Ralph Spacca Internet: ironia ed amicizia nei meandri della rete (Recensione)

Dopo sei anni Ralph torna al cinema con un sequel praticamente perfetto. Lo abbiamo visto in anteprima e siamo pronti a parlarvene nella nostra recensione!

Cinema & Serie TV di Simone Di Gregorio

Vuoi una passione immensa per i videogiochi, vuoi un amore sconfinato per la cultura pop, vuoi una forte iniezione di nostalgia retrò, chi scrive avrà visto almeno una decina di volte Ralph Spaccatutto. Uscita nelle sale nel 2012 e andata incontro a un buon successo di pubblico e critica, la prima avventura di Ralph e Vanellope ebbe difatti il grandissimo merito di trasfigurare un concept spesso abusato in un’opera magistrale degna dei più importanti classici Disney, stendendo inoltre terreno fertile per un probabilissimo sequel.

Passati circa sei anni, Ralph Spacca Internet raccoglie questa pesante eredità e la celebra nel miglior modo possibile, ovvero allargando la propria prospettiva dall’angusta sala giochi di Litwak all’incredibile ed eclettico mondo di Internet; l’universo digitale diventa un gigantesco pozzo creativo su cui costruire le meraviglie del film, 110 minuti che scorrono in un attimo, tra autoironia, sensibilità e un ritmo decisamente ben gestito.

Prima di procedere a un’analisi più dettagliata, vi ricordiamo che Ralph Spacca Internet arriverà nei cinema italiani il 1 gennaio, con Rich Moore (regia), Clark Spencer (produttore) e Phil Johnston (sceneggiatore) di nuovo alle redini del progetto.

L’immaginario di questo sequel appare inondato di stimoli visivi ed artistici.

Come già accennato sopra, Ralph Spacca Internet vede Vanellope e Ralph allontanarsi dalla sala giochi di Litwak per rimediare a uno dei soliti disastri involontariamente commessi dalla coppia di strampalati amici. Alla ricerca di un oggetto rarissimo e ormai introvabile i due vengono proiettati quasi per errore nello sconfinato oceano della rete, immergendosi in una realtà virtuale dove centinaia di siti web vengono trasposti con attenzione maniacale.

L’immaginario di questo sequel appare infatti inondato di stimoli visivi ed artistici, facendo leva sulle moltissime I.P. accumulate e stilizzandole con un approccio pressapoco vicino alla perfezione. Da eBay ad Amazon, da Google a Pinterest, passando per Instagram, il dark web e i giochi online, ogni cosa viene integrata in una schema di ampio respiro dai caratteri geniali e sarcastici, animato dai tanti piccoli avatar degli utenti connessi.

Le frecciatine su un piano di critica sociale in tutto ciò certo non mancano, specie una volta arrivati a BuzzzTube, l’eccentrica piattaforma di condivisione video gestita dall’algoritmo glamour Sìsìma non diventano mai eccessive e al contrario non sfociano in nessun caso verso un marcato moralismo. Stesso discorso per il “violento” online game post – apocalittico Slaughter Race, trattato con leggerezza e anzi teatro di molti dei diversi passaggi essenziali e didascalici della sceneggiatura.

Per finire, un plauso assoluto al “sito” Disney, un tripudio di riferimenti intelligenti, ingegnosi e sopra le righe dove – ovviamente – la produzione ha giocato in casa e ha dunque espresso le sue maggiori potenzialità. Al di fuori dei brillanti e contestualizzati cameo di Star Wars e del Marvel Cinematic Universe, si stagliano per l’appunto le Principesse Disney, la vera grande sorpresa dell’intera pellicola.

Le Principesse Disney mettono in mostra un’alchimia perfetta che i trailer erano appena riusciti far trapelare.

Partiamo dal dire che il primo incontro tra Vanellope e le Principesse entra di diritto nella storia del cinema, tanto è perfetto negli esilaranti dialoghi e nella esplicita autoironia. Vanellope è una principessa atipica e molto meno stereotipata rispetto alle rispettive controparti dei classici del passato, e proprio perché antitetica ne rivoluziona i connotati, modernizzandole e mettendone in evidenza i tratti più comici. Cenerentola, Rapunzel, Mulan, Merida, Elsa, Biancaneve e tutte le altre sono semplicemente una delizia ogni volta che compaiono a schermo, mettendo in mostra un’alchimia che i trailer erano appena riusciti a far trapelare.

Tornando invece alla sceneggiatura, Ralph Spacca Internet è quello che potremmo tranquillamente definire una “storia di formazione”. Laddove Ralph matura – fino a un certo punto – nel primo capitolo nella comprensione del suo ruolo, qui è Vanellope a mettere fin dall’inizio in discussione sé stessa e il suo scopo, intraprendendo quel percorso di crescita che – in maniera lata – rappresenta la tarda adolescenza, spesso età di scelte difficili. Un climax drammatico accompagna un’attenta e sensibile rappresentazione del tema del distacco, senza nemmeno dimenticare il valore dell’amicizia e dell’autodeterminazione, effettivo leitmotiv della narrativa.

Tali tematiche sono – come normale che sia – affrontate forse parzialmente in chiave edulcorata, ma bisogna pure capire che il target del film si estende da un pubblico adulto a un pubblico di giovanissimi, sviluppando in realtà un linguaggio che trova una buona via di mezzo tra le due derive, con il risultato di accontentare entrambi i tipi di spettatori.

In definitiva, Ralph Spacca Internet è un film d’animazione divertente, spigliato e visivamente ispirato, in grado di congiungere intrattenimento puro, comicità ed introspezione attraverso una fluidità sconvolgente, sostenuta da un ritmo forse intaccato solo nelle scene finali. La genialità nel valorizzare un concept di questa portata ci ha lasciato sinceramente a bocca aperta e siamo sicuri uscirete dalla sala con un sorriso stampato sul volto.

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