Dopo molti anni di silenzio, nel 2017 è finalmente uscito Persona 5, l’attesissimo titolo dell’omonima serie di ATLUS, spin off della saga storica di Shin Megami Tensei.
Inizialmente concepito solamente come titolo per PlayStation 3, è slittato fino ai nostri giorni attraverso un lungo periodo di sviluppo, che tuttavia ha dato i suoi frutti: Persona 5 è uno dei migliori JRPG per PlayStation 4, con tanto di nomina ai Videogame Awards a certificarlo. Tra le qualità che gli hanno fatto guadagnare le nomination, spicca sicuramente il sonoro, grazie alla strepitosa colonna composta dall’intramontabile Shoji Meguro, figura iconica dello studio giapponese.
Prima di passare alla disamina delle varie canzoni di Persona 5, ripassiamo insieme il background del Maestro Meguro e scopriamo perché viene definito da molti come uno dei migliori compositori della scena videoludica. La sua carriera in ATLUS inizia nel 1995, lavorando ad alcune composizioni per i vari Shin Megami Tensei. Data la sua evidente bravura nel fondere i vari generi, viene messo a capo delle musiche di Shin Megami Tensei: Nocturne, costruendo dei brani che si distaccavano moltissimo dai precedenti capitoli, perfettamente in grado di donare nuova linfa al franchise. Contribuì poi a diversi altri progetti della casa nipponica, tra cui Trauma Center e Digital Devil Saga. La vera svolta però avvenne quando gli fu chiesto di costruire interamente il comparto sonoro di Persona 3, il primo gioco della serie ad arrivare su PlayStation 2. Il titolo diventò famosissimo soprattutto per i suoi numerosi brani che spaziavano dal pop al rock, dal jazz all’electric fusion. Una vera e propria commistione di generi diversi, caratterizzati però da un feeling univoco di indubbia qualità, tanto da creare alcuni dei pezzi più memorabili della sua carriera. La sola soundtrack di Persona 3 fruttò moltissimo all’azienda e così, piano piano, Shoji Meguro divenne un vero e proprio fattore imprescindibile per la costruzione dei Persona.
Più il Maestro componeva, più sembrava superarsi ad ogni nota scritta sullo spartito. A lavoro su Persona 4 e Catherine ha creato brani indimenticabili per l’audience internazionale, garantendo ancora di più il successo di questi titoli al di fuori del Giappone. In tal senso, la scelta di usare l’inglese per il parlato è stata fondamentale: la motivazione dietro l’abbandono parziale del giapponese è stata giustificata dal compositore come un piccolo stratagemma per evitare che il pubblico nipponico si distraesse dal parlato mentre si divertiva nelle varie sezioni di giochi. Naturalmente i linguaggi esplorati nel corso del tempo sono tantissimi, comprese lingue morte come il latino, così come i generi musicali adottati nelle sue opere. L’emblema più recente (escluso Persona 5) della sua maestria nelle unioni è sicuramente la colonna sonora di Catherine, che rivisita alcuni capolavori della musica classica adottando nuove soluzioni che sfociano in tendenze moderne.
In questo cammino lastricato di successi, arriviamo finalmente a Persona 5, che sin dal suo annuncio fece chiedere ai più affezionati se Meguro fosse riuscito a superarsi ancora una volta dopo tutti questi anni. Accettando la “scommessa”, il musicista ha tirato fuori un altro album magnifico, ricco di perle musicali, per la durata complessiva di ben 3 ore e mezza, quasi 1 ora in più rispetto a Persona 3.
In un certo senso, la colonna sonora di Persona 5 rappresenta la summa delle esperienze pregresse, prendendo in prestito alcune tonalità dai titoli passati. Ad esempio, Beneath the Mask è un brano jazz con dei vocali che, nella sua base, va a ricordare Also Sprach Brooks di Catherine, tant’è che la location a cui è associata presenta un ambiente molto simile, addirittura con dinamiche estrapolate dal sensuale titolo PlayStation 3. Per capire di cosa stiamo parlando, vi poniamo i due brani in coppia.
