Se fosse un essere umano invece di un videogioco si userebbe la canonica forma “ci lascia dopo una lunga malattia”. Anthem non è morto a tutti gli effetti, ma è un po’ come se i suoi medici digitali avessero gettato la spugna circa la possibilità di rianimarlo. Dopo il lancio piuttosto disastroso di quello che è stato un titolo sfortunato e nato male, Bioware ha cercato di porre rimedio agli errori con aggiornamenti, patch e contenuti aggiuntivi. Un anno fa si era promessa la terapia d’urto, con un enorme revisione del gioco che sarebbe dovuta arrivare con il nome di Anthem NEXT. Nei sogni dei fan e forse anche di Bioware stessa avrebbe dovuto trattarsi di una rinascita in stile No Man’s Sky, ma le cose sono andate diversamente.
Nella giornata di ieri un comunicato ufficiale dello studio di sviluppo ha annunciato, senza se e senza ma, che Anthem NEXT non si farà. Lo sviluppo è interrotto e resterà solo il supporto all’attuale versione di Anthem, il che equivale a dire che si garantirà l’assistenza di fine vita. Nessuna eutanasia, per lo meno, cosa che mostra rispetto verso chi il gioco ce lo possiede e magari lo apprezza. Tra le cause dello stop ai lavori il comunicato dà un grande peso all’emergenza Covid, che ha cambiato le carte in tavola nel corso del 2020. Dedicare risorse ad Anthem NEXT avrebbe richiesto uno stress eccessivo al team. Si è pensato di indirizzare quegli sforzi al prossimo Dragon Age, alla serie Mass Effect e agli aggiornamenti per Star Wars: The Old Republic.
Bioware conclude ringraziando i suoi utenti per i feedback e la passione. Il tutto ha però il tono grigio e mesto dei messaggi di addio, parole sussurrate fuori dalla stanza di un malato per evitare che lui le intercetti e si agiti più del dovuto. Si avvia così alla fine, probabilmente, la breve storia di Anthem.
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