5 motivi per non lasciarsi scappare la Legendary Edition della trilogia di Mass Effect

Ripercorriamo insieme alcuni dei tanti pregi delle gesta del Comandante Sheppard

5 Motivi di gmg215

La trilogia di Mass Effect ha saputo codificare la fantascienza in linguaggio videoludico meglio di pressoché qualunque altra produzione (fatta eccezione per Death Stranding). Sviluppata da Bioware ed uscita tra il 2007 ed il 2012, quest’opera magna accompagna le gesta epiche del Comandante Sheppard in un universo eterogeneo, fatto di tante galassie, razze e popoli legati fra loro da dinamiche complesse. Il prossimo 14 maggio esce la Legendary Edition della trilogia di Mass Effect: per coloro che non la conoscessero, o avessero bisogno di rinfrescare la memoria, qui sotto elenchiamo i motivi-chiave per cui si tratta di una gemma che non deve mancare in ogni bagaglio videoludico che si rispetti.

Mass Effect Legendary Edition esce il 14 maggio 2021

L’equilibrio tra ruolo ed azione

Seguendo una parabola assai comune nei videogiochi moderni, in primis Dragon Age, saga “cugina” di Mass Effect, la serie ha progressivamente rafforzato la componente action a discapito di quella puramente ruolistica. Tuttavia, l’equilibrio nel game design non è mai venuto a mancare, poggiando su colonne portanti quali la ramificazione dei dialoghi e la pausa tattica in combattimento. La prima, sublimata da una scrittura ispiratissima, garantisce un livello di personalizzazione dell’avventura molto interessante, che trova sfogo in un brillante sistema di scelte e conseguenze moralmente ambigue e, per questo, appassionanti. La seconda infonde il giusto livello di tattica in un impianto da TPS (Third Person Shooter) anomalo in cui l’uso di una gamma ristretta di armi ranged si combina con l’utilizzo di poteri molto variegati. Utilizzare la pausa tattica vuol dire infatti cristallizzare il tempo e consentire al protagonista di pianificare il proprio attacco e di impartire ordini di posizionamento ed azione agli altri due membri del party. Il risultato è sufficientemente distintivo, vario e piacevole, da costituire una fondazione di gameplay solida su cui innestare le fasi di combattimento. Queste ultime, poi, sono saggiamente intermezzate da transizioni puramente esplorative che donano al gioco un ritmo eccellente, caratteristico degli action/adventure più pregiati dal punto di vista narrativo: si pensi ai titoli Naughty Dog, in particolare Uncharted 2.

I dialoghi a scelta multipla sono un elemento chiave di tutti i Mass Effect

Il world building: galassie ed etnie

In aggiunta agli uomini, sono ben 7 le razze che si contano in Mass Effect, divise in organiche (Asari, Salarian, Turian, Krogan e Quarian) e sintetiche (Geth e Razziatori). Ciascuna di esse ha una sua genesi che viene svelata ed arricchita a più riprese durante le missioni di gioco. L’equipaggio del Comandante Sheppard è infatti un melting pot di etnie diverse e, attraverso il rapporto che sviluppa (per scelta del giocatore) con ogni compagno, il protagonista viene a conoscenza degli eventi fondamentali che hanno caratterizzato la storia di ogni razza. Il conflitto tra esemplari di specie diversa è infatti uno dei principali motivi di interesse narrativo: la lore tessuta dagli scrittori è ricca di accadimenti quali genocidi, guerre, conquiste e migrazioni, che contribuiscono a creare un ricco sfondo culturale e politico che contestualizza le gesta dei personaggi. Solo per citare qualche esempio, si pensi alla migrazione dei Quarian ed al loro complicato rapporto con i Geth, da essi stessi creati, oppure al genocidio dei Krogan.

Concept nato dalla ricca caratterizzazione della relazione tra Quarian e Geth nei Mass Effect

L’esplorazione di pianeti diversi consente al Comandante Sheppard di immergersi ogni volta in una cultura diversa. I dialoghi contestuali sono credibilmente adattati alle circostanze: se un grande evento ha momentaneamente sconvolto la pace, sicuramente tutta la città ne starà parlando. I livelli “cittadini” sono solitamente fasi esplorative in cui si svolgono missioni non focalizzate sul combattimento, bensi sul dialogo. Curiosamente, tante conversazioni si svolgono in luoghi malfamati quali bar e discoteche: pullulanti di mercati truffaldini ed individui loschi, questi luoghi sono pervasi da un’atmosfera reminiscente di quella della vecchia trilogia di Guerre Stellari.

