Dead or Alive 6

Non è il gruppo pop stavolta

Recensione di Francesco Dovis

I picchiaduro tridimensionali in principio si sono distinti non solo per la loro veste grafica, che puntava ad un realismo lontano dallo stile fumettoso delle loro controparti bidimensionali, ma anche per una rappresentazione più verosimile della lotta. In quel periodo emersero Virtua Fighter, Tekken e Dead or Alive. Mentre il primo fu quello che si avvicinò di più ad essere un simulatore di arti marziali, il secondo invece ben presto ha compiuto una virata, introducendo aspetti fantasiosi come orsi, canguri, demoni, robot a discapito dell’ambientazione. Dead or Alive invece si è posto come via di mezzo, concedendosi sì qualche parentesi di leggerezza surreale, ma senza trascurare una certa cura nella messa in scena degli stili di combattimento.

Dead or Alive 6 al momento è un gioco che si propone su di un mercato condiviso con Tekken 7 e Soul Calibur 6, puntando molto su di un aspetto abbastanza trascurato dai due concorrenti, ovvero un sistema che non sia soltanto accessibile per i principianti, ma anche agevole nell’introdurne le meccaniche in modo più chiaro ed immediato. I titoli di Bandai Namco infatti sono di ottima qualità, ma al loro interno manca un tutorial espressamente studiato per rendere le cose più agevoli all’utente occasionale.
Team Ninja in questo capitolo ha voluto quindi offrire delle modalità per esibire il meglio della sua giocabilità, inserendole in un circuito virtuoso in cui imparare, giocare e divertirsi.

DoA Quest infatti è l’espressione di questo principio, una sezione single player dove affrontare più di cento incontri, ciascuno dotato di tre obiettivi specifici da soddisfare. Alcuni di questi si basano sulla semplice vittoria, mentre altri invece richiedono l’esecuzione di mosse particolari al fine di padroneggiare ogni singola meccanica o le peculiarità di ogni lottatore. Qualora l’incontro si concluda senza aver svolto uno di questi compiti, una voce comparirà ad evidenziare il requisito mancato, chiedendo all’utente se vuole passare velocemente alla lezione del tutorial che spiega come soddisfare quel determinato incarico. Qualora si completino tutte e tre le voci per ciascuna missione, si ottengono punti con cui sbloccare nuovi costumi e accessori, completando quindi il circuito virtuoso di cui sopra, studiato per intrattenere, ma in modo didattico per imparare tutti gli aspetti del gioco.

Le stesse nuove meccaniche inoltre sono state inserite con un certo criterio, facendo in modo che queste semplifichino le cose per principianti, ma risultando al tempo stesso propedeutiche a comprendere gli aspetti più utili della giocabilità di Dead or Alive. In molti picchiaduro recenti infatti si è spesso fatto ricorso a sistemi come le autocombo, le quali però servivano poco o niente a comprendere le funzioni del titolo e diventavano invece un banale espediente che sfociava nello spam.
Gli sviluppatori invece hanno studiato la Presa Devastante affinché fosse una versione semplificata delle contromosse (da sempre elemento centrale e caratterizzante degli scontri di DoA), ma utile a comprendere i principi di base della loro versione più avanzata.

Il sistema di contrattacco si basa sempre su di una specie di botta e risposta, dove ogni colpo viene neutralizzato da una contromossa eseguita per fermare un calcio o un pugno sferrato verso l’alto, il basso o in mezzo. Tale metodo richiede però di eseguire la manovra conoscendo la direzione del colpo che si vuole fermare, pertanto bloccare un colpo alto con una contromossa media sarà inefficace. La Presa Devastante invece si accontenta di una semplice attivazione generica, risultando valida per sfuggire a qualsiasi attacco e senza risultare eccessivamente forte, in quanto non danneggia troppo il nemico e costa una tacca di energia speciale (limitando quindi il numero di volte a cui farvi ricorso durante un incontro). Il principio base in comune con le counter avanzate però rimane sempre il tempismo, per cui eseguirla al momento giusto sarà indispensabile (pena, andare a vuoto e restare scoperti), creando un punto di partenza con cui fare pratica, per poi passare ad usare la versione avanzata e ben più letale.
Per questo motivo quindi il suo inserimento non è campato in aria e l’insieme offre alternative elaborate che premiano gli esperti, ma garantendo al tempo stesso una versione “leggera” accessibile da tutti.
L’altra nuova tecnica è pure plasmata in modo simile: il Colpo Devastante è simile alle Rage Art di Tekken, ovvero una supermossa di facile esecuzione, utile come strumento di rimonta per chi è in svantaggio. La differenza però sta nel poter essere cancellata dopo il primo colpo, lasciando l’avversario stordito e in balia di una combo più complessa e potente. Anche questo garantisce un doppio binario: i principianti potranno accontentarsi dell’esecuzione base, infliggendo un danno medio, mentre i più bravi potranno estenderla e trarne il massimo.
Nel complesso giocare a Dead or Alive è scorrevole e veloce al pari di un Tekken, ma senza trascurare una profondità ludica che può regalare grandi partite anche ai giocatori navigati.

