Pokémon Spada e Scudo arriva nei negozi in un periodo complesso per il brand e per tutta Game Freak. Si viene dall’esperienza di Pokémon Let’s Go che un anno fa ha creato non pochi malumori nei fan. E il percorso di comunicazione che ha portato alla pubblicazione di Pokémon Spada e Scudo è stato puntellato di piccole polemiche dell’utenza sui tagli al pokédex, sul riutilizzo di certi modelli e su altre piccoli particolari apparsi nei vari trailer.
Ora che il gioco ha riempito i Nintendo Switch di molti, in barba a tutti i lamentosi utenti della prima ora, posso dire con serenità che Pokémon Spada e scudo è l’ennesima piccola rivoluzione del brand che viaggia sui binari delle tradizione di Game Freak e stravolge solo parzialmente il passato mantenendo saldi alcuni principi. Purtroppo non si può non ammettere che ancora una volta il risultato finale presenti alcune lacune e problematiche che impediscono di considerarlo perfetto o vicino alla perfezione. Quanto pesa il vento del cambiamento e quanto invece ha influito il conservazionismo nella regione di Galar lo potete leggere nei prossimi paragrafi.
Se si arriva nella regione di Galar con tutto il pregresso del brand messo a curriculum nella propria esperienza videoludica, la linea di viaggio entro cui si dipanerà l’avventura sarà identica a quella del passato: otto palestre, capipalestra e relativa scalata verso la sfida con il campione. Il risultato è un’avventura che avanza senza troppi fronzoli narrativi e con un plot che, manco a dirlo, sarà interessante solo per bambini e ragazzi offredo solo quel pizzico di contestualizzazione che basta per giustificare il progredire delle vicende. Sappiamo tutti che la ricerca e cattura dei Pokémon è essa stessa l’anima di ogni gioco Pokémon.
Game Freak ha puntato forte sulla perenne ricerca di nuove creature da mettere in squadra e/o per completare il Pokédex. La regione di Galar è piena di Pokémon come non mai con creature che passeggiano amabilmente per il mondo e altre che stanno acquattate nell’erba alta, sott’acqua o tra i rami di un albero di bacche in attesa che un allenatore incespichi su di loro. In alcuni casi questi Pokémon non restano passivi a gironzolare senza meta ma, attirati dalla presenza dell’alter ego, si lanceranno in una caccia all’uomo per poter avviare lo scontro. Una sorpresa questa che rende molto meno morbide e tranquille le passeggiate nell’erba alta tra i vari percorsi.
Le Terre Selvagge di Pokémon Spada e Scudo sono la parte open world che mancava alla serie Pokémon.
C’è un luogo che però stravolge notevolmente alcuni canoni di Pokémon e mette una marcia in più all’esplorazione: le Terre Selvagge. Questa nuova zona di Galar è simile a una grande area safari in cui muoversi come se si fosse in un open world potendo affrontare una grande varietà di creature in diverse aree con meteo variabile che influisce anche sulla presenza di Pokémon. All’interno di questo grande poké-parco si trovano anche alcuni mostriciattoli di livello molto alto ma soprattutto le tane per i Pokémon Dynamax, grande novità di gameplay che tratterò nei prossimi paragrafi. Di certo nella linearità della trama di Pokémon, ci si perde nel backtracking delle Terre Selvagge alla ricerca dei migliori alleati da aggiungere al team allungando notevolmente la longevità del gioco.
Se dicessi che in questo gioco ci sono chiari segni di Pokémon Sole e Luna e perfino di Pokémon GO qualcuno potrebbe spaventarsi immaginando in che modo si possano fondere queste due esperienze Pokémon, che non sono di certo tra quelle più apprezzate dagli utenti. E invece nei raid c’è tanto di quel passato prossimo controverso da Pokémon GO. Queste tane di Pokémon sparse nelle terre selvagge, da affrontare in solitaria o con altri quattro giocatori, si trovano le creature Dynamax tanto ambite per la loro qualità e rarità che ricordano tanto i raid presenti nel titolo per smartphone. Queste creature selvatiche restano giganti per tutto il tempo del raid e possono essere poi catturate oltre a offrire una quantità considerevole di oggetti molto utili in gioco.
