Recensione

Twin Mirror: la recensione della versione PS4

Twin Mirror è un bel gioco e quel settanta a fondo pagina è solo un numero che quasi mi duole assegnargli. Lo voglio chiarire subito ché altrimenti non leggereste niente e ‘sta recensione l’avrei scritta solo per me. Vorrei anche andare veloce sulle stantie introduzioni da “avevamo lasciato Dontnod qui”, “lo abbiamo ritrovato là”… Se non conoscete il percorso degli sviluppatori francesi – già autori dell’affascinante Life is Strange – non sarò certo io a indottrinarvi allungano il brodo della minestra.

Al contrario, se vi siete annoiati col pixel hunting di Life is Strange 2 (qui la nostra galleria fotografica) o avete sbuffato per lo storytelling poco accattivante di Tell Me Why, Twin Mirror saprà ripagarvi con sette ore di buona scrittura, un intrigo sceneggiato con il giusto realismo e personaggi credibili. Ah, oh: prima di lasciarvi al trailer è bene che sappiate che Dontnod ha finalmente abbandonato la frustrante struttura episodica e che ha studiato un sistema di vignette semiautomatiche per ovviare ai troppi e inutili hotspot di cui, francamente, m’ero bell’e stancato.

Twin Mirror è un’avventura grafica lineare che incarna una formula ancor più semplificata rispetto a quanto proposto dal team franco in questi anni, specie in virtù del suo essere un titolo non episodico, senza punti morti atti a giustificare l’attesa del nuovo capitolo. Da un lato si è trattato di una scelta forzata: dopo quattro IP in declino costante devono essersi accorti che gli utenti si erano stufati del trucco “compra oggi ma giocane un boccone alla volta”; dall’altro è stata senza dubbio una scelta coraggiosa: vendere il pacchetto completo – senza poterlo rimaneggiare in corso d’opera – significava esplicitare chiaramente la natura da walking simulator di questo tipo di produzioni. Perché allora scrivevo che Twin Mirror è un bel gioco? Beh, in primis perché offre uno spaccato molto puntuale della vita di provincia americana colpita dalla depressione economica.

Perché allora scrivevo che Twin Mirror è un bel gioco?

Senza la presunzione di scrivere un saggio di sociologia, gli sviluppatori hanno tratteggiato i contorni di una cittadina mineraria del West Virginia in cui la disoccupazione la fa da padrone, con figure chiave quali il farmacista, l’adolescente, il capo della polizia o l’ex operaio a cui sono stati affidati ruoli secondari ma forieri di un canovaccio narrativo capace di sorreggere le vicende del protagonista. In secondo luogo perché accompagnare Sam “Muley” Higgs alla scoperta degli assassini del suo migliore amico, senza sapere quale dei cinque/sei finali possibili ne avrebbe concluso la storia, è accattivante.

Twin Mirror poggia infatti tutto il suo gameplay sulla dualità, con un alter ego che fa da contraltare alla volontà di Sam e al quale viene affidata la decisione finale sulla strada da percorrere. Non c’è backtracking, non ci sono alberi delle scelte in stile Detroit: Become Human: Twin Mirror tira dritto per sei/sette ore senza farci voltare indietro pur rendendoci consapevoli di aver preso un bivio anziché l’altro. Resta il fatto che ci vuol poco a immedesimarsi in un giornalista d’inchiesta che torna nella sua città natale per il funerale del suo migliore amico e non si accontenta della versione ufficiale – piena di lacune – sull’incidente che ne ha causato il decesso. Certo non stiamo parlando di un qualcosa che lasci emozioni da raccontare ai posteri, però per quello ci sono già Max e Chloe: accontentiamoci.

Se lo storytelling procede per biforcazioni, il suo fluire resta comunque molto lineare, ossia non si ha mai la sensazione di essersi persi qualcosa o di voler caricare un salvataggio precedente per sapere cosa sarebbe successo “se”. Questa sensazione è percepibile solo nel finale, ma è possibile ripetere le ultime scene per togliersi ogni curiosità. A mio avviso si tratta di un grande valore aggiunto perché non crea strappi nella narrazione. Strappi che in altri lavori di Dontnod – i.e. Life is Strange 2 – venivano accentuati da un proliferare di hotspot e collezionabili fini a loro stessi che distraevano dalla trama. In Twin Mirror il numero di oggetti interrogabili è ridotto all’osso e non è necessario interagire per conoscerne i dettagli. Basta guardarli per attivare delle piccole finestre in cui leggere la descrizione; se non si tratta di elementi chiave per proseguire non serve nemmeno cliccarci sopra. È stato inoltre aggiunto un menu dedicato ai personaggi incontrati, in cui viene riassunto tutto quello che si è fatto con loro ed eventuali ricordi particolari associati a quella persona.

non si ha mai la sensazione di essersi persi qualcosa

Può sembrare una cosa da nulla e invece, specie nella prima run, mi sono sentito particolarmente coinvolto dal poter leggere questa sorta di “diario” in continua evoluzione, vuoi perché il farmacista mi aveva raccontato una cosa della ex moglie del mio migliore amico e la sua scheda presentava una sezione di approfondimento a riguardo, vuoi perché ho scoperto alcuni oggetti che hanno rivelato vecchi ricordi associati a questo o a quel personaggio secondario. Gli sviluppatori hanno voluto dare al tema del “ricordo” una connotazione ancor più profonda, permettendo a Sam di accedere a quel Palazzo della Memoria che ricorda la Tecnica dei loci descritta da Cicerone nel suo De Oratore (54 a.C.).