Il jazz è evidentemente predominante nella carriera di Meguro, fin dai suoi albori. Persona 5, con i suoi toni scuri e l’ambientazione urbana dai tratti noir, sfrutta sapientemente la corrente americana per dare ancora più risalto a quei brani ritmati per le situazioni adrenaliniche. Sfoggiando tutta la bravura del compositore nell’accoppiare le varie soluzioni musicali, i capisaldi del jazz vengono trasformati a seconda della richiesta di ritmo senza abbandonare l’anima del genere.
Esempio tanto iconico, quanto apprezzato, di questo concetto è Last Surprise, che come tema da battaglia utilizza egregiamente la calma apparente per poi esplodere con il sax ed i vocali in sezioni mirate ad esaltare le mosse del giocatore. Confrontandola con gli altri accompagnamenti degli scontri di Persona 3 e Persona 4, notiamo la tendenza a non cadere nella frenesia che contraddistingue molti altri componimenti JRPG, spesso rockeggianti, a tutto vantaggio di varianti creative atte a creare un feeling unico in grado di trasmettere con esattezza l’atmosfera di gioco. In basso troverete Last Surprise insieme a Mass Destruction e Reach Out to the Truth.
Come è possibile notare, ogni brano è nettamente contraddistinto l’uno dall’altro, ma in un certo senso mantengono quel feeling molto simile in grado di dare l’impressione di continuità tra le varie composizioni dei differenti capitoli. Un fattore importante, spesso trascurato per ovvi motivi, sono proprio le parole delle canzoni. Non solo sono accuratamente scelte da un punto di vista musicale, ma rappresentano perfettamente i temi della narrazione. Tale qualità non è affatto univoca ma si ripercuote nell’intera colonna sonora, creando una sorta di meta-storia tra tutti i brani con dei vocali, utilizzati soprattutto per le musiche clou delle battaglie più intense o dei momenti di rivalsa dopo una crisi. Emblema di questa nozione in Persona 5 è Life Will Change, la punta di diamante di tutto l’album presentato.
In tutti i Persona è presente un brano finale, riservato all’ultimo combattimento carico di tensione, summa di tutto ciò che si è passato attraverso la storia e le varie amicizie costruite nel mondo di gioco. Per via del peso che tale musica deve sopportare, è necessario realizzare un brano memorabile in grado di pompare l’adrenalina nel corpo del giocatore. Nonostante tale pressione, Shogi Meguro non ha mai sbagliato un colpo, creando dei veri e propri inni all’eroismo. In particolare, in questo nuovo titolo attraverso Life Will Change si avverte distintamente questa volontà di unificazione, soprattutto perché la sua base musicale viene spesso usata e ripetuta durante il gioco in varie salse. A questo crescendo narrativo e musicale va aggiunta anche l’originalità con cui vengono inseriti gli strumenti maggiori della colonna sonora (in questo caso quelli a fiato e i violini) per evitare al brano di distaccarsi troppo dal resto delle musiche strumentali. Lo stesso discorso, a livello tecnico e non sonoro, vale anche per I’ll Face Myself e Burn My Dread – Last Battle – che potrete trovare qui allegate per paragone.
In generale, la colonna sonora di Persona 5 è un’apoteosi di suoni che ancora una volta confermano la bravura di Shoji Meguro all’interno delle produzioni ATLUS. Non solo si tratta di una serie di brani dalle diverse tonalità unite egregiamente, ma anche di musiche memorabili che hanno il potere di fissarsi nella testa dei vari giocatori, i quali si ritroveranno a canticchiarle sotto la doccia senza neanche accorgersene. Se a ciò aggiungiamo l’enorme nostalgia che i vecchi fan provano per i brani storici, allora il valore di tali componimenti va ben oltre l’affetto. Amore è l’unica parola con cui poter esprimere le emozioni che legano i giocatori a queste colonne sonore, e proprio per tale ragione è giusto chiudere il nostro articolo con Poem for Everyone’s Soul, un brano presente in ogni Persona che accompagna l’unico elemento di contatto concreto tra tutte le storie del franchise.
Shoji Meguro, Toshiki Konishi, Kenichi Tsuchiya, Atsushi Kitajoh, Ryota Koduka, Lyn Inaizumi,
Piattaforme Streaming MusicaDi seguito, il link dove trovare la colonna sonora completa su Youtube, con dei timestamps per ciascun brano.