug nella versione iOS, soprattutto legati alla navigazione nell’ambiente in cui spesso Ember si incastra o reagisce in maniera non corretta. Il gioco inoltre premia l’esplorazione del giocatore, con zero backtracking, nella mappa divisa in mini sandbox con dialoghi, piccoli segreti e collezionabili.
Artisticamente il gioco manca di un guizzo creativo, ma la mancanza è compensata da un ottimo impianto tecnico
In termini visivi The Last Campfire è un prodotto ben confezionato, con ottimi modelli sia per l’ambientazione che per i personaggi, un lavoro soddisfacente sull’illuminazione e un impianto grafico e tecnico che non fa trasparire la natura low budget. Luci morbide, texture ben disegnate e shader convincenti arricchiscono un quadro sicuramente ben progettato, ma non altrettanto ben ispirato. Forse si sarebbe potuto osare qualcosa in più in termini di ricerca artistica, dato che The Last Campfire sa essenzialmente di già visto, sia da opere dello stesso team come Lostwinds su Wii, sia in altri casi come il già citato Hob. Per il prossimo “Hello Games Short” ci aspettiamo sicuramente un’audacia artistica maggiore. Tra le note positive invece, il gioco gira senza nessun problema su iPad Pro 2020 e iPhone 11 raggiungendo tranquillamente i 60 fps. La colonna sonora è invece più interessante ed evocativa con temi atmosferici e fiabeschi accompagnati da una narrazione ben doppiata dalla voce di una giovane ragazza.
Ho giocato a The Last Campfire su iPad Pro 2020 e iPhone 11 nella versione Apple Arcade pagato personalmente.
DurataThe Last Campfire è la ciliegina sulla torta di una bella storia di redenzione di Hello Games che inizia con il costante miglioramento di No Man’s Sky. Opportunamente nominato dal team come “A Hello Games Short” The Last Campfire è una breve avventura con elementi puzzle della durata di una manciata di ore, con una trama e dialoghi sorprendentemente malinconici ed uno stile grafico delizioso, seppur non certamente innovativo. Senza stupire in nessun comparto per innovazioni o incredibili vette qualitative, il titolo è confezionato con affetto e può meritare sicuramente meritare il suo spazio in questo periodo non ricco di uscite.
Un ottimo impianto tecnico non è supportato da un lavoro artistico sufficientemente ispirato, riuscendo comunque a fare il suo dovere.
La voce narrante è accompagnata da melodie piacevoli a atmosferiche con un risultato affascinante.
Senza riscrivere nessuna regola o genere, The Last Campfire è un avventura con esplorazione e puzzle piuttosto scolastici che valgono comunque il piccolo investimento di tempo e denaro richiesto, data la passione degli sviluppatori che si percepisce chiaramente nel progetto.