Ho provato Kingdom Hearts III

Al Tokyo Game Show 2018 c'erano due sezioni differenti da giocare in prima persona!

Hands on di Tanzen

Sono finalmente lontani i tempi delle informazioni risicate relative a Kingdom Hearts III, dopo che per tanti anni Tetsuya Nomura e i suoi collaboratori ci hanno fatto penare per avere informazioni tangibili sullo stato di sviluppo.

Incredibile ma vero, dal 29 gennaio potremo metterci le mani (già immagino le vostre in posizioni scaramantiche) sopra; al Tokyo Game Show ho avuto modo di provare una demo del titolo, che metteva a disposizione due sezioni differenti.

Su PlayStation 4 Pro, in rigorosa lingua giapponese, era possibile cimentarsi nell’Olimpo di Hercules e nella Toy Box, l’ambientazione proveniente da Toy Story.

Come spesso accade in questi casi, le versioni di prova presenti in fiera sono tarate verso il basso – tranne Sekiro, ma questo sarà argomento del prossimo articolo – in termini di difficoltà, con più abilità sbloccate allo scopo di permettere una panoramica completa. Tant’è vero che sono riuscito a completare entrambe le sezioni nei venti minuti a disposizione, ricevendo sinceri applausi dalla gentile signorina che ha seguito la mia sessione con una partecipazione degna di una finale mondiale.

La parte dedicata al Monte Olimpo era invero piuttosto breve: al comando di Sora ho scalato la montagna vista nei trailer evitando al contempo la caduta dei massi lanciati dal Titano, per poi affrontare qualche combattimento, raggiungerlo e infine sconfiggerlo. Le pareti scalabili sono evidenziate da una striscia luminosa invero un po’ troppo evidente, il sistema di controllo mi è parso semplice e responsivo, soprattutto provenendo dai precedenti capitoli. Con L1 e la combinazione frontale dei tasti del DualShock 4 è possibile accedere a magie di ripristino energia o attacco, con la X il salto, quadrato per gli attacchi. Dopo un certo numero di colpi portati al segno si può sbloccare la seconda forma del protagonista e le mosse speciali, a partite dalle combo assieme a Pippo e Paperino fino alle Attraction Flow.

La lingua giapponese non mi ha aiutato a capire perfettamente il funzionamento, ma ovviamente ciascuna abilità è contestualizzata alle Keyblade in possesso del protagonista principale. Nella demo era possibile cambiarle con la croce digitale orizzontale, quindi accedere alle abilità speciali quali un martello gigante, colpi alla distanza e così via. Il combattimento col titano finisce su un treno da montagne russe volante, con la possibilità di muovere la telecamera per colpire i punti deboli del gigante di pietra.

Decisamente più corposa la Toy Box, che comincia con la stanza di Andy e la conoscenza dei tre protagonisti – squadrati e giocattolosi come fattezze per l’occasione – con i loro alter ego del film di animazione Pixar. Il doppiaggio giapponese di Buzz Lightyear mi è piaciuto molto, ma soprattutto ho potuto sperimentare qualche combattimento più corposo, mosse speciali a bordo del razzo o la nave dei pirati de I Pirati dei Caraibi, fino a giungere al punto, anche questo visto nei trailer, dove è possibile controllare alcuni robot giocattolo e combattere in stile FPS con tanto di strafe in salto.

Il sistema di combattimento è molto fluido e divertente, al netto di qualche, solito, problemino della telecamera: bisogna “fidarsi” della posizione dei nemici e degli attacchi di Sora per muoversi rapidamente da un punto all’altro, magari in maniera spettacolare.
Tali problemi li ho ravvisati ad esempio attaccando i piedi del titano in uno spazio ridotto, con la telecamera posta più ravvicinata rispetto al solito. Anche in altre sezioni ho operato di frequente con l’analogico destro; niente di super preoccupante, ma speriamo che gli sviluppatori possano aggiustare ulteriormente il tiro da qui all’uscita.

L’Unreal Engine 4 utilizzato da Square Enix ha permesso di realizzare un titolo estremamente colorato e bello da vedere, con poche incertezze di fluidità, comunque presenti ad oggi, e una buona definizione generale. La proposizione dei personaggi Disney è meravigliosa, il lato artistico è di gran pregio e il rispetto per i mondi Disney è eccezionale: non aspettatevi grande mole poligonali o texture spaziali, viceversa le animazioni e gli effetti grafici contribuiscono decisamente a rendere l’immagine colorata, “viva”.

Cosa posso dirvi dopo questa sessione di gioco? Kingdom Hearts III mi è sembrato essere una giostra arrembante da affrontare, ricorda i precedenti capitoli come qualità del gameplay in aggiunta a mosse più spettacolari e tutte quelle novità che si sono viste a partire da Kingdom Hearts 0.2 Birth by Sleep. Quello che definirà la valutazione complessiva saranno la parte narrativa e la “coerenza” tra ciascun mondo, che potrò (potremo) appurare solo a gioco completo.

Mancano soli quattro mesi, è già chiaro che in termini di varietà, estetica e mondi Disney non verremo delusi!

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