In sintesi, interagendo con alcuni oggetti è possibile rifugiarsi in uno spazio astratto per rivivere alcuni momenti passati. Il Palazzo della Memoria ha due funzioni: creare un ponte tra la narrazione presente e quella passata, arricchendo l’esperienza di gioco, e permettere al protagonista di analizzare le prove sul campo tanto da ricostruire i fatti per come sono andati veramente. Faccio un esempio: la sera del funerale Sam si sbronza. Al suo risveglio non ricorda più nulla se non di aver partecipato a una rissa. Tornato nel bar riesce ad astrarsi per evidenziare i segni della colluttazione e ricostruire la sequenza. Non sto qui a specificare perché serva fare tutto questo (altrimenti sarebbero spoiler come se piovessero), ma ribadisco il concetto: Twin Mirror scorre via liscio, non si ripete mai uguale a se stesso ed è divertente arrivare ai titoli di coda.

Twin Mirror non è comunque un gioco perfetto. Al netto delle qualità narrative già descritte, alcuni personaggi secondari intervengono in modo quasi improvviso. Il padre della coprotagonista, giusto per citarne uno, avrebbe meritato una sessione di gameplay dedicata. Al contrario, la sua efficace caratterizzazione viene “bruciata” in un paio di occasioni e nulla più. Lo stesso vale per il barista Ethan e sua sorella, partecipi di una storyline parallela appena accennata. Che Dontnod abbia evitato queste possibili side quest per non annacquare la trama? Non so dirlo. Fatto sta che mi avrebbe garbato qualche affondo più marcato.

su PlayStation 4 liscia i caricamenti tra una location e l’altra sono estenuanti

Dal punto di vista tecnico, su PlayStation 4 liscia i caricamenti tra una location e l’altra sono estenuanti. Lo potrei anche capire per motori di gioco particolarmente complessi ma… ehi: questo è l’Unreal Engine 4 su cui hanno sviluppato tutte le loro IP. Com’è possibile? Anche la modellazione e le animazioni profumano di old gen che nemmeno qualche anno fa sarebbero state più che sufficienti, quindi a maggior ragione uno si dovrebbe aspettare una fluidità senza macchia (e invece). L’aspetto, però, che mi ha infastidito più di tutti è legato alla velocità di esecuzione, ossia che verso la metà del gioco gli eventi hanno iniziato a rincorrersi troppo rapidamente. Se fino a quel punto il dipanarsi della storia procedeva per gradi, permettendomi di assaporare ogni aspetto con il giusto ritmo, mi sono trovato poi ai titoli di coda senza quasi accorgermi di esserci arrivato. Qualcuno potrebbe anche criticare la meccanica del Palazzo della Memoria, quando funzionale al rivivere brevi istanti passati, perché in fin dei conti si tratta di un elemento accessorio senza gameplay… ma io l’ho trovato un metodo originale per garantire una maggiore immedesimazione.

INFO UTILI

Ho giocato Twin Mirror grazie a un codice fornitoci dal publisher sulla mia PlayStation 4 liscia (comprata nel 2014, ancora perfettamente funzionante) e ho sofferto di caricamenti tra una location e l'altra davvero estenuanti.

Durata
  • Ci sono diversi possibili e io ne ho provati solo due. La prima run, presa con calma olimpica, mi ha rubato sette ore di sonno. Non si tratta, ecco, di un gioco troppo longevo.
Struttura
  • Twin Mirror è un'avventura grafica in puro stile Dontnod, questa volta però senza episodi. Avete presente Life is Strange? Ecco, tipo quella ma in un pacchetto unico.
Collezionabili e Extra
  • Quasi ogni personaggio porta con sè una serie di ricordi; ricordi che si possono trovare facilmente anche solo esplorando - senza impazzire - il mondo di gioco.
Scheda Gioco
  • Nome gioco: Twin Mirror
  • Data d uscita: 1 Dicembre 2020
  • Piattaforme: PC, PlayStation 4, Xbox One
  • Lingua doppiaggio: inglese
  • Lingua testi: italiano

Tiriamo un attimo le somme: da un lato abbiamo una storia accattivante, personaggi credibili, un contesto curato e un gameplay semplice ma piuttosto piacevole. Dall’altro c’è un prodotto marcatamente vecchio, tanto nel motore di gioco quanto nel level design. Ci sono alcune novità (i.e. il Palazzo della Memoria) che ho trovato sfiziose ma anche una trama senza picchi emotivi in stile Life is Strange. Mi piace Sam “Muley” Higgs, ma se lo paragoniamo a Max o Chloe ne esce con le ossa rotte senza possibilità di rivincita. Quindi che si fa? Si compra o no ‘sto Twin Mirror? Beh: se siete giocatori che amano distrarsi con produzioni leggere del calibro di Until Dawn, Heavy Rain & co., ma anche con la nuova serie di The Dark Pictures Anthology, la risposta è chiaramente “sì”. Il prezzo budget di 29 euro fa pensare anche a futuri ribassi quindi, fuori dai denti, per 19 euro io un giro ve lo consiglierei a occhi chiusi. Vero è che se odiate il lavoro di Dontnod non sarà certo Twin Mirror a farvi cambiare idea.


La recensione di Twin Mirror contribuisce a sostenere la ricerca scientifica sulla sindrome di Rett. Trovate i dettagli dell’iniziativa a questo link.

Roberto Turrini

Per 10 anni sulle pagine di The Games Machine ha sognato una vita a tre con Lara T'Sioni ed Elena Fisher; poi ha scoperto che non sapevano cucinare e si è dato all'autoerotismo.

View Comments

  • Speravo in qualcosa di più, però l'aspetto narrativo sembra curato a modo ed è quello che cerco nei prodotti Dontnod. Come per le altre loro IF, lo giocherò sul divano con mia moglie.
    Spero arrivi sul GP come per i precedenti lavori. Bella Cinè!

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