Le melodie di Kingdom Hearts II

Un gioco maturato in tutti gli aspetti rispetto al suo predecessore, soprattutto nelle sua colonna sonora.

Colonna Sonora di Roberto D'Amore

Dopo aver viaggiato attraverso i ricordi e le emozioni regalateci dalla colonna sonora del primo Kingdom Hearts (lo potete trovare qui), ecco che con un salto in avanti nel tempo ritroviamo Sora, Paperino e Pippo all’inizio della loro seconda avventura maggiore (maggiore, perché non dobbiamo dimenticarci che nel mezzo ci sono anche gli eventi di Chain of Memories) e anche in questo caso ritorna Yoko Shimomura alle redini della composizione, accompagnata di nuovo da Utada Hikaru che firma la traccia principale del titolo. In questo secondo capitolo la maestra Shimomura tende ad adottare due diversi approcci per le musiche. Da un lato riprende alcuni dei pezzi composti per la colonna sonora del primo capitolo e li riarrangia per i mondi che vengono riproposti, mentre dall’altro compone dei brani interamente nuovi per i mondi introdotti solamente in questa nuova avventura. Questi due approcci riescono nel loro insieme a mantenere quella sonorità che contraddistingue la saga di Kingdom Hearts e nel contempo spingono l’asticella qualitativa ancora più in alto rispetto al passato. Ma andiamo oltre le mere considerazioni tecniche e incominciamo questo nuovo viaggio in compagnia di Sora, Paperino, Pippo e Yoko.

Oltre all’ormai classico Dearly Beloved, che ci accompagna fedelmente ogni volta che si apre il menù principale, ecco che una volta avviata una nuova partita, abbiamo modo di vedere il riepilogo delle gesta di Sora, Riku, Paperino, Pippo e Topolino in Kingdom Hearts e Chain of Memories, accompagnate dalla bellissima Passion di Utada Hikaru, che noi occidentali conosciamo meglio come Sanctuary. Vale la pena di ascoltare questo brano comprensivo di testo, rievocando quello splendido filmato introduttivo che da un lato ci prepara a quello che dovremo affrontare, mentre dall’altro ci presenta una sorpresa inaspettata.

Ed eccoci al primo mondo, ossia Crepuscopoli. La città dell’eterno tramonto ci ricorda un po’ quello che era stata la Città di Mezzo nel primo capitolo, sebbene sia più tranquilla ed amena della prima. Vediamo parecchi negozi, abitanti che passeggiano e tram che percorrono le strade. Abbiamo modo di visitare spesso questa città nel corso del gioco ed ogni volta Lazy Afternoons riesce a trasmettere quell’idea di calma e tranquillità di una giornata passata in maniera spensierata, conclusasi con una bella vista sul sole che tramonta. Siamo stati abituati però che la calma non dura molto ed ecco che quando l’ambiente si scalda ed arrivano i nostri nemici parte Sinister Sundown, che con il suo ritmo incalzante ci offre un crescendo di intensità, adatto sia per affrontare un torneo amichevole nella piazza cittadina, sia qualche Heartless che prova a rubare cuori dove non dovrebbe.

Come per il primo Kingdom Hearts è il momento di fare la conoscenza con il potente Keyblade. Non stiamo guidando Sora al momento, ma il giovane Roxas, e anche lui, come il suo predecessore, deve fare i conti con delle misteriose creature che vogliono attaccarlo. Nel mondo del sogno veniamo accompagnati dal gradito ritorno di Fragments of Sorrow, direttamente dal primo capitolo e riarrangiata in una versione più orchestrale per l’occasione. Col passaggio dai semplici Simili al boss, Aculeo Crepuscolare, ecco che anche la musica cambia e si passa a Tension Rising. Se per la prima abbiamo un incedere solenne ed incalzante che segna i nostri primi scontri in questo mondo strano e misterioso, il nome del secondo pezzo non è scelto a caso, infatti con un ritmo che aumenta di intensità man mano che la musica prosegue, il brano riesce a trasmettere al giocatore tutta la pressione e la difficoltà dello scontro e a dare quella giusta carica per uscirne vittoriosi.

