Breath of the Wild si proietta nel futuro: l’analisi dei brevetti

Facciamo alcune ipotesi sul futuro della serie

Anteprima di Stefano Cherubini

Annunciato quasi tre anni fa, il sequel di Breath of the Wild non si è ancora mostrato in maniera approfondita. Un primo teaser trailer all’E3 dello scorso anno (che noi avevamo analizzato) ha fatto intravedere alcune meccaniche lasciando però più domande che risposte. Nintendo continua a essere sibillina a tal proposito e dovremo probabilmente attendere l’E3 2022 per avere un’ampia panoramica sull’attesissimo sequel. Recentemente, però, la stessa Nintendo ha depositato ben tre brevetti relativi con assoluta certezza (facendo un confronto con il trailer qui sotto) al prossimo capitolo di Zelda.

La pratica di depositare brevetti legati alle meccaniche di gioco non è molto comune in ambito videoludico, ma neanche sconosciuta. Ad esempio, già nel 2014, Warner Bros depositò il brevetto per il famoso sistema Nemesis de L’ombra della guerra, una meccanica a dir poco centrale.

Partendo dal presupposto, dunque, che il deposito di un brevetto per una meccanica ludica non sia cosa da tutti i giorni, ci sentiamo di ipotizzare che i brevetti depositati da Nintendo siano estremamente centrali nella prossima avventura di Link. Con questa analisi proviamo a raccontarveli, pensando a come queste nuove meccaniche possano espandere il già rivoluzionario Breath of the Wild.

Caduta libera

Il primo brevetto di cui vogliamo parlare è quello relativo alla meccanica della caduta libera (più comunemente conosciuta come free falling). Tale meccanica era stata in realtà brillantemente introdotta dal trailer dell’E3 2021. Dopo pochi istanti dall’inizio del trailer, con una musica trionfante, si vede letteralmente Link cadere dal cielo in una mossa da paracadutista, che ricorda molto la meccanica di Skyword Sword. Il trailer non lascia in realtà intravedere nient’altro ed è qui che il brevetto ci viene in aiuto.

Il sistema di free falling sembra estremamente elaborato

Andando a tradurre il brevetto, viene specificato che in una particolare modalità in cui viene dato un input per far cadere il personaggio, si possono eseguire alcune operazioni tra cui un’azione di tiro per sparare a un oggetto predeterminato e un cambio di postura del personaggio in caduta, con una telecamera disposta secondo la direzione della picchiata. Si apprende anche che è possibile direzionare la telecamera verso l’oggetto che si intende colpire. Infine, durante la fase di tiro, i movimenti del personaggio sono tali da fare in modo che il tiratore si trovi sempre nella direzione di tiro.

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Il free falling avrà un ruolo centrale negli scontri aerei

Il combattimento aereo non sarebbe certo una novità in questo sequel. Lo stesso Breath of the Wild, in alcune situazioni, faceva sfoggio di paravela e bullet time per affrontare alcune particolari situazioni. In alcuni scontri particolarmente ardui, poteva anche tornare utile creare dei vortici per librarsi in aria e scagliare un bel po’ di frecce su un Lynel (ad esempio). Non si può certamente dire, però, che il sistema fosse evoluto. Analizzando attentamente il brevetto si capisce come Nintendo abbia intenzione di dare verticalità ai combattimenti in maniera forte. Siamo già a conoscenza del fatto che il prossimo capitolo di Link ci permetterà di scorrazzare sopra al cielo di Hyrule, ma questa meccanica renderebbe (parlando sempre per via ipotetica) tutte le fasi di transizione da una quota dell’asse Z superiore a una inferiore estremamente dinamiche e potenzialmente pericolose.

Inversione del tempo

Il secondo brevetto depositato riguarda una meccanica (almeno sulla carta) molto cara alla saga. In realtà l’inversione del ciclo temporale su un determinato oggetto è ben visibile all’interno del trailer dell’E3 2021. All’interno del brevetto si legge che i parametri utilizzati per calcolare la fisica di un determinato oggetto vengono modificati in modo tale che l’oggetto selezionato  venga indotto a eseguire il movimento al fine di ritornare alla posizione e all’orientamento registrati in precedenza, a partire dal momento in cui viene impartito l’input. Il tutto può essere eseguito in tempo reale, cioè mentre il mondo di gioco continua ad andare avanti. Questa meccanica apre a una quantità di possibilità che è francamente difficile immaginare.