La meccanica del Dynamax può essere usata anche dai giocatori e dai capipalestra ma in quel caso la versione gigante della creatura si può avere soltanto per tre turni e per un solo Pokémon per ogni lotta. La versione Dynamax trasforma le mosse di Pokémon in una maniera simile a quello che accadeva su Sole e Luna con le mosse Z. I raid Dynamax modificano in maniera considerevole e piacevole il gameplay di Pokémon Spada e Scudo senza sovvertirne le basi. Questo nonostante la base dei combattimenti da RPG a turni sia rimasta completamente invariata, con abilità, mosse da imparare e tutto l’enorme meccanismo che ruota attorno al combattimento tra Pokémon. Un universo che a spiegarlo a un neofita ci vorrebbe un libro. Una grande novità di Pokémon Spada e Scudo è la sua importante inclinazione al crafting. Ovunque nella mappa si possono trovare oggetti randomici che appaiono, sia nei percorsi che nelle terre selvagge, ma anche da recuperare ciclicamente con alcune attività. Novità su novità alle quali si aggiungono anche i PokéJob, vere e proprie piccole missioni secondarie di cattura e consegna, semplici ed estemporanee, ma sempre mirate al crafting e che permettono di sfruttare anche le catture di Pokémon simili destinati a essere liberati.
Ma Game Freak ha fatto di più semplificando anche alcuni aspetti come il breeding e altri piccoli ambiti che sommati insieme dimostrando che Pokémon Spada e Scudo è un gioco che vuole rinnovare il brand senza stravolgerlo. I cambiamenti, però, pesano e causano anche qualche errore di non poco conto. Purtroppo Game Freak non è riuscita a comporre un’adeguata componente online, aspetto sul quale sarebbe stato meglio non sbagliare. Il multigiocatore è stato ampliato non solo con i raid da fare in cooperativa, ma anche con battaglie in quattro giocatori 2vs2 oltre ai canonici 1vs1 e agli scambi (indispensabili per completare il Pokédex). Peccato che tutta la connettività online sia gestita con scomode password e che con una stabilità di connessione discutibile. Sono state lunghe le attese per fare una partita in quattro o riuscire a trovare il codice giusto per trovare l’amico pronto per lo scambio di Pokémon. Nelle Terre Selvagge si possono incontrare avatar di altri giocatori con i quali si può campeggiare, ma anche qui il sistema è completamente randomico e non tiene minimamente conto della lista amici di Nintendo Switch. A dover parlare di critiche, riguardo il taglio del Pokédex mi sento di dire che il bilanciamento del gioco non è penalizzato dalle assenze e anzi spinge molto a cercare tra le nuove creature esclusive di Galar quelle più gradite o adatte al competitivo.
In merito alle animazioni, altro nodo controverso prima della pubblicazione del gioco, non si può essere troppo polemici o puntigliosi. In Pokémon Spada e Scudo i modelli di creature e personaggi sono puliti e ben realizzati. Non sono perfetti, ma la loro realizzazione è molto più gradevole rispetto, per esempio, a Pokémon Let’s Go. Un filo di aliasing c’è soprattutto fuori dalle battaglie quando i Pokémon appaiono nelle Terre Selvagge, nelle quali il popup degli elementi e delle creature è molto ravvicinato e in alcuni casi comporta apparizioni e scontri imprevisti e spesso indesiderati. Anche le città appaiono ancora un po’ troppo spigolose e schematiche pur portando qualche miglioramento con la telecamera dinamica vista già in Sole e Luna. Le texture degli scenari sono ancora slavate e poco definite, soprattutto se si considera che siamo nell’epoca dell’alta definizione.
L’online di Pokémon Spada e Scudo inciampa in meccaniche scomode e poco al passo con i tempi.
