Da circa undici lunghi anni il botteghino del cinema mondiale è letteralmente preso d’assalto da un particolare sottogenere di film. Proprio come i giochi Souls si sono dipanati dagli action RPG, i cinecomics della Marvel si sono stabiliti come ramo a sé stante dell’albero dei lungometraggi d’azione. Con il passare delle innumerevoli iterazioni la formula di base ha raggiunto una maturità piena, tanto da raccogliere un crescente favore della critica, oltre al consenso popolare, che non è mai mancato. Eppure, parafrasando Morpheus di Matrix, questi cinefumetti sono concepiti, sviluppati e prodotti secondo regole ben precise e, a causa di questa natura chirurgicamente calcolata, non varcheranno mai determinate soglie di originalità, divertimento e sorpresa.
Semplificare una cosa difficile è un processo intellettualmente più fertile ed interessante rispetto a complicare una cosa semplice. Sul grande schermo, i canovacci narrativi dei supereroi Marvel sono semplici, talvolta molto semplici. Del resto, hanno l’ambizione di essere di ampia fruizione e non possono indulgere in controversie, contorcimenti cerebrali oppure complessi iter psicologici. Prendiamo in esame il caso di alcuni tra i film più celebrati di tutto il Marvel Cinematic Universe (MCU), quelli con protagonisti gli Avengers. Si specifica fin d’ora che non ci saranno spoiler: non sarebbero funzionali allo scopo di questo articolo e, ad ogni modo, il concetto stesso di spoiler nel contesto Disney-Marvel è perfettamente equiparabile a quello del segreto di Pulcinella, viste le motivazioni citate poc’anzi. Ogni avventura degli Avengers si fonda sul medesimo loop di fondo: riunire un gruppo di alleati contro la minaccia di turno. Di per sé, questa semplicissima premessa non sembra poter godere di particolare longevità, perché ogni film deve essere auto-conclusivo ed i titoli di coda devono seguire la risoluzione del conflitto. Pertanto, la motivazione necessaria a reiterare il loop può essere trovata solamente alzando la posta in gioco, ovvero dichiarando (come spesso accade nei trailer) che ciò che sta per succedere è più grande, più imponente, più urgente di quanto sia successo prima. Inizia così una sorta di bluff narrativo che può anche comportare esiti auto-deprecatori: per esaltare l’importanza di qualcosa che sta per succedere si finisce spesso e volentieri per ridimensionare ciò che si è già raccontato. In verità lo stesso MCU ha temporaneamente interrotto il ciclo degli Avengers introducendo un concetto molto caro ai videogiocatori, ovvero quello di sequel diretto: al fine di godersi anche solo marginalmente Endgame (recensione qui) è assolutamente necessario aver visto il precedente Infinity War.
Per definizione tutti i supereroi dovrebbero essere speciali. Tuttavia, la proliferazione di protagonisti complica notevolmente la questione. Nell’ambito dei film corali, per esempio, l’appiattimento di ciascun personaggio è pressoché inevitabile: il minutaggio limitato impone il sacrificio dell’approfondimento psicologico in favore dello sviluppo della narrativa corale. Non a caso, le ammucchiate supereroiche vengono sapientemente centellinate in mezzo ai film stand-alone, ovvero dedicati ad un solo personaggio. I filoni individuali iniziano solitamente dalla genesi: Iron-Man e Captain Marvel (recensione qui), tanto per citare un paio di esempi particolarmente riusciti, introducono Tony Stark e Carol Danvers, stabilendo cosi il tono ed il contesto delle rispettive storie. Potendo iniziare delle storyline “vergini”, questi film delle origini possono vantare una libertà creativa che viene parzialmente perduta quando iniziano gli inevitabili cross-over tra diversi supereroi. Spesso i sequel fungono da vetrine di lancio per istruire il pubblico a familiarizzare con le nuove reclute dell’universo cinematografico: ad esempio, la Pantera Nera ha ricevuto il battesimo durante il battesimo durante il terzo capitolo di Capitan America, Civil War. Sebbene la continua iniezione di nuova linfa, nonché l’intelligente gestione delle interazioni tra vecchie e nuove leve, contribuisca in maniera decisiva a tenere in pugno l’attenzione del pubblico, è pur vero che le punte di originalità si fanno sempre più rare perché ogni lungometraggio utilizza il medesimo modello, limitandosi a cambiare gli asset (super-poteri, antagonista, e così via). In qualche caso, ad onor del vero, la presenza di una componente di diversità o di una forte geo-localizzazione del racconto consente un risultato leggermente più frizzante del solito (La Pantera Nera). Per il resto, elementi quali l’utilizzo di elementi comici e di toni squillanti sono divenuti un marchio di fabbrica che si applica a tutti i film Marvel, senza eccezioni ne sorprese.
