Chi vi scrive non ha mai mostrato interesse nei confronti della maionese, almeno per due lunghi decenni. Varcato il limite della maggiore età, i gusti propri di un bimbo sono stati riposti nel cassetto “idiozie dell’esistenza”. Ad oggi egli non disdegna buttar giù un buon calice di vino, una birretta belga e – naturalmente – ettolitri di caffè: sapori forti, particolari, tutti apprezzabili generalmente una volta cresciuti. Vi starete quindi chiedendo: “Ma che c’entra la maionese?“. Il nocciolo della questione non è tanto se a costui piaccia o meno una commistione di uova, acqua e aceto, bensì l’aver provato una sensazione che in molti troveranno familiare: maledirsi per non aver gustato quanto prima qualcosa di delizioso.
È esattamente con questo tipo di consapevolezza che vi invitiamo a scoprire la saga di Yakuza. Apprezzata per molto tempo da un pubblico nippofilo risicato, oggi l’epopea del Dragone di Dojima sta ritrovando una seconda giovinezza anche in occidente. Grazie al capitolo Zero e ai remake dei primi episodi intitolati Kiwami, gran parte dell’audience nostrana ha avuto il piacere di scoprire per la prima volta un’odissea unica nel suo genere. Nel caso non facciate ancora parte di questo stuolo di redenti, vi forniremo cinque motivi secondo i quali dovreste smuovere le vostre pappagorge e filare dritti in negozio.
Le opere di Naughty Dog, le produzioni Rockstar, gli intrecci di CD Projekt Red: ognuno dei progetti citati ha sicuramente contribuito ad elevare l’asticella della narrazione all’interno del mondo videoludico. Dinanzi a trame tanto curate e così profonde c’è solo da togliersi il cappello: quanto vi sorprenderebbe scoprire che gran parte di Yakuza ci ha condotti sulla soglia delle lacrime, esattamente come l’avventura di Joel ed Ellie? In tutta onestà, chi ha visto nascere la leggenda di Kiryu Kazuma sarà ben lieto di darci ragione. Il Ryu ga Gotoku Team è fin da sempre maestro in tale ambito, proponendo storie complesse, emozionanti, impreziosite da momenti catartici e commoventi. Seguendo lo stile narrativo dei migliori anime nipponici, il nostro eroe sarà spesso spinto al limite della resistenza umana, dovrà combattere contro avversari formidabili e dare vita a scontri epici, accompagnati da una colonna sonora indimenticabile. Yakuza non è quindi solo violenza bruta ma anche una storia di uomini, d’amicizia, d’amore e sacrificio.
In Yakuza non si spara, non si rubano auto e non si attaccano basi militari a bordo di veicoli d’assalto. Ogni diatriba, dalla semplice rissa da strada al confronto con l’eminenza oscura di turno, trova la propria risoluzione in scazzottate ai confini della realtà. Il sistema di combattimento è ciò su cui la serie ha sempre fatto grande affidamento. Oltre alle interminabili sequenze di pugni e calci, ciò che contraddistingue il modus operandi di Kiryu sono le Heat Action: con la pressione di un singolo tasto in frangenti specifici, sarà possibile avviare piccoli Quick Time Event con i quali fare strage dei nemici. Nel caso in cui non vi basti spappolare crani contro le pareti come cachi maturi, potrete sempre utilizzare l’ambiente circostante a vostro favore: biciclette, motorini, insegne e segnaletica stradale risulteranno molto utili nel rendere farina di grano duro le ossa dei malcapitati di turno. È vero, sono presenti anche le armi (pistole, katane, pugnali, tonfa etc.) ma spaccare le schiene a colpi di pugni e biciclette – con cambio rigorosamente Shimano – ha tutto un altro sapore.
A passeggiare tra i vicoli di Kamurocho non ci si annoia mai. Siete stanchi di menare le mani più di Bud Spencer? Fatevi una bella partita ad un cabinato Sega, dove potrete rigiocare a grandi classici del passato – e non – perfettamente emulati. Non avete più voglia di sporcarvi le nocche? Il karaoke potrebbe fare al caso vostro. Come nei più blasonati rythm games, starà a voi tenere il tempo e cantare le canzoni. Mantenendo un risultato perfetto lo scenario si trasformerà improvvisamente in un videoclip musicale, con risultati ridicoli ma ciononostante indimenticabili. Questi e innumerevoli altri sono i minigiochi che pullulano in ogni capitolo di Yakuza (specialmente i più recenti) e descriverli tutti nel dettaglio è opera ardua.
Noi italiani figli degli anni novanta lo sappiamo bene: quello per Dragon Ball Z non è amore, è osservanza religiosa. Ogni giorno della nostra infanzia, di ritorno da scuola, le reti Mediaset sono state intasate dalla nostra ingombrante presenza. Ancora sporchi di sugo, guardavamo estasiati gli scontri tra Goku, Vegeta e i loro avversari. Proprio nei due protagonisti, in quel conflittuale rapporto d’amicizia e infinita rivalità, si rispecchia il binomio Kazuma – Majima. Due individui profondamente diversi vedono le proprie esistenze incrociarsi più volte, scontrandosi con nemici temibili, folli e pericolosi. Le somiglianze con l’anime di Toriyama però non si fermano qui: l’esercito di comprimari gioca un ruolo fondamentale all’interno del mondo di Yakuza. Se da un lato gli amici di una vita potranno farci ridere o piangere come Anna dai capelli rossi, dall’altro sarà ancor più doloroso doverli combattere.
Eccoci quindi giunti alla conclusione del nostro viaggio. Il sesto capitolo della serie sarà disponibile per PlayStation 4 a partire dal 17 aprile. Yakuza 6 segnerà la fine delle avventure di Kiryu nonché il passaggio del testimone in favore di un nuovo protagonista. Prima di salutare definitivamente un oramai attempato Dragone, dovremo proteggere la nostra famiglia (no, non stiamo parlando di quella “famiglia”) ancora una volta. Perché quindi ammorbarvi o tediarvi fino allo sfinimento con quest’opera di convincimento? La soluzione è palese: recuperare gli episodi precedenti sarà d’obbligo, pena il non apprezzare pienamente un prodotto che vi garantiamo, saprà inumidirvi il bulbo oculare più delle gocce oftalmiche.