Doom Eternal, l’abbiamo giocato alla Gamescom

Abbiamo provato alla Gamescom l'ultimo capitolo della storica serie di sparatutto!

Anteprima di Riccardo Amalfitano

Mentre ero seduto nell’area di attesa, ovviamente entusiasta di poter finalmente mettere le mani su Doom Eternal, non ho potuto fare a meno di essere un po’ pensieroso sull’esperienza che di lì a poco avrei vissuto in prima persona. Da un lato, ero abbastanza fiducioso che Eternal sarebbe stato un gioco estremamente ben fatto, id Software non ha ancora mai deluso. D’altra parte, ero consapevole di avere sulla mia testa un enorme cartello illuminato Bethesda, un promemoria (e un monito) piuttosto significativo considerando le ultime produzioni del publisher.

Bethesda non ha avuto esattamente i migliori due anni della sua lunga storia, dato che molte delle sue uscite recenti sono state letteralmente perseguitate da un fallimento critico notevole: Fallout 76, Rage 2 e su tutti, Wolfenstein: Youngblood, titoli che non rappresentano veri e propri fallimenti commerciali, ma piuttosto dimostrano come l’editore abbia osato un po’ troppo, perdendo letteralmente la bussola. Quindi, nonostante la mia adorazione spudorata per la serie e in particolar modo per Doom 2016, devo dire che ero leggermente preoccupato.

Correre, schivare, saltare e arrampicarsi!

Ho giocato un’ora alla demo di Doom Eternal. Un tempo tutto sommato buono per testare un gioco, ma che in realtà è volato via in un attimo. id Software ha preso le fondamenta gettate con Doom 2016 e ha costruito così tanto su di esso che Doom Eternal sembra quasi un gioco completamente diverso. Tutto ciò che ho amato di Doom 2016 (salvo il nome prescelto) è stato aumentato di un fattore 10 con gli sviluppatori chiaramente concentrati su ciò che ha fatto impazzire i fan nella loro voce precedente.

Il design dei livelli è esplosivo, in particolar modo le arene, non solo si sviluppano verticalmente ma anche orizzontalmente, il che va ad aumentarne sia la profondità che la spaziosità. La possibilità di precipitare e morire è molto maggiore soprattutto quando il livello brulica letteralmente di demoni pronti a scannarci. La maggiore attenzione dello sviluppatore è stata riposta però sulla mobilità del protagonista, il Doom Guy o Doom Marine, una macchina di morte, che grazie ad alcuni aggiornamenti, risulta essere ancora più letale. In particolar modo, grazie agli scatti laterali, in avanti e indietro e all’arrampicata sui muri, meccaniche bilanciate davvero bene e al contempo soddisfacenti da mettere in pratica, abbiamo la possibilità di avere sia una via di fuga dal pericolo sia opportunità differenti per superare i Baroni Infernali in modi mai visti prima nella serie.

Il sistema di movimento e il design dei livelli sono sicuramente gli aspetti che mi hanno maggiormente colpito durante la mia prova con Doom Eternal, ma ciò che mi ha davvero sorpreso è stato quanto fosse strategico il gioco. Alcuni potrebbero dire che tutti i giochi di Doom hanno un certo livello di tattica che i giocatori devono carpire per risolvere i combattimento proposti, ma la maggior parte dei sistemi di Doom richiedono la gestione della salute e delle munizioni durante un combattimento, spesso costringendoci ad allontanarci dalla mischia per trovare un’armatura o un pack salute per rinvigorire il Doom Guy contuso e sanguinante. È qualcosa che va a cozzare con la natura frenetica di Doom; dover correre alla disperata ricerca di un kit medico rovina un po’ l’esperienza. Doom Eternal risolve questo problema…con la generazione di risorse.