Indubbiamente Disney conta di spremere ulteriormente la miniera Marvel, dando inizio ad una nuova fase fatta di nuovi eroi e sviluppo di alcuni già esistenti: la maestria mostrata fino ad ora in quasi tutti gli aspetti, incluso quello di marketing (non a caso i social media di persone come Robert Downey Jr., Chris Hemsworth e compagnia cantante si muovano quasi sempre in sincrono), sembra garantire un cospicuo successo al botteghino (il quale è letteralmente monopolizzato dalla suddetta multinazionale, grazie anche a titoli come Star Wars ed il Re Leone). Tuttavia, è lecito domandarsi quale novità dirompente possa nascere da un contesto divenuto così familiare. È certamente interessante vedere un numero crescente di rinomati attori (e registi, anche indipendenti) coinvolti nel microcosmo dei supereroi, tuttavia il rispetto del template e delle esigenze di copione dei vari film (e serie tv sull’imminente piattaforma streaming Disney) rimangono esigenze supreme e limitanti. La fidelizzazione creata negli appassionati rende l’MCU un investimento sicuro nel futuro prossimo, tuttavia l’interesse del cinema, inteso come mezzo culturale e sede di creatività, diverge nettamente da quello del rendiconto dell’azienda californiana. Come al solito, al pubblico va l’ultima parola.
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A me The Walking Dead ha stufato dopo la 4° stagione, rimane il fatto che non mi interessi se molte persone continuino a guardare il telefilm, se la AMC continui a rinnovare la stagione o sparare uno spin-off dietro l’altro.
I film Marvel mi piacciono, alcuni tanto, alcuni tantissimo, alcuni meh, ma mi fa piacere che continuino ad uscire…ed ovviamente, non mi interessa se qualuno è son stufo dei cinecomic Marvel 😀
Se qualcosa non piace non la si guarda.
Ovviamente ognuno ha i suoi gusti, ma è un dato di fatto che il cinema si avvicini ad uno stato di monopolio e farlo notare non fa male.
Scusa ma monopolio mi sembra una esagerazione 😛 escono 3 film Marvel all’anno, su 100 produzioni annuali di Hollywood e oltre le 600 mondiali (fonte: https://stephenfollows.com/how-many-films-are-released-each-year/ ).
Poi che possano stufare ci sta tutto, per carita`! Ma direi che la scelta non manchi, anzi.
Concordo semplicemente su tutto. Un’appiattimento totale e malsano del cinema di intrattenimento. Ma la Disney non sarà mai più coraggiosa di così se viene continuamente incensata al botteghino.
Riguardo quello che dici tu, il caso Black Panther è stato per me il primo campanello d’allarme: film celebratissimo, capolavoro totale globale. Per me è stato forse uno dei peggiori, scialbo e scontatissimo. Piatto, come dici tu.
Grazie Leo! Penso che Disney continuerà a spadroneggiare ancora per un po’.
Bel pezzo, anche se sembra troncato, mi aspettavo un bel paragrafetto finale pieno di parolacce e vaffa rivolto ai cinecomics 😂
A parte gli scherzi, riporto il mio (insignificante) caso: per quanto abbia apprezzato e, in alcuni casi come Guardiani della Galassia, adorato i cinecomics, dopo Endgame mi sono detto basta. Semplicemente basta, dopo undici anni non ho più voglia di investire tutto questo tempo nello star dietro a tanti film, tante serie TV. È stata una bella avventura, ma è ora di cercare altro. Poi è normale che al ragazzino di 15 anni scoppi il cervello a vedere un qualsiasi trailer, e per questo Marvel continuerà a fare i soldi infiniti
Ahahah il paragrafo finale così non avrebbe ricevuto luce verde per la pubblicazione. 🙂 . Scherzi a parte
Anche a me Black Panter mi ha lasciato un po’ così: dopo le lodi mi aspettavo meglio.
D’accordo su praticamente tutto, anche se, a dire la mia, film come Thor Ragnarok avrebbero potuto evitarli per quanta poca qualità, immaginazione e resa abbiano…Poi al botteghino fanno sempre faville e i fatti mi smentiscono, ma trovo che sopperire alla qualità con la quantità (di film e/o di eroi per ogni film) non sia la strada giusta per poter continuare nel lungo termine.
Concordo
Per quanto dall’altro lato della barricata, capisco gran parte della perplessità espressa sulla ridondanza di casa Disney, tuttavia visto i denari che ad ogni film riesce ad estorcere al pubblico, dubito fermamente che lascerà andare l’eroica gallina dalle uova d’oro. Per gusto personale ho sempre adorato l’interlacciarsi delle varie storie, riuscire a scovare di volta in volta riferimenti ai precedenti film mi entusiasma a tal punto da strapparmi un sorriso. In fondo sono solo un ragazzino semplice… “In Fondo”. 😂
Sono film di intrattenimento senza troppi pensieri e questa cosa in se non è un problema. Ma hanno monopolizzato il cinema: mi pare un’esagerazione