Frozenbyte è uno studio di sviluppo finlandese legato indissolubilmente al marchio Trine, serie puzzle-platform che dal 2011 si è imposta per il suo stile da favola medievale e si è dipanata finora in tre capitoli. Quest’anno ha presentato la nuova avventura dei tre protagonisti con Trine 4: The Nightmare Prince, disponibile dall’8 ottobre 2019 su tutte le console compresa Nintendo Switch. Proprio la versione della portatile Nintendo è stata la casa che ci ha ospitato per compilare il testo di questa nostra recensione.
Abbiamo quindi aperto le pagine di questa nuova avventura non con poco timore, visto il complesso approccio alla terza dimensione avuto con Trine 3 che non ha soddisfatto i giocatori.
Prima di addentrarci nello specifico mi preme anticipare che il gioco è molto distante dal predecessore e molto più simile per dinamiche e impostazione generale ai suoi predecessori. Trine 4 è tornato ai 2.5D, suo marchio di fabbrica, che ne aveva fatto la fortuna e sul quale il team ha dimostrato di avere tanta esperienza e capacità. La bidimensionalità dei livelli con quel pizzico di profondità non percorribile ma utile a rendere più profondi gli scenari riporta la magia di un’ambientazione fantastica e dalle tinte pastellate cesellata in maniera pregevole sul sotto-strato di puzzle che fa da ossatura al gioco.
Unica pecca lieve è la grafica dei tre protagonisti che, soprattutto quando vengono inquadrati da vicino, mostrano una modellazione ancora migliorabile e un aspetto generale forse ancora figlio della palette di colori e dell’esperienza del terzo capitolo. Piacevolissimi e ben integrati invece sono gli effetti di luce che sprizzano senza essere invasivi sulla scena ma lasciando ampio spazio alla scena.
Altro aspetto che merita di essere menzionato è la colonna sonora, semplice ma morbida e soave come un audiolibro di favole. Per di più il doppiaggio è completamente in italiano così come i testi ed è piacevole ascoltare le voci dei personaggi che raccontano parti della storia e arricchiscono l’esplorazione – per lo più lineare e senza alcuna deviazione reale – senza dover fare di tanto in tanto attenzione ai sottotitoli.
Vista la sua natura di titolo indipendente, si potrebbe anche soprassedere su qualche lieve difetto tecnico che in qualche raro caso ha minato la godibilità dell’esperienza. Si potrebbe, ma un appunto personale lo devo fare. La mia personale esperienza con Trine 4: The Nightmare Prince è stata flagellata da un grave bug che si è ripetuto in due momenti di due run diverse. In breve il gioco non sbloccava una abilità di un personaggio indispensabile per avanzare e di fatto impediva di proseguire l’avventura facendomi ricominciare da zero. Un fatto abbastanza fastidioso di cui ho tenuto conto nel voto finale, ma non al punto da sentirmi di penalizzarlo considerato che, dalle mie ricerche, non ci sono stati altri casi di difetti analoghi segnalati da altri giocatori.
La dimensione onirica così ben delineata dallo scenario fa da cornice a una trama leggermente meno intensa. La ricerca del principe e il relativo inseguimento dentro e fuori dai suoi incubi è un plot semplice atto a sorreggere e legare i vari livelli e i relativi rompicapi al suo interno. Del resto, più o meno come è accaduto per gli altri capitoli, la forza di Trine 4 risiede nel gameplay i cui puzzle sono pregevolissimi e con un livello di sfida che in molti casi mette alla prova il giocatore senza essere mai proibitivo. La combinazione delle abilità differenti dei tre personaggi (tra arcieri provetti con tanto di corda, cavalieri combattenti e maghi telecinetici) è ben realizzata e ogni abilità si incatena con creatività e ingegno soprattutto per quel che riguarda i collezionabili e segreti sparsi per i livelli da andare a catturare.
Proprio i collezionabili sono una parte importante di Trine 4 che amplia un filo la longevità che altrimenti non supera le sette ore di gioco andando spediti. Questo ovviamente non rappresenta un difetto visto che la densità compensa abbastanza la longevità. Tra gli aspetti che tuttavia convincono un po’ di meno ci sono i combattimenti che appaiono piazzati un po’ in maniera disordinata tra i livelli e poco incisivi nelle meccaniche. Abbattere i nemici sblocca le abilità, ma è tutto a compartimenti stagni progressivi con una ininfluente componente RPG di progressione del personaggio. Interessante anche la possibilità di affrontare l’avventura online in multigiocatore anche se non abbiamo potuto valutare questo aspetto in maniera approfondita per la mancanza di giocatori sui server in sede di recensione.
Ho giocato Trine 4: The Nightmare Prince su Nintendo Switch andando con un po' di attenzione alla ricerca del maggior numero di collezionabili e giocando unicamente in singolo.
Struttura
Collezionabili e Extra
Scheda Gioco
Trine 4 è una fiaba breve ma intensa e magnifica, capace di addolcire anche il più cinico dei giocatori. La sua semplicità narrativa abbinata ad una piacevole qualità dei puzzle disposti negli scenari rende il titolo di Frozenbyte un passatempo che tende a creare una piacevole dipendenza che trasporta in un mondo onirico luminoso e fiabesco, forse quasi anacronistico per le tematiche contemporanee che trovano spazio nei videogiochi oggi. Si potrebbe soprassedere su alcuni piccoli difetti ereditati in parte dal precedente capitolo 3D e in parte dovuti alle ridotte dimensioni dello studio di sviluppo.
E in effetti si può evitare di tenere presente certe cose perché la fisica del mondo di gioco ha quel realismo mescolato all’assurdità fiabesca che ne mette in evidenza i punti di forza più che quelli di debolezza. Tuttavia sono stato spettatore giocante di un fastidioso quanto problematico bug (spero l’unico, ndr) che mi ha costretto a rigiocare il titolo per ben tre volte prima di poterlo completare. Non proprio un bel biglietto da visita ma, si sa, può capitare anche ai migliori di commettere qualche disattenzione. Trine 4 va a incastrarsi perfettamente nel concetto ludico di Nintendo Switch soprattutto quando si tratta di giocarlo in portatile. Un capitolo di rilancio per Frozenbyte che apre a un futuro pieno di speranze.
Scenari poetici e piacevolissimi disegnati con cura. Personaggi ancora un po' acerbi nella modellazione.
Soave e leggere come in una fiaba. Buono anche il doppiaggio completamente in italiano
Bellissimi e bilanciatamente difficili i puzzle ambientali. Un po' meno ispirate le sezioni di combattimento.