Videogiochi istruzioni per l’uso. La lancetta scorre rapida e le ore passate davanti ai videogiochi scorrono senza quasi accorgersene. Facile perdere la cognizione del tempo con un controller tra le mani. Difficile dare e darsi un limite. Come un po’ tutta l’attività del Bugiardino Videoludico, l’intento del nuovo numero di questa rubrica è cercare di creare un compromesso tra le cattive abitudini dei giocatori e le ansie dei genitori (legate per lo più alla disinformazione o alla cattiva informazione). Quante ore al giorno o alla settimana si possono dedicare ai videogiochi? Come si fa a dire basta?
Tra i foglietti informativi di questa rubrica c’è già stato indirettamente spazio per un piccolo input riguardante le ore di gioco quando si è parlato dell’età giusta per far accedere un bambino ai videogiochi e di come esista un metodo per far approcciare gradualmente ad essi. Addentrandoci maggiormente nella questione, l’accesso ai videogiochi ha anche bisogno di regole sugli orari e per avere un’idea su come gestire è utile menzionare uno studio pubblicato nel 2014 che ha analizzato come il tempo trascorso giocare ai videogiochi rappresenti una variazione significativa in positivo o (in altri casi) un adattamento psicosociale negativo usando un campione rappresentativo di bambini dai 10 ai 15 anni.
Lo studio ha evidenziato come l’incidenza dei videogiochi sui disturbi psicologici e relazionali sia bassa, ma è comunque da tenere in considerazione. I risultati finali dell’analisi del campione sono i seguenti:
La linea di condotta può variare e permettere nel weekend un utilizzo più prolungato (due ore ad esempio) per raggiungere un totale settimanale di nove ore, soglia consigliata da molti studi effettuati. Giocare un’ora al giorno fino ai 12/15 anni può sembrare una limitazione impensabile da applicare considerata l’elevata incidenza del videogioco nella vita dei giovani d’oggi (e anche di qualche persona adulta) eppure sarebbe una buona regola da applicare.
Se da un lato psicologi e scienziati indirettamente consigliano di non dare troppe ore in pasto ai videogiochi le menti dei bambini più giovani, dall’altro c’è il buon senso che impone di dare ai videogiochi il giusto spazio. Perché più che parlare di ore è necessario parlare di ripartizione del tempo libero. Nelle ore libere da studio o altri doveri è giusto inserire stimoli diversi nei primi anni di vita e non focalizzare l’attenzione su un unico hobby. Attività sportive o artistiche o una semplice serata tra amici dovrebbero avere un peso quantomeno equivalente ai videogiochi nella vita e crescita di un ragazzino.
Un ora al giorno equivale più o meno a quattro o cinque partite a Fortnite.
Lasciare che nei primi anni gli schermi (TV e smartphone) siano protagonisti unici della vita non è un bene. I videogiochi possono essere un’occasione di svago e anche di lavoro se pensata in prospettiva futura (sviluppatori di videogiochi, concept artist e altre carriere correlate ce ne sono), ma non bisogna che diventino il centro dell’universo di un individuo. Ogni fattore che diviene troppo predominante nella vita di un essere umano non può che essere nocivo. Del resto la dipendenza da videogiochi è una realtà concreta che non va sottovalutata, anche se spesso viene travisata o male interpretata dai familiari.
E dopo che un ragazzo ha superato i 15 anni come ci si comporta? In questo caso non esistono regole stabilite ma, come sempre, un senso di responsabilità e responsabilizzazione. Se si è impostata già in tenera età una gestione regolamentata dell’uso del videogioco sarà un po’ più facile trovare terreno fertile per aumentare progressivamente le ore di gioco senza arrivare agli eccessi. Gli adolescenti sono spesso tumultuosi e riottosi, ma con un po’ di compromessi e un po’ di comprensione si potranno trovare le giuste regole.
Quasi sicuramente con il progredire dell’età e della maturazione dell’individuo si potranno dare concessioni maggiori a patto di rispettare il bilanciamento di tempo con le atre attività quotidiane. E quando si diventerà adulti? In quel frangente sarà davvero difficile darsi dei tempi sistematici per giocare. Sarà una corsa contro gli impegni, le faccende di casa, i doveri familiari. Sarà tutto questo quotidiano a ridimensionare gli spazi e giorni con tante ore libere (pochi) e giorni densi che costringeranno a tenere spenta la console. Per chi volesse, c’è un articolo di questa rubrica che offre alcuni consigli per giocare ai videogiochi da grandi.
Trovo giusto precisare che la vita di ogni individuo è unica e può comprendere tutta una serie di variabili che permettono, o rendono più facile, poter giocare di più o di meno tempo. Quello che si è letto in questo numero del Bugiardino Videoludico, così come ogni contenuto presente in questa rubrica, è da considerarsi una traccia e non un obbligo, un consiglio e non un’imposizione.