Invece di fuggire dai demoni e cercare alcune bottiglie blu ripiene di liquido per la guarigione, siamo incoraggiati a continuare a spingere nella battaglia con un set di mosse che è stato creato ad hoc per renderci delle perfette macchine di morte. Doom 2016 ha introdotto la meccanica delle Glory Kills (uccisioni gloriose), che permette, in maniera piuttosto appariscente, di smembrare i nemici e ottenere un piccolo boost della propria salute. Le Glory Kills, sono presenti anche in Eternal, in una versione ancora più violenta, e rappresentano la vera novità del gioco. Per fare un esempio, il lanciafiamme montato sulla spalla ci consente di generare armature in caso di uccisioni riuscite. Quello che è iniziato come un modo appariscente per eliminare i nemici si è trasformato in una gestione completa delle risorse e mentre ciò potrebbe sembrare l’antitesi di Doom…funziona molto meglio di quanto si possa pensare. Non sarei inoltre sorpreso se i giocatori più abili non dovessero raccogliere un singolo pacchetto di salute durante l’intero gioco. Stai generando le tue risorse giocando nel miglior modo possibile, il che ti fa giocare sempre meglio, e di conseguenza sarà possibile ottenere maggiori risorse. È un ciclo avvincente che risulta essere meravigliosamente auto-soddisfacente.

Improvvisamente, il combattimento ha ancora più opzioni e varianti. Usiamo il lanciafiamme per ottenere armatura, effettuiamo un’uccisione gloriosa per rinvigorire la salute e così via. id Software ci ha dato tutto il necessario per rimanere in vita e affrontare demoni su demoni, anche il temutissimo Doomhunter, un demone enorme ma al tempo stesso veloce e potente fisicamente. In una sola ora di gameplay, abbiamo avuto incontri ravvicinanti praticamente con quasi tutti i nemici presenti nel gioco e li abbiamo potuti sterminare in tanti modi diversi. Lanciafiamme, granate, armi al plasma, fucile a pompa, motoseghe e via discorrendo. Una nuova funzionalità presente nel gioco è una vita extra. Nei vari stage di gioco, in posizioni non propriamente agevoli, è possibile un elmetto verde fluttuante che se ottenuto ci da una vita extra in caso di morte. Ciò significa che non moriremo all’ultimo checkpoint ma avremo una seconda possibilità. Questa meccanica risulta utilissima, in quanto, al netto di una potenza di fuoco devastante e una maggiore semplicità di ottenere risorse, i combattimenti non sono affatto semplici.

Una colonna sonora che uccide!

Ad accompagnare le nostre carneficine, ritroviamo l’ottima colonna sonora metal, che ben si adatta al rimo frenetico del gioco. Doom Eternal si avvale dell’Engine proprietario di id Software: id Tech 7. Avendo effettuato la prova su ASUS ROG con Nvidia RTX 2080, abbiamo potuto beneficiare di un livello grafico e di dettaglio sbalorditivo. Nessuna incertezza nel comparto tecnico, che si è dimostrato solido e convincente. Non sappiamo come si comporterà il gioco su PlayStation 4 Pro e Xbox One X, ma in una nota recente, Bethesda e id Software hanno dichiarato di voler sfruttare al massimo il motore grafico e garantire una risoluzione 4K a 60 fotogrammi al secondo. Mentre su Switch sarà limitata, per via dell’hardware meno performante, a 30fps.

Molto più di un “More of the same”

Doom Eternal non è un gioco completamente nuovo rispetto al predecessore, ma sotto svariati aspetti sembra davvero esserlo, specialmente per quanto riguarda ritmo e intensità. Dopo la prova, ho appoggiato il controller sulla postazione e ho atteso un attimo prima di alzarmi. L’ora di gameplay giocata, mi ha fatto capire quanto sia alto il potenziale di Doom Eternal e tutti i pensieri e le perplessità che ho avuto durante l’attesa, sono svaniti. Adesso, non vedo l’ora di mettere le mani sul gioco completo, ovvero il 22 novembre prossimo su PlayStation 4, Xbox One, PC e Nintendo Switch.

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