Editoriale di gmg215
Crescendo con giochi come Metal Gear Solid, Final Fantasy VIII e Resident Evil 2, le basi per una fidelizzazione verso l’ambiente Sony sono state gettate prima ancora che una qualunque scelta ponderata potesse essere fatta. Disseminando incessantemente esclusive brillanti a cadenza regolare, quali The Last of Us e Bloodborne, il colosso nipponico non ha mai dovuto faticare molto per convincermi a rinnovare la mia console ad ogni generazione (o persino ad ogni mezza generazione). Tuttavia, complice la situazione pandemica, per la prima volta in oltre 15 anni nutro un certo interesse anche per la controparte Microsoft. Che sia finalmente giunto il momento in cui Xbox diventa, per me, complementare a Playstation?
Dal punto di vista del parco di sviluppatori first party, Xbox ha puntato forte sulla crescita inorganica. Negli ultimi due anni o poco più abbiamo assistito ad un’escalation di annunci: partendo dall’ingresso di studi come Obsidian, Inxile e Ninja Theory in Microsoft Studios, ed arrivando alla roboante acquisizione di Bethesda per la modica cifra ritenuta nei dintorni dei 7,5 miliardi di dollari. Rispetto alle precedenti, quest’ultima mossa garantisce ad Xbox un parco titoli invidiabile nel breve periodo: tutto quello che uscirà dai team Bethesda sarà, come minimo, disponibile al Day One su Game Pass, cui si aggiungerà anche un catalogo vasto e pregiatissimo.
Proprio dal punto di vista della coltivazione del suo servizio più riconosciuto, il Game Pass, Microsoft ha scelto invece la strada della crescita organica. Poco a poco, il parco titoli cui si può avere accesso tramite abbonamento è divenuto gigantesco: alle esclusive classiche di Xbox, quali Halo, Ori, Forza, Gears, si sono affiancati titoli terze parti di altissimo livello, su tutti Hades (che si aggiungerà questo agosto), indie promettenti come 12 Minutes (anch’esso disponibile in Day One ad agosto). Se questo non bastasse, hanno fatto capolino sul pass anche giochi del calibro di Red Dead Redemption 2 e The Witcher 3, e, recentemente, anche tutto il vastissimo catalogo di Bethesda.
Il tempismo è la sola ragione per cui il Game Pass ha finora mancato di attrattività dal mio punto di vista. Posso fiduciosamente dire che sui 10 giochi più belli disponibili a catalogo, almeno 7-8 li ho già giocati. Infatti, ho sempre visto questo servizio come la porta d’ingresso principale per novizi oppure persone che trovano il tempo di ri-dedicarsi a questa passione per la prima volta dopo tanto tempo.
Il vero valore aggiunto recente del Game Pass, dal mio punto di vista, diventa dunque l’accesso a giochi interessanti al Day One. Così come Playstation tiene in pugno la mia attenzione con i suoi innumerevoli first party di squisita fattura, Xbox potrebbe diventare la mia piattaforma di riferimento per giocare tutto il resto, o quasi, che il mercato ha da offrire ad un prezzo modico. Poco importa se si tratti di esclusive o meno. Ad esempio, giochi come Starfield, Redfall, Avowed, ossia alcuni tra i titoli della nuova Bethesda targata Microsoft, sono prodotti che avrei sicuramente acquistato, anche a prezzo pieno ed al Day One. Il risparmio di averli sul Pass al momento giusto bilancia abbondantemente il costo dell’hardware.
Nei prossimi anni ci saranno anche fattori quali l’imporsi di tecnologie di gioco in streaming oppure lo sviluppo (attesa da molto tempo) dei giochi per VR. E’ pertanto assai improbabile che la preferenza di un ecosistema rispetto all’altro rimanga basata puramente sulla scelta delle proprie esclusive preferite, come lo era quando, oltre 15 anni fa, sviluppai la mia fidelizzazione verso Sony. La formula dei franchise inizia a mostrare il fianco e solo alcuni studi al mondo (perlopiù al servizio del colosso nipponico) sono riusciti a sfoggiare una tale maestria da mantenere intatto il fascino dei loro giochi (ad esempio, Naughty Dog). In tal senso Xbox non sembra poter vincere la battaglia nell’immediato futuro: i suoi titoli più celebri sanno di stantio gia da un po’. Pertanto, sotto l’accorta gestione di Phil Spencer, sta cercando di spostare il campo di battaglia nel campo dei servizi, costruendo un’offerta praticamente impareggiabile come rapporto qualità/prezzo. Noi giocatori, me compresa, ringraziamo.