Il tempo che passiamo alla guida di Roxas non è poi molto ed in poche scene abbiamo non solo modo di capire cosa stia succedendo al nostro nuovo protagonista biondo, ma ci viene anche reintrodotto il caro vecchio Sora. Se da un lato abbiamo la malinconia nello scoprire che Roxas è un Nessuno, un involucro vuoto, senza cuore e che in particolare è il Nessuno di Sora, dall’altra abbiamo la gioia di vedere di nuovo il nostro compagno di avventure dei precedenti capitoli. Tutti i sentimenti generati dalla triste condizione di Roxas, un ragazzo che voleva solo passare gli ultimi giorni di vacanza insieme ai suoi amici e invece scopre che non sarebbe mai dovuto esistere, si riflettono interamente nell’omonima Roxas, forse uno dei pezzi più struggenti composti da Yoko Shimomura. A tutto ciò che viene proposto da questo splendido brano, si contrappone magistralmente Sora, ossia il brano del nostro eroe, che trasmette gioia, speranza e meraviglia per l’avventura che verrà. Il contrasto emotivo che si crea, è forte e distruttivo allo stesso tempo. “It looks like my summer vacation is over”, e adesso preparate i fazzoletti.

Una nuova avventura di Kingdom Hearts non può dirsi tale senza viaggiare attraverso i più disparati mondi Disney. Tra questi uno di quelli con le musiche più suggestive è proprio il castello della Bestia. Finalmente abbiamo modo di visitare il mondo di un caro alleato che ci era stato solo presentato nel primo capitolo insieme alla sua principessa, ma che era già stato in grado di trasmettere tutta la sua carica narrativa, derivante dalla storia che lo contraddistingue. Le musiche di questo mondo riprendono entrambe la tematica di una delle scene fulcro del lungometraggio Disney, ossia la scena del ballo di Belle e della Bestia. Sia Waltz of the Damned per gli ambienti, che Dance of the Daring per i combattimenti riescono a trasmettere tutta l’emozione di sontuosi balli fiabeschi in un magico castello, con un piccolo pizzico di mistero a condire il tutto.

Come sappiamo i mondi Disney non sono l’unica cosa che fa grande un Kingdom Hearts, ma sono anche gli scontri con potenti e pericolosi avversari. In questo secondo capitolo di certo battaglie del genere non mancano ed ecco che quindi le musiche delle boss fight hanno l’importante compito di superarsi e di dare il meglio di loro. La prima di queste è The Encounter, che con il suo crescendo di epicità ci accompagna quando bisogna spodestare il finto re Scar insieme a Simba o debuggare il duo Sark e MCP con l’aiuto di Tron. Non può mancare il veloce ritmo di tamburi e percussioni di Vim and Vigor a trasmettere il senso di pericolo imminente per Sora e compagni come quando bisogna addomesticare il mastino infernale Cerberus insieme ad Auron o scontrarsi con l’infido capitan Barbossa insieme a (capitan) Jack Sparrow. Infine abbiamo gli scontri con i temibili Heartless accompagnati dalla più drammatica Desire for All That is Lost, mentre aiutiamo Aladdin ad affrontare il duo di lord elementali per proteggere il palazzo di Agrabah, oppure diamo una mano alla Bestia a liberare il suo castello dall’infestazione del temibile Spina Oscura, senza dimenticarci però dell’incredibile scontro finale contro Pietro con l’aiuto di Pietro (“wibbly wobbly, timey wimey stuff” direbbe il Dottore) nel mondo di Steambot Willie.

In questa avventura non sono solo gli Heartless o i cattivi Disney ad ostacolare Sora, Paperino e Pippo. La temibile Organizzazione XIII fa il suo ritorno, dopo essere stata introdotta in Chain of Memories, ora più intenta che mai a portare avanti le sue macchinazioni. I vari Nessuno che compongono l’organizzazione sono accompagnati dalla solenne Organizzation XIII che sottolinea perfettamente il dramma ed il mistero che circondano queste vacue creature. Nei tanto difficili quanto splendidi scontri contro ognuno dei membri ecco che si alternano la più veloce ed incalzante The 13th Struggle e la più minacciosa ed epica The 13th Dilemma. Entrambi i pezzi sono ormai scolpiti nella memoria dei giocatori che hanno dovuto affrontare le battaglie con questi temibili avversari più e più volte, prima di poter ottenere la vittoria.