Una delle famigerate discoteche di Mass Effect

L’equipaggio

Un comandante è interessante solo quanto lo è l’equipaggio ai suoi ordini. Il cuore di tutti i Mass Effect è il rapporto che si viene a creare tra Sheppard ed i membri della ciurma che, via via, recluta e porta a bordo della nave. Oltre ad essere utilizzabili per formare un party di tre persone, ciascuno dei comprimari arricchisce il gioco con una lunga questline personale, durante la quale le scelte del giocatore determinano i termini del rapporto tra Sheppard ed il personaggio secondario in questione. Alcune delle migliori missioni dei giochi sono contestualizzate nelle peripezie personali di un particolare NPC e del suo background etnico. L’empatia che si instaura alla fine di ciascun gioco è la prova più tangibile di quanto siano ben architettate le storie raccontate attraverso l’intera trilogia. Anche da un punto di vista del game design, il cospicuo numero di ore dedicate appositamente ad approfondire il dialogo tra compagni durante i viaggi intergalattici favorisce il lento rafforzamento delle relazioni. La nave in sé rappresenta un’ambientazione complessa ed appagante, in cui gli ambienti si riempiono progressivamente di vita e dialogo.

Fino a due comprimari possono formare un party con Sheppard

Il Comandante Sheppard

Molti gioco di ruolo peccano nell’avere un protagonista tendenzialmente anonimo. L’esigenza di permettere al giocatore di plasmare a piacimento il proprio avatar costringe la sceneggiatura a prevedere molti rami di dialoghi, non tutti della medesima qualità. Mass Effect adotta una soluzione intelligente, semplice ed efficace. Esistono tendenzialmente due comandanti Sheppard: l’eroe ed il renegade (“rinnegato”). Le caratteristiche di questi due profili sono chiaramente distinte, tuttavia, tramite una sequela di scelte sapientemente calibrate, è possibile posizionare il proprio Comandante tra le molte sfumature comprese tra i due estremi. Tutto questo è gestito dal gioco con estrema semplicità, evitando menu complicati e lasciando che la scrittura catturi tutta l’attenzione del giocatore. Ovviamente non guasta che il character design di Sheppard sia istantaneamente iconico. Tanto che della variante femminile selezionabile ad inizio gioco non si ha quasi memoria collettiva. Anticipando molte produzioni recenti, Mass Effect non lascia che la scelta del genere infici minimamente la libertà di gioco. Memorabile in questo senso la combinazione di romance possibili sia con Comandante uomo che donna.

Sheppard, un comandante di ruolo ma con carisma

La Bioware magic

All’inizio degli anni 2010, la casa di sviluppo canadese era in stato di grazie, avendo messo in commercio due opere eccezionali quali Dragon Age Origins e Mass Effect 2. Le chiare idee di game design, illustrate in parte poc’anzi, la scrittura illuminata ed il piglio coinvolgente del gioco di ruolo, erano elementi che emergevano in maniera cristallina nelle loro produzioni. Come sta accadendo recentemente a Naughty Dog piuttosto che ad Arkane, l’identità ludica di Bioware era paragonabile ad un bollino di qualità. In ciascuno dei capitoli di Mass Effect, e particolarmente nel secondo (il capolavoro della trilogia), l’armonia degli elementi di gioco fa sì che il risultato sia di valore infinitamente superiore a quello delle parti che lo compongono.

Nel suo complesso Mass Effect riesce ad essere di valore superiore a quello delle parti che lo compongono

Questo aspetto non deve essere sottovalutato, poiché molti giochi falliscono nella visione complessiva pur possedendo elementi di valore assoluto. Con progressione e bilanciamento nel design, i Mass Effect riescono a catturare il giocatore in un vortice ludico che mantiene un interesse intrinseco molto forte per tutta la durata dell’avventura. La sensazione di scoperta, che pervade ogni pianeta ed ogni galassia, viene sempre sorretta da una caratterizzazione unica e credibile di luoghi e personaggi, elemento imprescindibile per ogni gioco di ruolo.

A dispetto del diverso setting e sistema di combattimento, Dragon Age Origins ha molto in comune, in particolare, con Mass Effect 2

Ci sono 2 commenti

FitzGeralt_of_Panormus

Di solito non compro una remaster di giochi già giocati\finiti…di solito 😀
Con ME ho fatto uno strappo alla ‘regola’.
Mass Effect 2 penso sia il mio gioco preferito in assoluto (a parimerito con TW3); ammetto, che l’impatto non fu top per via dell’esclusione della gestione dell’inventario dei compagni di squadra, semplificato rispetto al primo capitolo; però poi giocandoci, tra gameplay, missioni, missioni fedeltà ecc…mi sono ricreduto.
Tutt’ora la missione finale di ME2 rimane tra le mie preferite.
Il primo molto bello ed il tre ha dei momenti ‘lacrima strappastoria’ che mi sono rimasti nel cuore; non scrivo quali sennò rischio di spoilerare.
Finisco Cyberpunk e poi sarà un onore tornare a bordo della\e Normandy ancora una volta.

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