La meccanica di inversione del tempo potrebbe rappresentare un incremento notevole della complessità dei puzzle

Non è difficile immaginare il risvolto che un’azione di questo tipo può avere nell’open world, come già si intravede nel trailer. Immaginate di poter rimandare indietro oggetti lanciati dal nemico, se non addirittura le frecce stesse, e di poter creare trappole di ogni tipo. La nostra immaginazione si ferma però quando cominciamo a immaginare che effetto possa avere sui dungeon. I quattro poteri di Breath of the Wild, concatenati a dovere, hanno dato sfogo a una miriade di soluzioni interessanti disseminate nei 120 sacrari e nei 4 colossi sacri. Aggiungere una possibilità di questo tipo potrebbe rendere i puzzle ambientali di una complessità senza precedenti.

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Disegnata in questo modo sembra piuttosto semplice da implementare…o no?

Infinite possibilità

Uno dei grandi punti di rottura di Breath of the Wild rispetto al passato della saga è stato proprio quello di eliminare il concetto di dungeon “oggettocentrici” per abbracciare un open world in tutto e per tutto (open air, come definito da Nintendo). Una volta che si completava l‘Altopiano delle Origini si aveva a disposizione un intero mondo da esplorare grazie ai quattro poteri raccolti nella zona iniziale. Niente più strade chiuse, niente più backtracking. Una libertà estrema e un armamentario fin da subito completo. Dubitiamo fortemente che questo aspetto possa venire modificato nel sequel e crediamo quindi che l’inversione temporale verrà aggiunta come quinto potere (ce ne saranno altri?). La possibilità di concatenare questo potere con i vecchi poteri aumenta a dismisura il ventaglio di azioni a disposizione.

Non crediamo possibile che il backtracking e i dungeon più “classici” possano far ritorno in questo sequel diretto

Nonostante Breath of the Wild sia un titolo estremamente curato, la sua natura sperimentale lo rende un cantiere aperto. Anni dopo la sua uscita vediamo video di imprese che non pensavamo possibili, nonché dettagli ancora da scoprire. Questo accade sostanzialmente perché il capolavoro Nintendo ha creato un mondo all’interno del quale si può fare tutto ciò che si vuole sottostando a delle regole ben definite. A giudicare da questo primissimo trailer di gameplay e da questo brevetto, Nintendo sta cercando di espandere la formula nel modo più semplice possibile: aggiungendo nuove regole.

Sequel Breath of the Wild 1
Un frame del trailer in cui viene invertita una palla metallica spinosa

Verticalità accelerata

Il terzo e ultimo brevetto descrive forse la meccanica più originale delle tre. In sostanza, se sopra la testa di Link si trova una superficie al di sopra della quale si trova un terreno calpestabile, si può in parole povere attraversare questa superficie per arrivare rapidamente su una zona di difficile accesso (se non impossibile da raggiungere). Il tutto al soddisfare di determinate condizioni che non riportiamo ma che potrete leggere qui. Il perché dell’inserimento di questa meccanica è in realtà piuttosto chiaro. Avendo aggiunto un intero mondo sopra Hyrule, bisognava trovare un modo per accedervi in maniera rapida, come mostrato nell’immagine poco sotto.

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Raggiungere superfici sopraelevate non sarà più un gran problema

Breath of the Wild è un open world che fa della verticalità uno dei suoi punti di forza. Il viaggio stesso per raggiungere la cima di un monte è parte integrante del level design ed esalta una mappa estremamente vasta. Grazie a questo rampino speciale e al free falling evoluto, è evidente come il seguito cerchi di spingere ancor di più sulla verticalità. Nel trailer, del resto, vediamo una miriade di isolotti posti nel cielo di Hyrule su differenti piani. Lo spostamento da uno all’altro sarà dunque una delle grandi novità del sequel. Il trailer e i brevetti ce ne hanno dato un piccolo assaggio.

Questo è solo l’inizio

Abbiamo ancora poche informazioni e dovremo attendere ancora qualche mese, ma sembra chiaro che il sequel di Breath of the Wild non sarà un semplice more of the same. Stando a questo primo sguardo, ci troviamo di fronte a un’espansione gargantuesca delle meccaniche di gioco che aggiunge nuove dimensioni all’open world di Nintendo. La possibile esplosione delle meccaniche di combattimento grazie al free falling. Una verticalità estrema che ci permette uno spostamento rapido come non mai. Nuovi poteri che permetteranno di aumentare la complessità dei puzzle e di imporre nuove regole al mondo di gioco.

E queste sono solo alcune delle novità che ci attendono nel prossimo capitolo di The Legend of Zelda! Ci aggiorneremo tra qualche mese per capire se le nostre ipotesi erano corrette oppure Nintendo ci ha solo preso in giro.

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