PlayStation condannata a pagare 3.5 milioni di dollari in Australia

La divisione europea è stata denunciata per pratiche commerciali scorrette

Notizia di Andrea Bevilacqua

PlayStation Europe è stata condannata in Australia, che nonostante sia particolarmente lontana dal Vecchio Continente rientra nella competenza del ramo europeo dell’azienda nipponica, ed ora è obbligata a pagare una multa da 3,5 milioni di dollari all’ente consumatori australiano (ACCC), per pratiche commerciali scorrette.

Infatti, secondo l’Australian Competiton and Consumer Commission sembra che l’azienda riporti all’interno del proprio sito informazioni false ed ingannevoli, considerate in pieno contrasto con la legge del consumo vigente nella terra dei canguri. Tale legge, nota come Australian Consumer Law, ha lo scopo di tutelare i diritti del consumatore sul mercato australiano.

Il caso di specie fa riferimento al fatto che all’interno di quello specifico mercato il diritto al rimborso per un prodotto difettoso sia estendibile oltre i 14 giorni, e che tale diritto includa anche i prodotti scaricati digitalmente dal PlayStation Store, eventualità non consentita dal colosso tecnologico.

PlayStation Australia

Quindi, l’irregolarità comminata alla divisione europea è collegata alle formule commerciali adottate, non in line con la sopracitata legge di tutela dei consumatori. Infatti, la corte ha ritenuto arbitraria la decisione di PlayStation sostenendo che “i consumatori che comprano prodotti online hanno esattamente gli stessi diritti di coloro che acquistano nei negozi fisici“.

Il tutto andrebbe aggiunto al fatto che il servizio clienti Sony abbia riferito ad un utente che il rimborso doveva essere autorizzato dallo sviluppatore del gioco, mentre un altro facendo medesima richiesta sia stato rimborsato, ma solo con credito sul PlayStation Store. La legge australiana non prevede rimborsi con moneta elettronica, infatti, viene chiarito che il rimborso debba essere garantito in contanti o attraverso trasferimento di denaro in base al sistema di pagamento utilizzato.

Non è la prima volta che la giustizia australiana emette sentenze simili, se ricordate bene, anche Bethesda venne condannata a rimborsare gli utenti insoddisfatti di Fallout 76.

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