In questo periodo le notizie da Square Enix si susseguono frequenti come non mai. Poco più di tre mesi ci separano dall’arrivo del remake di Final Fantasy VII, Nojima, storico sceneggiatore della settima fantasia finale e dei più celebri capitoli della saga, ha rilasciato interessanti dichiarazioni. Ai tempi le piccole e buffe movenze che caratterizzavano i personaggi erano ben lontane dagli standard cinematografici odierni; gran parte delle forti emozioni il gioco le trasmetteva attraverso il testo e i profondi motivi musicali.
Dalle dichiarazioni rilasciate sul blog di Square Enix ha sottolineato quanto lo stile artistico stilizzato, quasi cartoonesco, di una volta giocasse un ruolo chiave per il giocatore.
“È stato un compito entusiasmante introdurre una nuova corrente di vento in Final Fantasy VII Remake, ma allo stesso tempo c’era un po’ di paura. Il gioco originale utilizzava arte stilizzata simile a un cartone animato e la storia è stata completata dai giocatori usando la loro immaginazione per integrare parti che non potevano essere rappresentate di conseguenza. Anche se stavano vedendo la stessa scena, le informazioni che avevano tolto da essa e il modo in cui l’avevano interpretata differivano a seconda dello spettatore. Forse è quella che oggi potrebbe essere considerata una forma narrativa di narrazione.”
Si è discusso di quanto sia difficile trattare uno dei capitoli più apprezzati della saga, che catturerà lo spettatore in un modo diverso ma non meno coinvolgente.
“In Final Fantasy VII Remake , ci sarà molto meno spazio per l’immaginazione del giocatore. Questo fatto probabilmente cambierà notevolmente la percezione della storia. Le persone che conoscono l’originale potrebbero non sapere bene come prenderlo. Questa è la paura che ho. Ma ho anche convinzione. Dovresti essere in grado di sentire una connessione molto più profonda con Cloud mentre ti unisci a lui. Sarebbe fantastico se tu potessi sentire quella fiamma ardente insieme a lui.”
Effettivamente ogni movenza, pensiero o impressione sarà più chiara e netta nel remake, togliendo allo spettatore quel pizzico di fantasia che lo faceva viaggiare di immaginazione. Una caratteristica non più presente nella maggior parte dei titoli dei principali titoli dei nostri giorni, perlomeno in quelli AAA.
Nuovi dettagli su vecchie storie emergeranno nel rapporto di Cloud con i suoi amici, l’ambiente circostante e se stesso.
“Ho ripensato le esperienze che aveva avuto finora nella sua vita [Cloud], pensando all’effetto che ogni singolo evento avrebbe avuto su di lui. Il suo atteggiamento nei confronti dell’amico d’infanzia Tifa. Come avrebbe agito nei confronti di Barret? Che tipo di distanza manterrebbe mentre interloquisce con i passanti per strada? Immagino la scena di Midgar nella mia mente e immagino che Cloud si muova attraverso di essa. Scrivi nuove righe di dialogo da aggiungere per lui. Ecco come Cloud è nato nella versione Remake.”
Sicuramente più numerosi e ricchi appariranno i dialoghi con i passanti delle strade di Midgard e con gli NPC e non da incontrare più avanti, da ripensare e reinventare nuovamente.
Le premesse ci appaiono ottime e rassicuranti anche per chi è molto attaccato all’originale. Una grande attenzione nello sviluppo del remake sembra essere stata dedicata alle esigenze dei fan di veccia data; come hanno mostrato l’introduzione della Classic Mode, nella reinvenzione della sceneggiatura di cui abbiamo parlato e chissà se troveranno spazio aggiunte e risvolti inediti anche nella trama principale.
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Final Fantasy VII è stato il mio primo gioco sulla prima mitica PlayStation. Sono molto legato a questo titolo e un pò di timore per questo remake ancora c’è. Inoltre ammetto di non amare questo modello di distribuzione scelto da Square Enix ovvero di dividere il gioco in due (o più?) capitoli ma non resto certo indifferente alle dichiarazioni di Nojima. Alla fine so già che il gioco entrerà in casa mia e senza nemmeno rendermene conto monopolizzerà la mia PlayStation 4 per un bel pò di tempo.
Sono davvero d’accordo su tutto. La nuova forma di distribuzione fa un po’ paura, anche se ne dovrebbe giovare la cura dei particolari di ogni singola sezione.
Per fortuna queste ultime dichiarazioni possono farci ben sperare anche sul lato della sceneggiatura.