Free Guy, quando un film parla davvero di videogiochi

Ryan Reynolds porta a schermo un PNG e una storia dedicata al videogioco

Cinema & Serie TV di Simone Lelli

Esistono dozzine di pellicole ispirate al mondo dei videogiochi: andiamo da IP famose traslate nel mondo del cinema, spesso senza successo, per passare poi a film che invece raccontano storie inedite legate a questo medium. La storia di questa tipologia di cinema gira già da tempo – potremmo infatti citare Tron, Ready Player One e tanti altri piccoli gioielli – ma solo da un po’ di anni si presenta frequentemente un errore abbastanza comune.

Se infatti lo stesso Ready Player One cada nel tranello di voler utilizzare gran parte delle proprietà intellettuali possedute per proporle sul grande schermo, allora è davvero semplice scadere nel citazionismo compulsivo, non tanto per avere una storia intrigante, ma per rendere felice il videogiocatore entrato in sala. Free Guy – Eroe per Gioco racconta anch’esso una storia legata ad un videogioco, ma nonostante la possibilità di sfruttare molte IP (in quanto il film è di proprietà della 20th Century, e quindi Disney) si focalizza invece sul suo intreccio, decisamente fuori dal comune e davvero molto originale.

Free Guy – Eroe per Gioco racconta le vicende di Guy (Ryan Reynolds), un NPC (personaggio non giocante) che fa il commesso in banca e, insieme al suo amico Buddy (Lil Rel Howery), ogni giorno viene rapinato da tantissimi giocatori che entrano in Free City, un titolo online che permette di fare ciò che si vuole in questa omonima città. Degli avvenimenti però porteranno Guy a scoprire il mondo di gioco dietro tutto quanto, portandolo a conquistare fama e soldi diventando l’eroe della città. In tutto ciò, a influenzare gli avvenimenti ci penserà anche l’arrivo di una particolare giocatrice, Molotov Girl (Jodie Comer), che porterà lo sviluppatore del gioco Antwan (Taika Waititi) a mettere a lavoro per risolvere lo strano problema i suoi due sviluppatori Keys (Joe Keery) e Mouser (Utkarsh Amudkar).

Un messaggio d’amore al Videogioco

Le quasi due ore di film scorrono leggere all’interno di uno sceneggiato davvero particolare: come abbiamo già detto, non cade nel citazionismo estremo (seppur qualche piccola chicca la inserisce all’interno, soprattutto verso la fine della pellicola), ma punta molto su una storia che non solo diverte e intrattiene, ma parla anche di temi abbastanza moderni come la vita artificiale. Tutto il cast di Free Guy – Eroe per Gioco riesce a rendere bene su schermo nel momento in cui sono nella vita reale, ma brilla soprattutto nel mondo di gioco di Free City, una città che punta su uno stile vicino a Fortnite con sprazzi di GTA, dove chiunque può fare ciò che vuole – ma sempre con un occhio verso l’illegalità e la criminalità.

Free Guy – Eroe per Gioco arriva in alcuni tratti anche a parlare di temi vicini al mondo della gaming industry: in modo semplicistico ma efficace, il film racconta sia l’amore dietro alla creazione di codice di un videogioco e allo stesso tempo mostra pure l’economia legata al gaming, con tanto di raffigurazioni estreme di aziende che vogliono solo guadagnare. In realtà il fulcro della storia non è di certo questo, ma è interessante come un film non legato particolarmente a qualche IP famosa riesca comunque a essere più vicino al videogioco di quanto lo siano stati tanti altri in passato.

Una giostra adrenalinica e divertente che verrà amata dai fan del videogioco e non solo

All’interno della pellicola spicca sicuramente l’interpretazione di Ryan Reynolds, attore che riesce in modo eccezionale a portare su schermo (con tutte le caratteristiche tipiche dei personaggi non giocanti) un fantastico Guy, questo malcapitato che si troverà a dover compiere un’impresa decisamente più grande di lui. I vari comprimari, tra cui il compagno e amico di sempre Buddy, riescono fortunatamente però a ritagliarsi il proprio spazio soprattutto verso le scene finali del film, dove tutto l’intreccio andrà a sciogliersi verso una conclusione interessante e per nulla scontata.

Free Guy

Al contrario l’antagonista del film non è così brillante, nonostante la grandissima interpretazione di Taika Waititi, che riesce a caratterizzare il suo personaggio con delle sfumature quasi paradossali. Per il resto il film non brilla sicuramente di una trama intricata, ma a prescindere da ciò risulta fresco, leggero, originale, cosa molto difficile se parliamo di film dedicati al mondo dei videogiochi. Per il resto la parte tecnica eccelle soprattutto nell’utilizzo di una computer grafica che spicca in confronto al realismo del mondo di Free City, e l’utilizzo di alcuni effetti e crismi tipici del videogioco riescono a donare a Free Guy – Eroe per Gioco quel tocco che lo differenzia dagli altri film di questo genere.

All’interno della pellicola spicca sicuramente l’interpretazione di Ryan Reynolds

Spendiamo infine due parole sul discorso di proprietà intellettuale e omaggi: ovviamente Free Guy – Eroe per Gioco, venendo dal roster Disney (il film era già in produzione prima dell’acquisizione), ha le sue IP da mostrare e lo fa in modo molto intelligente: se a questo ci uniamo la partecipazione all’interno del film di molti streamer famosi nel panorama mondiale del videogioco, ecco che abbiamo davanti una pellicola che non solo riesce a raccontare una trama slegata dai videogiochi conosciuti ma molto legata al concetto di videogioco in sé, ma abbiamo davanti anche una produzione che sa cosa davvero vuole il video giocatore e cerca in tutti modi di trasformare le vicende di Free Guy come se fossero delle vicende che avvengono nel mondo reale, creando un ponte di collegamento tra la vita dello spettatore e la vita nel gioco all’interno di Free City.


Free Guy – Eroe per Gioco è una pellicola che tutti gli amanti dei videogiochi apprezzeranno ma che potrebbe piacere anche a chi di videogioco mastica poco: parliamo di una commedia leggera e divertente, fatta di scene simpatiche e che non cade mai nel becero e nel ridicolo, ma punta sfruttare anche la cultura pop odierna una cosa che non è prerogativa del video giocatore. Due ore filate Che nascondono in fondo anche un messaggio importante ma che soprattutto puntano a divertire lo spettatore dal primo all’ultimo minuto

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