Rockstar Games ha trovato in Grand Theft Auto V la propria gallina dalle uova d’oro. A distanza di un lustro dal suo debutto, il quinto capitolo di una saga oramai iconica ha prodotto più denaro della zecca di stato. Affiancato da una componente online praticamente sconfinata e in continuo rinnovamento, il pacchetto principale ha saputo offrire nuovi e interessanti spunti di game design. Prima fra tutti la tripartizione dei protagonisti, con Michael e Trevor a contendersi il primo posto del podio. Perché allora Niko Bellic e tutto ciò che ne concerne continuano a occupare uno spazio importante nella nostra memoria? In sede vi forniremo cinque motivi – esclusivamente basati su opinioni e preferenze personali – per cui in molti continuano a preferire Liberty City.
Il passaggio alle console di settima generazione ha consentito a molti sviluppatori di esprimere ancor meglio il proprio potenziale, artisticamente parlando. Grazie alle nuove tecnologie, numerose idee hanno visto la luce del sole, specialmente quelle maggiormente ispirate al mondo del cinema. Rockstar ha sempre dimostrato di possedere un particolare occhio per la regia: tra personaggi tarantiniani e inquadrature alla Martin Scorsese, Grand Theft Auto IV riesce a distinguersi fin dai primi minuti. Bastano un paio d’occhiate al filmato d’apertura per rendersi conto dell’avvenuta trasformazione di un medium. Ora più vicino al grande schermo, l’universo videoludico si è inevitabilmente espanso, raggiungendo vette prima solo immaginabili. Movimenti di macchina studiati al dettaglio, titoli di testa in sovraimpressione e una colonna sonora azzeccatissima ci consentono di entrare subito nel mood giusto. Benvenuti in America, questa è Liberty City, dove i sogni restano tali.
Uno dei maggiori pregi della saga di Grand Theft Auto è stato quello di aver sempre dipinto i tratti più grotteschi della società moderna, in particolar modo degli Stati Uniti d’America. Se nel quinto capitolo ci viene mostrato il malsano benessere nel quale sguazza una Los Santos turbocapitalista, in GTA IV la musica è totalmente diversa. Povertà, squallore e spaesamento anticipano di cinque anni la pigrizia di un popolo esaltato, alla ricerca di gloria facile. Ad attenderci dopo lo sbarco c’è l’infrangersi di tutte le aspettative, di ogni sogno che gli immigrati custodiscono tipicamente nel proprio bagaglio. La speranza di un futuro migliore affoga nelle scodelle ancora piene d’acqua in un lavabo incrostato, parte di un monolocale decadente e infestato dagli scarafaggi. Per quanto malsano e maleodorante, quel triste presente è frutto di una costante lotta per la sopravvivenza, in paese che non aspetta coloro che sono rimasti indietro.
Dopo avervi chiesto umilmente perdono per aver riesumato uno slogan tanto ignobile, parliamo dell’Euphoria. Creato da NaturalMotion, il motore grafico per le animazioni è stato implementato per la prima volta da Rockstar in GTA IV. Grazie al suo utilizzo, i titoli della “Grande R” hanno proposto alcune delle sparatorie più convincenti dell’ultimo decennio. È impossibile non restare totalmente di stucco dinanzi al flamenco di proiettili in Max Payne 3, con i cadaveri nemici ridotti come fette di groviera. L’Euphoria non ha portato benefici solo negli scontri a fuoco ma anche nella fisica dei corpi e dei veicoli in generale. Reduci da un immenso San Andreas, sarebbe stato impossibile per Rockstar sconvolgere ancor di più i propri seguaci. Questo scenario è stato ovviamente surclassato da Grand Theft Auto IV. Dite la verità, anche voi vi sfracellavate contro i piloni dell’autostrada solo per vedere Niko volare dal parabrezza.
Più che uno degli aspetti chiave di GTA IV, questo punto renderà omaggio a un fattore sempre ben accetto: l’ignoranza. Sia chiaro, il termine va inteso con la medesima accezione con cui viene oggi utilizzato sui social network. Fieri della nostra povertà slava, come potremmo non andare in giro per Liberty City con Radio Vladivostok a tutto volume? Le coste e i palmizi di Los Santos restano indubbiamente affascinanti ma difficilmente paragonabili al lerciume del porto di Broker. Tra una birra di dubbia provenienza e una partita a bowling, avrete modo di sfogare tutta la vostra ignoranza est europea con una splendida colonna sonora. Purtroppo c’è da sottolineare come non sia possibile eseguire uno Slav Squat indossando una tuta Adidas.
Il pezzo forte di tutto Grand Theft Auto IV è indubbiamente l’intera componente narrativa. Condita da un ampio numero di personaggi memorabili, dal viscido Vlad al caro Little Jacob, essa propone come al solito una trama matura, senza peli sulla lingua e dal risvolto violento. Per quanto la diatriba tra Michael e il folle Trevor sia una delle nostre preferite, è impossibile non amare i cugini Bellic. Proprio il protagonista Niko è riuscito a far breccia nei nostri cuori, a causa di un passato più che tormentato e un presente che fatica a prendere il volo. Dopo aver sopportato le incessanti castronerie di Roman, i soprusi dei servizi segreti e la violenza spietata di Dimitri, siamo stati infine posti dinanzi a una scelta. Non importa per quale delle due vie abbiate optato: in entrambi i casi comprendiamo le conseguenze che esse abbiano potuto avere sulla vostra sfera emotiva.