E’ giunto il momento di attaccare l’organizzazione direttamente nel suo quartier generale. Il mondo che non esiste, casa di tutti i Nessuno, rispecchia alla perfezione la condizione dei suoi abitanti. Un mondo popolato da scuri ed impersonali grattacieli, le cui strade sono percorse da quantità enormi di Heartless. La struttura più importante ed imponente che possiamo incontrare è il bianco castello dell’organizzazione, che sorvola le strade sottostanti e da cui i nostri avversari tirano le fila delle proprie macchinazioni. L’unica luce che illumina questa città desolata e quella della luna di Kingdom Hearts, proprio quella Sacred Moon a cui si riferisce il titolo del pezzo e che ci accompagna mentre i nostri eroi si fanno strada in questo luogo a primo impatto tranquillo, ma che nasconde un qualcosa di più malvagio ed inospitale. Durante gli innumerevoli scontri con gli Heartless e i Nessuno che ci separano dalla sommità del castello, ecco che ci accompagna Deep Drive che riprende le atmosfere e le sonorità del brano precedente per poi velocizzarle e ritmarle appositamente per delle battaglie intense e più difficili del solito. Siamo al dungeon finale, non possiamo aspettarci altro se non una vera sfida.

Una volta raggiunta la sommità del castello, ecco che dobbiamo affrontare il nessuno più forte tra tutti, ossia il capo dell’organizzazione in persona, Xemnas, il quale non lesina in quanto a trucchi e ad assi nella manica. Il lungo scontro con questo avversario consta di diverse fasi, la prima delle quali è un uno contro uno tra lui e Sora in un mondo illusorio nel quale egli trasporta il ragazzo per separarlo dai compagni. Questa arena che ricorda molto la piazza con il grattacielo presente nel mondo di sotto, fa da sfondo alla battaglia, mentre come sfondo musicale abbiamo Disappeared che con i suoi cori ed il suo ritmo altalenante trasmette sia la tensione dello scontro che il senso di alienazione dato dall’illusione in cui siamo stati trasportati. Dopo questo breve combattimento iniziale, ecco che le cose si fanno serie. Non solo Xemnas prende il controllo di Kingdom Hearts, ma inizia a sfruttare tutto il suo potere contro i nostri eroi. La seconda fase della battaglia diventa una lotta surreale tra i paladini della luce e la fortezza creata dal potere di Xemnas. Qui Sora, Riku, Paperino e Pippo devono distruggere ogni meccanismo del palazzo, tra esplosioni, pezzi di grattacieli lanciati a tutta velocità e persino una nuova versione in armatura dello stesso Xemnas. Il fatto che la canzone che accompagna lo scontro si chiami A Fight to the Death non è di certo un caso e con la sua melodia epica e veloce sottolinea perfettamente questo scontro, dall’ inizio fino alla sua conclusione. Sembra tutto finito e la vittoria aggiudicata, ma ovviamente il nostro nemico ha ancora qualcosa da dire in merito e quindi ricade su Sora e Riku il compito di sconfiggere il capo dell’organizzazione una volta per tutte. Da questo punto iniziano le fasi finali dello scontro, che definire epiche è piuttosto riduttivo. Perfettamente girato sotto il profilo registico e reso con un gameplay ai limiti di quello che Kingdom Hearts II ha da offrire, il tutto sottolineato da uno dei brani migliori dell’intera saga, se non il migliore, ossia Darkness of the Unknown. La maestria di Yoko Shimomura è perfettamente racchiusa in un brano lungo ma che non annoia mai e che sa mutare perfettamente con il mutare dello scontro, rendendo ogni secondo di esso fantastico. L’ultima battaglia non sarebbe stata di certo così memorabile senza questo pezzo.

SCHEDA TECNICA Autori

Yoko Shimomura, Utada Hikaru,

Piattaforme Streaming Musica
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  • Apple Music: Non disponibile
  • Google Music: Non disponibile
Scheda Gioco
  • Nome gioco: Kingdom Hearts II
  • Data d uscita: 29 Settembre 2006
  • Piattaforme: PlayStation 3, PlayStation 4
  • Lingua doppiaggio: Inglese
  • Lingua testi: Italiano

Come per la colonna sonora del primo Kingdom Hearts sarebbe stato bello citare ogni brano singolarmente, ma per limiti di tempo e spazio è giusto concludere qui il nostro viaggio. Come al solito vi lascio con l’intera playlist del titolo (comprensiva di timestamp in descrizione al video) e vi auguro un buon ascolto.

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