Bentornati su Tempo di Caffè, oggi discutiamo sulle storie e del perché noi essere umani le troviamo così necessarie. Ci circondiamo di storie: le raccontiamo e le ascoltiamo. Sentiamo il bisogno di vivere altre vite, compiere esperienze lontane nel tempo e nello spazio, di uscire via dall’ordinario e prendere parte all’impossibile. L’industria videoludica ha compreso la necessità del raccontare e si è immediatamente adattata agli altri medium, narrando in maniera primitiva (pensiamo a Pac-Man e i suoi fantasmini). Con l’evoluzione tecnologica e la conoscenza del mezzo, le compagnie hanno sempre di più sperimentato e oggi troviamo opere alla stregua di film di alto livello e noi pubblico siamo sempre diventati più esigenti. Prima di acquistare un gioco, di solito leggiamo recensioni e prendiamo in forte considerazione il valore e il modo in cui è narrata la storia in quel determinato titolo. Allora mi chiedo perché ne abbiamo così tanto bisogno?
Parafrasando il discorso di Maria Vargas Llosa¹, noi possiamo vivere una sola vita, un solo destino e qui vengono i aiuto altri mezzi (l’autore cita solo la letteratura, tuttavia credo di poter inserire tutte le opere che raccontano una storia). Il mondo è insufficiente a noi essere umani e, infatti sin dagli uomini primitivi, abbiamo bisogno di raccontarci storie, di scoprire altre esistenze, riflettere su punti di vista differenti dal nostro e scoprire. Le storie presentano dei modelli riconoscibili in cui troviamo significato e le usiamo per dare senso al mondo. Oltre a una pura forma di evasione, gli psicologi concordano che le storie sono una sorta di gioco cognitivo per la nostra mente, permettendo di simulare mondi e immaginare differenti strategie². Inoltre, ha anche a che fare con la corteccia coinvolta con l’area sociale ed emotiva, in modo tale da amplificare l’empatia leggendo e, da recenti studi, anche giocando a opere videoludiche³.
Le storie fanno parte di ogni cultura e ognuna di essere le esprime in modo differente. Non solo le narrazioni cambiano da paese in paese, ma l’epoca in cui si vive la propria vita è cruciale nel modo in cui si fruiscono le storie. Prima vi era solo la carta, adesso possiamo osservare i mondi tramite dispositivi e schermi. Ogni mezzo, inizialmente, ha bisogno delle storie per coinvolgere maggiormente il pubblico e presentare un impatto ulteriore per emergere rispetto alla concorrenza. Se il fine è prettamente economico, con l’evolversi e il passare del tempo diventa essenziale l’arte della narrazione per ritrovare schemi e provare empatia con personaggi che si struggono per i nostri stessi problemi, ma questo è un altro argomento e ne parleremo presto. Nell’ambito videoludico le storie hanno raggiunto livelli eccellenti e noi ci auguriamo che gli autori continuino a farci sognare e vivere le vite altrui, magari più interessanti delle nostre.
Fonti:
1- Basta romanzetti, fidatevi del Nobel Vargas Llosa: qui serve letteratura
3- A video game can change the brain, may improve empathy in middle schoolers