Che vi piaccia o no, GTA V ha fatto e sta ancora facendo la storia dei videogiochi. Che siate tra quelli che non perdono occasione per snobbare ricorsivamente la serie o tra i milioni di giocatori che ci hanno speso centinaia di ore di gioco, negare i valori produttivi dell’ultima opera di Rockstar North o negare che si tratti di una produzione da record, sarebbe sciocco. È meglio dunque, per comprendere l’influenza sull’offerta contemporanea, provare a mettere a fuoco cosa c’è dietro e quali sono le ragioni del successo di uno dei prodotti d’intrattenimento più celebri e conosciuti della storia.
Mentre sul mercato si stavano affaccendando altre uscite di spessore come Dead Space 2, Portal 2 e il secondo episodio di The Witcher, verso la fine del 2011, Rockstar Games pubblicò su YouTube il trailer di annuncio del nuovo e attesissimo Grand Theft Auto V. Un trailer molto evocativo, di stampo cinematografico e graficamente accattivante. Come un vero e proprio blockbuster di Vinewood (pardon, di Hollywood) che racconta il sogno americano: la bella vita, il sole, le macchine di lusso e la percezione di essere al centro del mondo, in una metropoli che non ti fa mancare nulla.
Un trailer emozionante perché in grado di mostrare anche l’altra faccia dell’America, quella più violenta, sporca e lacerata da un forte divario sociale, con povertà, prostituzione e sfruttamento nascoste sotto al tappeto.
Come detto, un trailer che già a due anni dall’uscita, da un lato lasciava intravedere un mondo di gioco ancora più ricco e variegato ma dall’altro, ancora nascondeva gli altri due protagonisti del gioco che avrebbero accompagnato il già problematico Michael ovvero Trevor e Franklin. E proprio la scelta, coraggiosa, di disegnare tre personaggi comprimari ha richiesto agli sviluppatori un bel po’ di sforzi, prima dal punto di vista della scrittura, per incastrare al meglio passato, presente e futuro dei tre e poi per quanto riguarda lo sviluppo, le animazioni e il motion capture dei tre attori, rispettivamente Ned Luke, Shawn Fonteno e Steven Ogg.
Com’è che era: “Three is megl che one”?
Una mappa di gioco più grande di quella di Red Dead Redemption, Grand Theft Auto IV e San Andreas messe assieme (poco più di 80 km²), un numero infinito di attività, veicoli e armi di ogni tipo, musiche su licenza distribuite su diciannove stazioni radio, svariati sport estremi e non e tantissimi personaggi non giocanti e missioni da completare non poteva non richiedere una programmazione sia pre che post-lancio calibrata al millimetro. Ed ecco dunque che, subito dopo l’uscita di GTA IV, gli oltre trecento sviluppatori di Rockstar North iniziarono a rimboccarsi le mani, aiutati anche dagli altri studi per un totale di circa mille sviluppatori stabilmente al lavoro sul gioco. E così, dopo l’incredibile aspettativa generata dal trailer di annuncio del 2011, la società continuò a centellinare le proprie comunicazioni per poi infiammare internet, di nuovo, con un trailer di presentazione dei tre protagonisti, senza badare a spese, e utilizzando musiche su licenza del calibro di “Radio Ga Ga”, “Hood Gone Love It” e “Are You Sure Hank Done It This Way”.
Un investimento pazzesco, ripagato la mattina del lancio
Ma mai come per un prodotto così complesso e sfaccettato, è tanto importante lo sviluppo quanto la giusta comunicazione. Ed ecco che, con grande originalità, la società impiegò del tempo e delle risorse per creare delle applicazioni e dei siti web, come il simpatico social network presente nel gioco chiamato LifeInvader (dove al posto del tasto ‘segui’ c’è il tasto ‘stalkera’) e la companion App per iOS e Android chiamata iFruit, in modo da rendere alcuni aspetti del gioco ancora più realistici e tangibili. E così, anche la macchina del marketing si era messa in moto e lo aveva fatto scegliendo anche delle forme di comunicazione non convenzionale, atte a stupire il proprio pubblico di appassionati, che non chiedeva altro se non di essere ‘risvegliato’ dalla pubblicità. Tra queste, un dipinto enorme sulla facciata dell’Hotel Figueroa di Los Angeles, vicino al Convention Center dove usualmente si tiene l’E3 e un grande murales in New York City per rivelare al mondo la cover ufficiale del gioco.
