Tempo di Caffè: Armi

I videogiochi come capro espiatorio

Rubrica di Giulio Baiunco

Bentornati su Tempo di Caffè, se ve lo siete persi, la scorsa volta abbiamo parlato dei fanboy e delle sue diverse possibili declinazioni. Oggi trattiamo un argomento “caldo” che riguarda i videogiochi e le armi da fuoco. Non è la prima volta che questi due strumenti vengano messi in correlazione fra loro, come il recentissimo studio che mostra come i bambini siano più propensi a premere il grilletto dopo aver provato armi da fuoco all’interno di un videogioco. Di conseguenza la colpa delle sparatorie è da addossare solamente ai videogiocatori? Perché Trump ha fatto cadere i titoli dei videogiochi?

Tutto ha inizio dopo le sparatorie di El Paso e Dayton, avvenute rispettivamente il 3 e il 4 agosto, con il discorso del Presidente degli Stati Uniti che mette sotto accusa i videogiochi come glorificazione della violenza nella nostra società ed è quindi necessario fermarli. Ciò ha fatto si che i titoli in borsa di molte aziende produttrici di videogiochi, come Activision, crollassero, mentre l’indice del settore di vendita di arsenali non è stato toccato. Nel tweet pubblicato da Reggie Fils-Aime, è possibile osservare un grafico realizzato da Vox che mette a paragone i dati delle morti da armi da fuoco con i ricavi dei videogiochi. In paesi in cui i videogiochi vengono maggiormente venduti, le morti per armi sono estremamente basse, come nel caso della Corea del Sud. Ciò dimostra come il mezzo d’intrattenimento non sia collegato alla violenza e le conseguenti sparatorie che avvengono, sopratutto negli Stati Uniti. Forse il problema è un altro.

Ormai è necessario sdoganare i videogiochi, così come è avvenuto con altri media nel corso dei decenni passati. Infatti, l’Entertainment Software Association ha risposto al Presidente dichiarando che diversi studi hanno dimostrando l’inesistenza tra videogiochi e l’aumento della violenza. Dopo le sparatorie sono riapparse le proteste contro la facilità nell’appropriazione delle armi, dato che negli Stati Uniti chiunque abbia più di 21 anni può acquistare una pistola, mentre i maggiori di 18 anni possono acquistare un fucile o un fucile a canna liscia. Gli Stati Uniti sono uno dei paesi in cui avvengono in media più di una sparatoria al giorno e il problema delle armi emerge solamente dopo omicidi di massa. Quindi è estremamente facile trovare un capro espiatorio, come quello dei videogiochi, da parte di un Presidente che si rivolge a un elettorato conservatore e patriota. La soluzione rimane nell’educazione e nel cambiamento di una cultura e legislazione estremamente violenta.

Ci sono 1 commenti

CastroStark

Credo che il compito spetti principalmente ai mezzi di informazione, anche di testate importanti per poi passare alle istituzioni. Fin troppo facile utilizzarli come capro espiatorio quando i problemi, reali sono altri.

Lascia un commento