The Last of Us: Part II, cosa abbiamo appreso dalla demo

Resoconto di emozione, stupore e meraviglia di fronte alla nuova esclusiva Sony

Anteprima di gmg215

The Last of Us Parte 2 sarà un capolavoro. Dopo il filmato presentato ieri alla conferenza Sony, persino il più minuscolo dubbio è stato semplicemente annichilito e spazzato via.

Naughty Dog ha alzato il sipario sul suo titolo più blasonato inscenando una tale dimostrazione di forza da far impallidire qualunque altra cosa mostrata a questo E3 2018. L’unica altra produzione che può rivendicare un altrettanto marcata impronta autoriale è, ovviamente, Death Stranding. Tuttavia, la nuova opera di Kojima è in una fase di sviluppo tutt’altro che avanzata, come dimostrato dalla minima quantità di gameplay mostrata durante lo showcase (probabilmente per volontà unilaterale di Sony).

D’altra parte, The Last of Us Parte 2 si è fatto ammirare in tutta la sua varietà di ambientazioni e di meccaniche. Maestosi sono apparsi i filmati: una Ellie, ormai diciannovenne, appare caratterizzata in maniera semplicemente sopraffina. I suoi occhi sono profondi e pieni di vita, i suoi capelli un po’ spettinati lasciano filtrare la luce alle sue spalle: si potrebbe andare avanti quasi all’infinito ad elencare tutti gli strabilianti dettagli. Tuttavia, la cosa ancora più significativa è l’attenzione ed il gusto della regia: avrebbero potuto mostrare solo scene di combattimenti e crudeltà’, eppure gli sviluppatori (geniali) Naughty Dog hanno scelto di porre l’accento sulla narrazione e sui personaggi. Vedere Ellie ieri sera è stato come vedere una figura amica che non si vedeva da tanto tempo. Questo induce tutti noi, futuri giocatori, a impegnarci emotivamente per questa nuova avventura.

La competenza con cui The Last of Us miscela narrazione e gameplay non è una novità, eppure quanto mostrato all’E3 è riuscito comunque a stupire.

Dal punto di vista della storia, l’estratto presentato si compone di immagini provenienti da due momenti distinti nello spazio e nel tempo. Nel primo ci troviamo in una chiesa ed è un momento di calma: Ellie osserva danzare una ragazza di nome Dina per la quale nutre evidentemente dei sentimenti profondi. Scambia due parole con un amico: egli si lamenta dell’inflessibilità di Joel (che appella come padre di Ellie, in inglese “your old man”) nell’organizzare i turni di pattuglia. Tra l’altro, ciò non chiarisce del tutto il fato di Joel, ma conferma (qualora ce ne fosse stato bisogno) che egli sarà parte integrante di almeno una porzione della storia. Ad ogni modo, Ellie è troppo occupata ad ammirare Dina: quando quest’ultima la invita a ballare, appare subito chiaro il legame fra le due.

In una scena impressionante, per dettaglio grafico e naturalezza delle movenze, Dina bacia Ellie e quest’ultima pronuncia le parole “I am just a girl, not a threat” (sono solo una ragazza, non una minaccia).

Dina risponde “…they should be terrified” (dovrebbero essere terrorizzati): non possiamo fare altro che formulare speculazioni, tuttavia sembrerebbe che Ellie si sia guadagnata una reputazione da guerriera.

Infatti, dopo il bacio (a mia memoria il primo bacio gay mostrato nella conferenza più attesa della fiera più attesa), un elegante movimento della telecamera ci trasporta in un ambiente completamente differente: una giungla urbana in decadenza, in cui Ellie si fa strada silenziosamente tra pattuglie di nemici.

Parliamo dunque di gameplay. Il motore grafico sembra quello ereditato da Uncharted 4, eppure la profondità è stata ulteriormente migliorata per accomodare degli scenari molto più vasti ed aperti (quasi sandbox), in cui si intravedono strade alternative.Ellie si nasconde nell’erba: la naturalezza e la varietà dei suoi movimenti sono qualcosa di mostruoso. Quando indietreggia, quando si appoggia sugli ostacoli, Ellie si integra sempre alla perfezione con il mondo di gioco, proiettandoci in questa realtà fittizia ma nel contempo realistica. L’ossessione per i dettagli non è mai fine a sé stessa in questo gioco.

Sono state ampliate le meccaniche di gioco in ogni aspetto, donando moltissima libertà di gioco aggiuntiva. Si può strisciare, passare in una strettoia (impressionante il passaggio fra gli scaffali, negli ultimi minuti di trailer), nascondersi sotto una macchina: quest’ultimo nascondiglio, che a mia memoria di giocatrice incallita di Metal Gear dovrebbe essere il più sicuro del mondo, è tutt’altro che inviolabile.

Infatti, anche l’intelligenza artificiale dei nemici ha fatto un enorme balzo in avanti: gli avversari comunicano fra loro e reagiscono collettivamente alle azioni del giocatore.

Il sistema di crafting ora consente anche di fabbricare munizioni: in una fase veramente spettacolare del trailer si vede Ellie che scaglia una freccia esplosiva. I brandelli di carne del nemico smembrato volano in aria: come si diceva poc’anzi, i dettagli sono semplicemente sbalorditivi.

Come pure sbalorditivo appare l’ampliamento del sistema di combattimento, specialmente melee (ossia a corto raggio): tra le altre cose, Ellie può usare la schivata (caratteristica già implementata per il primo The Last of Us, ma poi scartata prima del rilascio) e può sfruttare i corpi dei nemici come scudo. Il tutto, sempre nel rispetto del realismo più assoluto ed accompagnato da alcuni tra gli effetti visivi più spettacolari mai visti.

Non è ancora chiaro se alcuni eventi minori di gioco possano comportare delle scelte di libero arbitrio da parte del giocatore: si vede, ad esempio, una scena di uno sventramento (letteralmente) al quale Ellie assiste senza intervenire, pur avendo forse il tempo di farlo.

Le meccaniche stealth appaiono molto fluide tuttavia, appena si viene scoperti dal nemico, il ritmo cambia e si passa ad una fase frenetica degna del miglior shooter in terza persona (questi cambi di passo mi hanno ricordato il primo TLoU oppure Metal Gear Solid V: The Phantom Pain).

L’interfaccia di gioco è minimalista ed elegante.

Il combattimento si chiude e la regia ci riporta nella chiesa dove Ellie, sempre abbracciata a Dina, sembra aver appena pensato alla violenza, che ha imparato ad accettare pur di sopravvivere, come il contrappeso di sentimenti quale l’affetto e l’amore.

In conclusione, nulla di quanto visto in questo E3 (fino ad ora) si è avvicinato a quanto mostrato in TLoU Parte 2: per esecuzione e, soprattutto, per scopo, Naughty Dog si differenzia completamente dagli altri sviluppatori. Mi verrebbe da dire che tutti giocano a dama, mentre loro giocano a scacchi.

TLoU Parte 2 è stato mostrato con l’intento di emozionare: tutto il resto, o quasi, è stato sbandierato per stupire. La differenza è abissale.

Un’ultima cosa. Ellie è sempre lei: meravigliosa, umana e carismatica. A questo punto, sempre più il miglior personaggio femminile mai visto in un videogioco.

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