Insomma, un qualcosa di veramente mastodontico, che arrivò a costare alla compagnia 137 milioni di dollari per quanto riguarda lo sviluppo e 128 milioni di dollari per il marketing e la comunicazione. Un investimento da oltre 265 milioni di dollari.
Un investimento dunque incredibile e coraggioso che però si rivelò azzeccato come non mai per la società; basti pensare che in soli tre giorni dal lancio, GTA V è diventato il prodotto d’intrattenimento che ha raggiunto più rapidamente di qualsiasi altro il primo miliardo di profitti. Un record e un primato di cui il nostro medium dovrebbe andare fiero e che non viene mai citato abbastanza spesso quando invece andrebbe fatto, ovvero ogni volta che qualcuno tenta di rilegarlo a una dimensione più sciocca o fanciullesca. Per offrirvi un termine di paragone con il cinema, vi basti tener conto (con le dovute proporzioni) che per arrivare all’obiettivo che il gioco Rockstar ha raggiunto in settantadue ore, pellicole come Avatar o l’ultima di Harry Potter hanno impiegato circa diciassette giorni.
130 copie vendute al secondo, il giorno del lancio
Più di undici milioni di copie distribuite il giorno dell’uscita, appena prima della nuova generazione di console e dunque su una base installata di oltre settanta milioni di PS3 e settantasei milioni di Xbox 360 (dati relativi a fine 2013). Una mossa chiaramente ben oculata per sfruttare al massimo un bacino di utenza davvero vasto e per poi, l’anno successivo, programmare l’uscita di una versione migliorata su PlayStation 4, Xbox One e PC. Una nuova versione che ha venduto alla grande anche tra i vecchi possessori del gioco, grazie un comparto online ancora molto vasto e in divenire e ad alcune implementazioni esclusive come la possibilità di giocare con visuale in prima persona.
Al 20 maggio 2020, le vendite complessive di GTA V ammontano a oltre 130 milioni di copie in tutto il mondo, che fanno della produzione Rockstar North il prodotto che ha generato più ricavi nella storia dei videogiochi e il secondo, dopo Minecraft a 200 milioni, per copie vendute.
Di diritto tra le saghe videoludiche più vendute e apprezzate di tutti i tempi, con all’attivo sette capitoli principali e diversi spin-off, gli appassionati di Grand Theft Auto sparsi per tutto il mondo sono davvero tanti. A partire dal primo episodio uscito nel lontano 1997 e passando per episodi storici come Vice City che ha venduto 20 milioni di copie e San Andreas che ne ha piazzate 27 milioni, durante lo sviluppo c’era grande voglia di far bene e migliorare questi risultati.
A margine di una distribuzione ancora più larga, come abbiamo detto, tra PC, console di vecchie e di nuova generazione (circa un terzo delle copie vendute sono solo su PlayStation 4), la scrittura di tre personaggi così diversi e caratteristici è riuscita a catturare l’attenzione di qualsiasi tipo di giocatore, che missione dopo missione entrava sempre più in sintonia col mondo del suo preferito. Grazie a un prodotto e a un gameplay effettivamente stratificato e a una community iper-responsiva, GTA V è riuscito a catalizzare per lungo tempo l’interesse degli appassionati e della stampa, con novità, segreti e scoperte dell’ultimo momento. E poi beh, poi c’è GTA Online che rappresenta un vero e proprio ‘metagioco’, che Rockstar ha saputo ‘rinfrescare’ in più di una occasione al momento giusto, per tenere attiva la community di utenti e coltivare altri profitti.
Una comunità di utenti attenta e pronta a rispondere alle novità
Nel 2015 in particolare, con l’introduzione della modalità Colpi, il team di sviluppo è riuscito nell’intendo di creare un’esperienza narrativa e ludica davvero incredibile, ambientata nel mondo di GTA V ma per la prima volta in cooperativa fino a quattro giocatori. Una vera e propria chicca che ha fatto divertire e sta ancora intrattenendo non soltanto centinaia di migliaia di utenti sui server online ma anche tantissimi spettatori che, ancora oggi, si affollano su Twitch per assistere a dei contenuti legati al gioco Rockstar.
