Tutti i nuovi dettagli su Ghost of Tsushima

La splendida creatura di Sucker Punch è stata mostrata la scorsa notte con un corposo filmato di gameplay, esaminiamo insieme le molte informazioni emerse

Anteprima di Simone Di Gregorio

Il nome di Sucker Punch è indissolubilmente legato alla serie InFamous, la famosa saga che ci immerge in un immaginario popolato dai conduit, mutanti dai poteri straordinari. Dopo la sfortunata parentesi di Second Son, titolo poco apprezzato da pubblico e critica, il team statunitense cambia completamente registro per immergersi nello splendido setting del Giappone feudale, questa volta minacciato dall’oppressiva presenza dei mongoli di Kublai Khan del tardo XIII secolo.

A distanza di poco meno di un anno dal primo reveal, Ghost of Tsushima è stato uno dei protagonisti della recente conferenza PlayStation con nove corposi minuti di gameplay. Sono dunque emerse molte nuove interessanti informazioni e non vediamo l’ora di parlarvene in questa anteprima! Ci troviamo di fronte all’esclusiva Sony più promettente del prossimo futuro?

Da InFamous al Giappone feudale il passo (non) è breve

La sequenza mostrata nel trailer è ambientata nel nono giorno dell’invasione mongola, ci troviamo nei panni di Jin, un samurai pronto a dare la vita contro l’improvvisa minaccia straniera. La missione vede quindi il nostro protagonista alla ricerca di un monaco locale, torturato dai nemici per estorsione di informazioni.

Mano a mano che ci avviciniamo al tempio in sella al nostro cavallo ed immersi nell’incredibile panorama nipponico, abbiamo il nostro primo contatto con il sistema di combattimento. Gli scontri, rigorosamente one on one (uno per volta), sembrano rimarcare una certa attenzione alla tecnica e alla strategia, con momenti morti nei quali studiare l’avversario. Gli affondi con la katana sono decisi e violenti, con intensità variabile a seconda probabilmente della scelta di un colpo pesante o leggero, senza risparmiarsi meccaniche di parry o moveset di finish. Le animazioni sono inoltre fluide e soddisfacenti, denotando comunque uno sviluppo di sicuro non alle prime battute.

Al seguito di questo primo combattimento facciamo la conoscenza di Masako, un’altra guerrigliera – a quanto sappiamo – alleata di Jin. Progredendo verso il tempio ci vengono mostrate alcune fasi stealth, con classica eliminazione alle spalle e camminata in accovacciata, per poi invece premere l’acceleratore su accenti tipicamente adventure. Scaliamo dunque una struttura vicina e sfoderiamo l’uso del rampino (qualcuno ha detto Uncharted?), essenziale per raggiungere la cima del piccolo edificio votivo. Assorbita la riuscita lezione di Assassin’s Creed, Jin esegue una cruenta uccisione dall’alto e ne esegue altre due in sequenza, trafiggendo infine un mongolo all’esterno che è riuscito tuttavia nell’impresa di chiamare rinforzi.

Salvato il monaco, Masako prova ad ucciderlo, accusandolo di aver tradito la sua famiglia. Il diverbio sfocia in uno scontro tra la donna e Jin, il che ci porta a una sorta di intensa modalità duello a telecamera fissa. La strategia e il tempismo assumono qui il ruolo di protagonisti, assimilato ormai il feeling action a una declinazione ragionata e con tutta probabilità non immediatamente accessibile al giocatore (aspettiamo delucidazioni in merito).

Una volta risparmiata Masako arrivano i mongoli e proprio sul più bello il filmato si interrompe, lasciandoci scolpite nella mente solo titaniche aspettative, senza purtroppo alcun periodo di uscita di riferimento.

Un Giappone mai così bello da vedere

Oltre ad un accompagnamento sonoro di fiati estremamente suggestivo, l’azione del filmato di Ghost of Tsushima è stata coadiuvata da un comparto tecnico fuori dal mondo, un qualcosa che la maggior parte di noi non si sarebbe mai aspettato dall’hardware di PS4 (stesso ragionamento per The Last of Us Parte II).

La gestione della palette di colori e dell’illuminazione dinamica ha lasciato tutti a bocca aperta, come per la sbalorditiva profondità di campo, in grado di garantire scorci talmente clamorosi da mozzare il fiato, favoriti per di più dai delicati colori delle antiche campagne nipponiche; il duello finale, immerso com’è in un manto persistente di autunnali foglie rossicce e intaccato progressivamente da un fuoco ultra realistico ha causato il collasso delle mie povere retine, implose sotto una art direction da applausi a scena aperta.

L’attenzione al dettaglio è inoltre maniacale, vedasi il contatto del cavallo con il fango o l’interazione del suo galoppo con la vegetazione, il tutto attraverso un motore fisico senza dubbio figlio di tecnici fenomenali in quel di Sucker Punch. In definitiva, se queste sono le premesse, Ghost of Tsushima si candida con diritto al ruolo di protagonista della line up Sony del (si spera) prossimo anno .

 

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