Hotline Miami: musiche tra allucinazione e psichedelia

Viaggio all'interno di un'esperienza uditiva unica nel suo genere.

Colonna Sonora di Claudio_Albero

Chiunque ami definirsi giocatore sa benissimo che gli indie game sono croce e delizia di qualsiasi gamer. Se è vero che non tutto ciò che esce dal grande calderone della scena indie sia oro colato, è altrettanto vero che la mancanza dei vincoli a cui sono notoriamente assoggettati i tripla A ha favorito la nascita di veri e propri videogiochi di culto. Tra gli indie game, Hotline Miami merita una menzione speciale. Il gioco, sviluppato da Dennaton Games e pubblicato da Devolver Digital, è riuscito a raccogliere schiere di fan grazie ad un gameplay semplice ed intuitivo, ad un protagonista quasi iconico ed ad una colonna sonora che, sotto diversi aspetti, ha favorito la nascita di del genere musicale del momento: la New Retro Wave.

Hotline Miami: sangue in pixel e musiche disturbanti

Anno 1989: la città di Miami vive una delle sue estati più torride e turbolente. Una serie di efferati omicidi sta sconvolgendo la soleggiata metropoli americana, tutti accomunati da una spietata brutalità e dall’appartenenza delle vittime alla criminalità organizzata russa. In questo contesto pericoloso e decadente, ci troveremo a vestire i panni di un protagonista senza nome, chiamato Jacket da tutti i cultori del gioco. Il nostro “eroe” è un vero e proprio mistero vivente: è un uomo di pochissime parole, non sappiamo nulla del suo passato, e le sue uniche interazioni col mondo esterno sono rappresentate da degli enigmatici messaggi lasciati sulla sua segreteria telefonica, che gli chiedono di recarsi in determinati luoghi e di “fare pulizia”, indossando maschere con le fattezze di vari animali.

Ogni livello sarà un tripudio di morte e violenza, di sangue e budella in pixel, condito da piccoli sprazzi di trama, rappresentati da cutscene tanto brevi quanto enigmatiche. Inutile dire che gli eventi prenderanno pieghe a dir poco inaspettate, tanto che non sempre riusciremo a distinguere la realtà dalle allucinazioni di cui Jacket sembra soffrire.

Come avrete facilmente inteso, creare una colonna sonora che potesse sposarsi con quanto ora descritto era un’impresa non da poco, in quanto avrebbe dovuto abbracciare il sole e le palme di Miami, gli anni ’80 e le loro melodie, lo squallore della malavita, nonché la violenza e le allucinazioni di un protagonista a dir poco enigmatico. Ebbene, il risultato di tutto questo è una selezione di brani che può essere definita, sotto tanti aspetti, quasi rivoluzionaria.

Tanti artisti all’opera per catturare l’essenza di un gioco unico

Horse Steppin” di Sun Araw ci da il benvenuto nell’introduzione di Hotline Miami, facendoci capire che non ci troviamo di fronte ad un’esperienza di gioco come tante altre. La melodia potrebbe quasi sembrare quella di una comune canzone da jukebox, se non fosse per i massicci inserti elettronici che la trasformano in un qualcosa di lugubre e quasi disturbante. Hotline Miami presenta una grafica in pixel, e cosa c’è di meglio di una musica “in stile 8 bit” per catturare il suo spirito retro? Ecco allora presentarsi “Hydrogen” dei M.O.O.N., probabilmente uno dei pezzi più noti dell’intera O.S.T., con il suo groove incalzante quasi dance e le sue sonorità sempre piuttosto oscure.

Spostandoci più in là nella colonna sonora, non possiamo non notare il nome di Jasper Byrne, autore con la “A” maiuscola della scena indie, e creatore di quella piccola gemma di Lone Survivor, di cui ha curato praticamente ogni aspetto, tra cui anche la colonna sonora. I synth di Miami e di Hotline ci portano dritti nel pieno fulgore degli eighties, rendendo quasi un omaggio a Drive, il film che, più di ogni altro, ha ispirato i ragazzi di Dennaton Games. Il picco più alto della colonna sonora della colonna sonora, a parere di chi scrive, è toccato da Miami Disco, composta da Perturbator, uno dei producer più noti del fenomeno musicale noto come New Retro Wave. Il pezzo accompagna uno degli stage più belli del gioco, ambientato in una discoteca che, manco a dirlo, diventerà il teatro dell’ennesima carneficina di Jacket; groove coinvolgente, direttamente proveniente dagli anni ’80, ed un sound che di lì a breve, sarebbe diventato il trend del momento, tanto da influenzare pesantemente la colonna sonora di Hotline Miami 2.

Volendo tirare le somme, lo colonna sonora in questione rappresenta un’esperienza uditiva unica nel suo genere, così come lo è il gioco. Se desiderate staccare dalla monotonia e provare qualcosa di completamente diverso dal solito, Hotline Miami e le sue musiche sono ciò che fa per voi, ma fate attenzione: potreste non riuscire più a farne a meno.

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