La Capcom che arrivò all’appuntamento col 2017 veniva da anni di crisi profonda, culminata con il tonfo di Street Fighter V. All’uscita di Resident Evil 7, però, chi aveva gridato ad una mera imitazione del survival horror à la Outlast dovette profondamente ricredersi.
Reduce da un capitolo disastroso, quel Resident Evil 6 così tanto odiato da critica e pubblico, Capcom fece un passo indietro. Consapevole dell’immobilità contenutistica del suo brand più iconico però, l’illustre software house giapponese decise di stravolgerne il punto di vista passando dalla terza alla prima persona.
Il cambio di prospettiva non ha solamente avvicinato tendenze odierne ma ha permesso di ripensare con intelligenza le fondamenta stesse della serie. Il cambio di visuale ha portato svariate novità tanto sulla narrativa quanto sulle meccaniche di gioco. Lo sviluppo degli eventi vede il totale abbandono di un personaggio ben delineato, più o meno immerso nei cliché dell’immaginario americano. Il super agente delle forze speciali – capace di sventare da solo la minaccia di un’arma chimica globale – lascia spazio ad un protagonista comune introdotto da un canovaccio narrativo poco più che funzionale. La vicenda narrata, rispetto al passato, ha un carattere molto più personale. Ecco quindi che il punto di vista viene completamente stravolto, per un’opera che, se non fosse per il titolo e per alcuni chiari rimandi al passato, potrebbe tranquillamente essere accolta come una nuovissima proprietà intellettuale.
Capcom fa di nuovo brillare il brand di luce propria e lo riporta allo splendore originale
Il pieno apprezzamento del cambio di prospettiva, però, è totale solo se si conosce in maniera profonda il brand. Le differenze rispetto al passato sono tangibili e spiazzanti. La proposizione di spazi più angusti e ragionati si discosta completamente da tutto ciò che ci era mai stato offerto prima d’ora. Il maniero e la stazione di polizia lasciano posto ad uno spazio cucito ad hoc sulla visuale in prima persona. Il gameplay ne guadagna in dinamicità, a fronte anche di nemici che non richiamano in alcun modo i classici zombies, sia per la loro estrema rapidità che per la loro aggressività marcata. Anche da questo punto di vista si fa fatica a re-inquadrare il titolo all’interno della serie.
Con la rinascita del brand legata inesorabilmente alla riuscita del settimo capitolo di Resident Evil, Capcom ha pensato bene di cavalcare la cresta dell’onda. Prima l’ottimo remake dello straordinario Resident Evil 2, seguito dallo zoppicante remake di quello che, alla base, non era già altrettanto straordinario: stiamo parlando, ovviamente, del terzo capitolo. Il passaggio dalla terza alla prima persona ha, storicamente, portato sempre profonde critiche da parte di qualsiasi community. Di recente, anche una software house come CD Projekt Red ha subito pesanti critiche per una scelta simile sul nuovissimo Cyberpunk 2077. Immaginatevi quindi il clamore generato dal cambio di visuale all’interno di un brand storicamente legato alla terza persona.
È bastata una bella svecchiata per far risplendere ancora Resident Evil 2!
Il recente annuncio di Resident Evil Village (guai a chiamarlo otto!) ha dimostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che il futuro creativo della serie è ancorato a questo nuovo corso. Capcom ha voluto deliziare i vecchi fan con due remake storici – ne arriverà forse anche un terzo – ma non ha di certo reinventato la sua storia. Il remake del secondo capitolo ha dimostrato che un rinnovamento grafico adeguato e un adattamento moderno a telecamera e controlli può far ancora brillare una pietra miliare vecchia di quattro generazioni. L’innovazione, però, è stata chiaramente riposta altrove.
Di Resident Evil Village sappiamo al momento davvero poco. Nonostante abbia già fatto capolino due volte in eventi Sony, le informazioni non sono molte. La recente presentazione al TGS, da questo punto di vista, non è certamente stata d’aiuto. Durante le tantissime chiacchiere dell’evento giapponese, Capcom ha fatto trapelare alcuni dettagli sul contesto narrativo del nuovo capitolo. Gli eventi del nuovo survival horror dovrebbero avvenire alcuni anni dopo quelli del settimo capitolo. La tranquillità ritrovata di Ethan viene distrutta nientemeno che da Chris Redfield. Al di là del canovaccio utilizzato di cui ci interessa relativamente, sono stati altri particolari a catturare la nostra attenzione.
Resident Evil Village sembra ampliare a dismisura la formula del settimo capitolo
Stando alle parole degli sviluppatori, sembra che il villaggio sarà il vero protagonista del gioco e sarà molto più vasto dell’ambientazione del capitolo precedente. Dai pochissimi minuti di gioco mostrati, se dovessimo azzardare un’ipotesi, sembrerebbe esserci un ritorno al level design del quarto capitolo, adattato alle nuove meccaniche introdotte dalla visuale in prima persona. Una parziale conferma arriva da Capcom stessa, che ha dichiarato come saranno presenti nemici più veloci e soprattutto devastanti quando si organizzano e si coordinano, ponendo un po’ più di enfasi sulle fasi action, come fu per lo straordinario capitolo uscito su Playstation 2 e Gamecube. Queste, ad oggi, sarebbero tutte le informazioni a disposizione, se non fosse che questa è l’epoca dei leaker.
Molto recentemente Dusk Golem è stato molto preciso sui leak riguardanti Capcom e in particolare questa serie. Secondo l’ormai ben noto leaker, sembrerebbe che in Village si possano impersonare ben tre personaggi giocabili: Ethan, Chris ed una donna ancora avvolta nel mistero. Senza soffermarci troppo sulle possibili conseguenze a livello di gameplay, sul quale al momento sappiamo davvero poco, è bene far notare, ancora una volta, un nuovo cambio di prospettiva. Giocare nel cono visivo di Ethan ha permesso di creare un’avventura molto più introspettiva che ruotasse attorno alla terrificante famiglia Baker. Adesso, però, i punti di vista si ribaltano di nuovo. Giocare nei panni di altri due personaggi ci permetterà appunto di poter osservare Ethan dall’esterno, inglobarlo in un contesto più grande e approfondire il suo personaggio, in un mondo che dovrebbe essere – il condizionale è d’obbligo quando si parla di notizie trafugate – cosparso di personaggi secondari.
Al giorno d’oggi Capcom, dopo un triennio strepitoso costellato da una serie di successi, sembra di nuovo godere di quella fiducia che si era saputa costruire nel corso degli anni. Attorno al nuovo capitolo non aleggia più quell’alone di negatività che traspariva per Resident Evil 7, e se oggi accogliamo con interesse e curiosità le nuove (pochissime) informazioni che abbiamo sul nuovo capitolo è soltanto per il coraggio che gli sviluppatori giapponesi hanno dimostrato nello stravolgere una struttura ludica innestandola in un contesto che ha risollevato con clamore una formula probabilmente destinata all’oblio. Oggi Resident Evil è più vivo che mai!