Ma Pokémon Spada e Scudo punta più alla stabilità del frame rate rispetto alla definizione grafica. Le analisi fatte sulla stabilità e sulla qualità grafica mostrano come si sia preferito tenere il gioco fluido rispetto a cercare la perfezione dei dettagli e mandare sotto sforzo la console. Un aspetto questo ben visibile nei campi aperti delle Terre Selvagge con i popup improvvisi già citati e non solo. La potenza di Nintendo Switch non può probabilmente fare di più con gli open world e lo abbiamo visto anche in altri casi come per Xenoblade Chronicles 2. Punti in più all’immagine generale di questo titolo li danno per fortuna le scene di intermezzo, molto più curate e meno statiche rispetto al passato, e le animazioni delle lotte che dell’aumento di definizione hanno giovato pur non raggiungendo vette di pulizia (le tempeste di sabbia sono ancora tempeste di pixel per intenderci). L’alta definizione è ancora distante per la serie Pokémon, ma Spada e Scudo ci si avvicinano quel tanto che basta per pensare con ottimismo al futuro prossimo.
Dopo otto palestre e relativo campione, centinaia di Pokémon catturati e una dose massiccia di raid e tanta attività multiplayer, Pokémon Spada e Scudo mi ha divertito. Non sarà il miglior titolo della serie né il più rivoluzionario, ma questa avventura contornata dalla componente online dimostra che le intenzioni per rinnovare la serie ci sono. Le novità soprattutto nel multigiocatore aiutano a tenere alta la longevità del gioco e per rendere la serie masticabile anche ai nuovi giocatori. E il certo inserimento del titolo nel mondo competitivo del brand promette una lunga vita. Al netto dell’online che spero migliori nel corso del supporto al titolo, Pokémon Spada e Scudo non delude le attese del giocatore anche se lascia l’amaro in bocca di qualche difetto per limiti tecnici della piattaforma e per disattenzioni di Game Freak.
Ho giocato la versione Pokémon Spada completando la storia principale senza fretta e in contemporanea affrontando il multiplayer in più occasioni con amici online.
Struttura
Collezionabili e Extra
Scheda Gioco
Dopo l’esperienza alternativa di Pokémon Let’s Go, il risultato grafico finale di Spada e Scudo è piacevole per il colpo d’occhio, ma mette in mostra tutti i limiti della macchina soprattuto negli ambienti aperti. I difettucci ci sono: texture non sempre pulite, popup ravvicinato degli elementi e aliasing; ma gli si possono perdonare considerato l’hardware e la dimensione dell’esperienza di gioco. Una buona base in prospettiva di un capitolo futuro che vada a puntellare questi nei.
Piena tradizione Pokémon per il sonoro. Poche novità, sonorità familiari per i fan, qualche piacevole riarrangiamento ma non certo attualissimo soprattutto sulla colonna sonora che non offre particolari nuovi brani degni di nota.
La semplificazione di alcune meccaniche, come il breeding e la modifica delle statistiche, e l’aggiunta di altre, come i raid e l’esplorazione delle terre selvagge, fanno un gran bene a Pokémon. Perfetto per ogni giocatore, sia vecchio che nuovo. Ma la componente online è davvero il tallone d’Achille di questa produzione, datata e con un’infrastruttura ballerina, scomoda da gestire per l’utente finale e da migliorare, a tutti i costi.
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Super Recensione!
Per ora ho fatto giusto un 4/5 ore di gioco, troppo presto per giudicare a fondo il gioco, ma abbastanza per iniziare ad apprezzare le novità e la freschezza che si respira. Sono già saltate fuori alcune criticità, come il non trovare gente per i Raid e un lato tecnico claudicate.
Però è già scattata la voglia di giocarlo continuamente!
Come ho scritto non il migliore (per me il top e Smeraldo) ma di certo è divertente. Se hai bisogno di una mano per i Raid ti aiuto volentieri. Dopo 65 ore qualche Pokémon come si deve ce l’ho. 😉