In tempi in cui la parola corona viene associata automaticamente al virus che ci sta tenendo tutti confinati nelle nostre case, la recensione di Yes, Your Grace ci porta un po’ indietro coi giorni, a quando le uniche corone che conoscevamo erano la birra e quelle che si trovano in testa a un re o una regina.
Proprio questi ultimi sono i protagonisti di Yes, Your Grace, all’interno del quale siamo chiamati a difendere il nostro regno da nemici invasori, accompagnati da altre minacce ben più subdole e ignote. Non mancano elementi fantastici, che contribuiscono insieme alle dinamiche messe a punto dai ragazzi di Brave At Night a rendere Yes, Your Grace un titolo molto interessante, soprattutto se avete amato Papers, Please e tutto il filone da esso generato.
Al di là della chiara ispirazione tratta dalla fatica di Lucas Pope, Yes, Your Grace riesce a comunque a costruirsi una propria identità grazie a un mix tra il genere gestionale e quello strategico ben riuscito ma non del tutto esente da difetti, andando a strizzare l’occhio al mondo delle avventure grafiche e a quello dei giochi di ruolo. Se con questa breve introduzione sono riuscito a solleticare la vostra curiosità, non dovete fare altro che continuare a leggere!
Come nella migliore delle fiabe, ci conviene partire con il classico “c’era una volta”. L’ambientazione di Yes, Your Grace è il regno fantastico di Davern, governato dal re che vive all’interno del castello di Grevno. Oltre a una moglie, il re da noi impersonato convive anche con tre figlie, la più grande delle quali ormai in età da marito mentre la più piccola è ancora una bambina.
Una volta a settimana la sala del trono viene riempita da persone intenzionate a chidere l’aiuto del re per un qualche tipo di problema, portando avanti così quella che almeno inizialmente ci viene presentata come una situazione di normale amministrazione tra furti di polli e altre questioni di semplice routine. Ben presto però questa situazione diventa complicata, quando apprendiamo che un nemico si sta muovendo in forze numerose per invadere il regno a puntare dritto al castello, intenzionato a reclamare quanto promessogli dallo stesso re tempo addietro.
Un riuscito mix tra gestionale e strategico
Senza andare troppo nel dettaglio per non rovinarvi il gusto di giocare a Yes, Your Grace, vi posso dire che la trama del gioco riesce a intrecciare abbastanza bene le vicende interne alla famiglia reale con le sorti del regno di Grevno, presentando una serie di scelte dalle quali dipende ciò che vediamo accadere poi su schermo. Una volta completata tutta la storia non manca un riepilogo generale dedicato a ogni protagonista, raccontandone l’eventuale fine o l’eventuale nuovo inizio. Per questo motivo, oltre alle sei-sette ore necessarie per completare la prima volta il gioco bisogna aggiungere almeno un’altra volta in cui saremo motivati a riprendere da capo Yes, Your Grace, per andare a modificare il corso degli eventi a cui abbiamo assistito la volta precedente.
Dal punto di vista narrativo la fatica di Brave At Night funziona quindi piuttosto bene, anche grazie alla saggia decisione di spezzare in due tronconi principali l’avventura. Tra la prima e la seconda parte non ci sono solo elementi di trama diversi, ma anche dinamiche leggermente varie che vanno così a spezzare quello che potrebbe altrimenti risultare un ripetersi troppo noioso degli stessi eventi. Volendo trovare il pelo nell’uovo, il gioco riesce a sorti alterne a farci affezionare ai vari membri della famiglia reale, perdendo così un pochino sul piano empatico in quelli che sono alcuni passaggi chiave della storia.
Passando invece alle dinamiche di Yes, Your Grace, come già detto ci troviamo di fronte a un mix tra quelli che sono elementi tratti principalmente dal mondo degli strategici e da quello dei gestionali, ma non solo. Il ritmo d’avanzamento del gioco è basato sul passare delle settimane, per ritrovarci quindi ogni sette giorni a dover decidere come gestire le risorse a nostra disposizione (oro e cibo), mantenendo allo stesso tempo un livello di apprezzamento positivo da parte dei sudditi.
Un re che si rispetti sa ovviamente che non è possibile accontentare tutti, soprattutto in tempo di guerra. Sta quindi a noi cercare di tenere un po’ tutto a galla, andando contemporaneamente a gestire le situazioni che il gioco ci mette davanti. Nelle prime fasi, per esempio, sarà necessario contattare i lord del regno per ottenere il loro appoggio in guerra, andando così ad aumentare il numero di soldati che si potranno mettere in campo.
Nelle fasi più avanzate avremo a disposizione alcune figure da inviare in giro per il regno, investigando su fatti particolari segnalati dai sudditi o per andare a recuperare risorse da utilizzare in vista della guerra.
Ho giocato Yes, Your Grace su PC, scaricandolo da Steam. Il gioco contiene alcuni riferimenti a contenuti per adulti come sesso e uso di droghe.
DurataAndando a concludere questa recensione, mi sento di premiare Yes, Your Grace e il lavoro effettuato dal team Brave At Night, che ricordo è composto da cinque persone. L’unico cruccio rimane quello per il quale si sarebbe forse potuto spingere un po’ di più verso i generi dai quali attinge Yes, Your Grace, che comunque riesce a tenere il giocatore saldo sulla sedia settimana dopo settimana, incoraggiandolo una volta vista la fine a tornare almeno una volta a occuparsi dei fatti di Davern. Anche il prezzo di circa 17 euro è decisamente commisurato all’offerta complessiva.
Più che per le dinamiche di gioco, Yes, Your Grace strizza l'occhio al mondo delle avventure grafiche grazie allo stile con cui si presenta. La pixel art messa a punto da Brave at Night ci riporta infatti dritti verso l'epoca d'oro di Monkey Island e compagnia, facendosi apprezzare per il suo dettaglio nel corso di tutta la durata del gioco. Ottima anche la rappresentazione delle scene chiave, così come la cura delle varie aree del castello tra le quali ci ritroviamo a muovere i nostri passi.
Tra gli aspetti più piacevoli di Yes, Your Grace è senza dubbio possibile citare la colonna sonora del gioco. Tutte le fasi della storia sono accompagnate dai brani originali realizzati dagli sviluppatori, incluse anche alcune canzoni dove oltre agli strumenti troviamo anche la voce. Per quanto riguarda il doppiaggio, invece, i personaggi parlano ma di fatto non dicono niente di senso compiuto: si tratta ovviamente di una scelta stilistica effettuata.
Yes, Your Grace riesce a scongiurare l'eccessiva ripetitività delle dinamiche descritte nel corpo di questa recensione, mantenendo quindi attivo l'interesse del giocatore. Tuttavia, sul piano del gameplay puro il gioco non riesce a fare breccia come avremmo sperato. Il mix messo a punto dal team inglese funziona, intendiamoci, ma la sensazione alla fine è che ci si sarebbe forse potuti spingere un po' più in là in alcuni casi, andando così a dare al gioco una maggiore profondità. Un esempio di tutto ciò è il richiamo alle avventure grafiche, forte come detto nell'aspetto visivo ma debole in termini di meccaniche di gioco. I pochi enigmi, se così possiamo chiamarli, si contano infatti sulle dita di una mano sola e sono facilmente risolvibili.