E ancora oggi, a sette anni dall’uscita del gioco, i numeri prodotti nel primo trimestre del 2020 sono veramente alti, come dichiarato di recente da Strauss Zelnick, presidente di Take -Two Interactive il quale si è detto ancora una volta stupito dai risultati ottenuti da Grand Theft Auto Online che, ancora una volta, ha superato le aspettative della società “con il miglior trimestre sia per pubblico che per profitti”. Stupisce, nel dettaglio, come la spesa di quelli che sono definiti i “consumatori ricorrenti” cioè coloro che spendono regolarmente denaro in micro-transazioni, sia aumentata del 40% e di come rappresenti, a oggi, il 54% delle entrate nette complessive della compagnia (poco più di 410 milioni di dollari).
Dietro a una grande produzione, spesso e volentieri, si nasconde anche una grande compagnia, pronta a rischiare e a superare i suoi limiti. In questo caso, la società si chiama Take-Two Interactive (TTWO), è stata fondata nel lontano 1993 e oggi gestisce principalmente marchi prestigiosi del calibro di BioShock, Borderlands, Grand Theft Auto, NBA 2K e Red Dead.
Quanto peso hanno le vendite di GTA sulla sua compagnia?
Chiarito il fatto che la società newyorkese produce e ha a che fare con diversi franchise celebri, anche a pubblicazione annuale, è interessante provare a capire come la valutazione del titolo in borsa sia cambiata, agli occhi degli azionisti, in seguito all’uscita di un videogioco così potente quale GTA V. Prima del lancio, al 30 agosto 2013, il titolo valeva 17,91 dollari mentre a quattro anni di distanza, al 30 settembre 2017, con il gioco ben lanciato su tutte le console e su PC e con un comparto online ancora più forte, il valore del titolo era schizzato a 110,65 dollari. Grande fiducia da parte degli investitori, i quali hanno scelto di premiare il coraggio e la capacità di rinnovare un brand storico come Grand Theft Auto. Non soltanto decine di migliaia di copie vendute ma anche tantissimi dollari prodotti tramite microtransazioni che, in poco più di quattro anni, è riuscito a superare il miliardo di profitti, di cui poco più della metà nel solo 2019. Con l’uscita e il successo poi di Red Dead Redemption 2 (con oltre 30 milioni di copie vendute) e di Red Dead Online, il titolo si è ormai assestato appena sotto i 150 dollari ad azione.
Insomma, una produzione incredibile che è potuta essere tale soltanto grazie a un supporto molto forte da parte della società e per merito del talento dei numerosissimi sviluppatori che ci hanno avuto a che fare per svariati anni. GTA V ha dettato le regole del gioco, ha ridefinito il genere open-world mettendo in piedi un’ambientazione realistica e gettando le basi per tantissime ore di divertimento e attività secondarie da completare. Guardando al futuro invece, sappiamo che Rockstar Games sta lavorando ormai da qualche anno al nuovo GTA VI e che questo uscirà verosimilmente tra il 2021 e il 2022, quando le nuove PS5 e Xbox Series X potranno contare già su un pubblico potenziale piuttosto vasto e variegato.
I soldi da investire sicuramente non mancano pertanto, per non deludere gli appassionati, non possiamo che aspettarci un qualcosa di ancora più pazzesco e dettagliato, che ci lascerà nuovamente a bocca aperta e ci farà esaltare per il suo livello grafico e per le numerose chicche e rifiniture che ci aspettiamo di trovare, dal punto di vista del gameplay.
In ogni caso, grazie GTA V.
Fonti: Take-Two Interactive Fiscal Results, Statista.com, en.Wikipedia.org, Fool.com, Tweaktown.com, Gamedaily.biz, WealthyGorilla.com, MarketWatch.com.
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Una bella bomba di gioco. Uno dei pochi dei quali ho venduto la versione old-gen per comprarlo il next-gen
Siamo in due 😀