L’offerta complessiva è piuttosto buona come numero di modalità, sono presenti una Storia, Time Attack, Survival e Arcade, oltre alla succitata Doa Quest. Pertanto anche chi non vuole lanciarsi a giocare contro altri giocatori umani, può comunque trarre un buon numero di ore di divertimento anche solo affrontando la cpu.
La struttura della campagna è abbastanza anomala, in quanto la storia viene presentata attraverso dei micro episodi, simili a piccole scene di un telefilm, le quali si intersecano tra di loro come le vicende parallele dei protagonisti di una serie televisiva.
La trama principale infatti aprirà in altri capitoli delle sotto sezioni, in cui poter seguire le trame dei comprimari, completando le quali si apriranno a loro volta altre caselle, creando una narrazione non lineare per ciascun personaggio, in modo simile a quella di una serie televisiva. L’online però risente della mancanza di creare stanze private, funzione che verrà introdotta a fine mese tramite una patch, lasciando il solo matchmaking come opzione attuale per giocare in rete.
Graficamente il motore utilizzato produce un miglioramento tangibile rispetto all’episodio precedente, ma solo su determinati aspetti. I modelli poligonali dei personaggi denotano un salto qualitativo moderato rispetto alla scorsa generazione di console. L’insieme è di qualità comunque buona, ma forse uno sforzo maggiore sarebbe stato apprezzabile. Il vero passo avanti si trova negli effetti di illuminazione e le luci, che aiutano molto a migliorare i dettagli. Il sudore, la polvere, i lividi dei colpi, gli accessori rotti e i capelli scompigliati, tutti questi segni si mostrano tangibili sui lottatori, rendendo al meglio l’idea dello scontro che si protrae. Da questo punto il lavoro svolto da Team Ninja è encomiabile, creando un riscontro tra l’andamento dell’incontro e l’aspetto dei personaggi.

Meno di effetto invece le arene, le quali invece esteticamente sono troppo simili a quelle dei capitoli precedenti (come la palestra di Mila, il casinò ,la zona di guerra o il laboratorio). Sono state conservate però le transizioni di area, per cui sferrando colpi particolarmente forti ai margini, l’avversario viene proiettato fuori, cadendo in un’altra zona in cui l’azione si sposta in tempo reale, creando sequenze molto dinamiche e spettacolari.
La rosa dei lottatori risente pure di uno sforzo ambivalente, risultando ben assemblata, ma forse avara di novità. Soltanto due nuovi volti infatti potrebbero essere pochi per i giocatori più assidui della serie. Gli altri invece possono apprezzarne la composizione per via della buona varietà di stili di combattimento e presenza dei lottatori simbolo più importanti (mancando forse giusto un paio di nomi, ma in funzione di una rotazione minima che è normale tra vari capitoli).

INFO UTILI

Dead or Alive 6 è un picchiaduro tridimensionale ad incontri. La sua giocabilità è immediata e scorrevole al pari di un Tekken, ma in più offre un sistema tutorial ben integrato nelle modalità offline, permettendo ai giocatori alle prime armi di divertirsi e impararne le meccaniche in contemporanea. Il numero di modalità single player è piuttosto consistente e garantisce un buon numero di alternative per chi non voglia dedicarsi troppo alle sfide contro altri giocatori.

Durata
  • La modalità storia presente sequenze filmate e ha una durata nella media, di circa tre ore.
Collezionabili e Extra
  • Completando sfide e giocando partite si ottengono titoli e personalizzazioni, oltre che costumi extra
Scheda Gioco
  • Nome gioco: Dead or Alive 6
  • Data d uscita: 1 Marzo 2019
  • Piattaforme: PC, PlayStation 4, Xbox One
  • Lingua doppiaggio: Inglese
  • Lingua testi: Italiano
Grafica

La grafica di Dead or Alive 6 è complessivamente gradevole, anche se sarebbe stato apprezzabile uno sforzo maggiore per presentare modelli poligonali più elaborati e arene nuove, rispetto i precedenti capitoli. Gli effetti di illuminazione e i segni dei colpi invece donano grande vitalità ai personaggi, rendendo tangibili gli effetti dello scontro con una certa spettacolarità.

80
COLONNA SONORA E DOPPIAGGIO

Le musiche sono abbastanza varie e tutte adatte alla tipologia di gioco a cui fanno da sottofondo. Nessuna traccia forse denota un grande virtuosismo compositivo, però l'insieme funziona comunque bene.

80
GAMEPLAY

La giocabilità di Dead or Alive 6 è molto completa e solida. Presenta diversi aspetti tecnici senza però rinunciare all'immediatezza. Le nuove meccaniche sono utili per imparare i principi di base in modo propedeutico agli aspetti più profondi ed interessanti che il titolo ha da offrire.

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