Hearthstone: bufale di una storia Free to Play

Eh ma se non paghi...

Editoriale di Farow

Il vostro amichevole scrittore di quartiere ha concluso il mese di maggio raggiungendo il rank Leggenda in Hearthstone. Agli occhi dei giocatori più esperti e accaniti questo traguardo potrebbe apparire banale, ma non per il sottoscritto. Dopo più di tre anni, tra pause mensili imposte da Gwent e ritorni fideistici, finalmente sul suo monitor è comparsa la tanto agognata icona esagonale. Il numero in essa inciso non simboleggia tanto la primissima consacrazione a livello competitivo, quanto la dimostrazione a favore di una tesi: è possibile scalare le classifiche senza sborsare fiorini nilfgaardiani? La risposta è un bisbigliatissimo sì.

Sfruttare pienamente la natura gratuita di Hearthstone è cosa concreta, così come dimostrato da alcuni giocatori professionisti. Qualora però non possediate le abilità necessarie o la sfortuna non stia particolarmente dalla vostra parte, inseguire la leggenda potrebbe essere più arduo della qualificazione italiana ai mondiali del 2018. Bisogna armarsi quindi di santa pazienza e accettare, seppur ingoiando un rospo grande quanto una torta nuziale, di non poter raggiungere i suddetti traguardi nell’immediato. All’inizio sarà quantomeno necessario apprendere tutte le meccaniche di base, trascorrere del tempo osservando le partite dei giocatori più esperti e famosi, completare con diligenza le missioni giornaliere e investire il proprio oro nell’Arena (mai spendere denaro per una singola busta di carte).

La succitata modalità, tanto disprezzata da molti giocatori per la sua difficoltà e per il fattore RNG talvolta preponderante, è il terreno di prova ideale per allenarsi. Il ritmo di gioco è nettamente più lento, ogni mossa va calcolata e la scelta delle carte vi consentirà di apprenderne il vero potenziale. Accumulando un discreto numero di vittorie, il bottino andrà quindi riutilizzato per comprare una nuova partecipazione. Parallelamente, le buste garantite con ogni sfida nell’Arena vi forniranno di volta in volta il materiale necessario per comporre i vostri mazzi. Confidare inoltre in una sana botta di deretano non fa poi così male, poiché le carte leggendarie non sono tanto introvabili come narrato sul web.

Altra componente fondamentale da padroneggiare è la gestione della polvere arcana. Non disincantate mai nessuna carta – pena capitale per chi osa distruggere quelle con la gemma arancione – salvo casi di “ciofeca ingiocabile”, investite su quelle che potrebbero potenzialmente rompere il meta (prima del debutto di ogni espansione troverete numerose anteprime online) e conservatele tutte gelosamente in attesa dei famigerati nerf. Una volta apportati cambiamenti radicali al costo, all’effetto o alle statistiche di una determinata carta, disincantarla vi restituirà il suo costo in polvere totale: non male rinfoltire le proprie riserve arcane con qualcosa di ottenuto gratuitamente, no? Nel caso in cui abbiate fatto diligente economia, sarete in grado dopo non molto tempo di spendere svariate risorse in uno dei mazzi del momento e tentare l’impresa. È consigliato tenere da parte più di un deck, per affrontare quello che è uno dei metagame più variegati tra i tanti giochi di carte collezionabili. Non serve a nulla disperarsi per il limbo in cui molti utenti finiscono col ritrovarsi, vale a dire la continua serie sconfitta-vittoria che li relega a metà classifica. Prima o poi, messi insieme i grimori – a voler permutare termini da altri giochi – più performanti, non sarà impossibile indovinare una striscia positiva e arrivare al più sicuro e tranquillo rango 5.

A cosa sono dovute quindi le riserve su quel “bisbigliatissimo sì”? Dire di non aver mai sganciato nemmeno un nichelino equivarrebbe a una menzogna da parte di chi vi scrive. Di tanto in tanto in tanto quel paio di euro per l’Arena sono stati spesi e la resistenza dinanzi alla buonanima delle avventure si è dimostrata praticamente nulla. Se paragonato però a quanto richiesto da altri esponenti del genere, specialmente quelli effettivamente cartacei, l’investimento è stato tutto sommato irrisorio. Blizzard inoltre si sta dimostrando sempre più amichevole nei confronti dell’utenza, a partire dall’avvento dell’anno del Mammuth. Con l’arrivo di ogni nuova espansione vengono regalate bustine omaggio a tutti i giocatori, oltre a due carte leggendarie casuali: una data dopo il primo log in a lancio avvenuto e un’altra garantita nei primi dieci pacchetti aperti. Le avventure sono state rese gratuite, senza averne diminuito il fattore divertimento e le missioni giornaliere sono state facilitate, proponendo adesso una quantità maggiore di oro.

In conclusione, la famigerata frase: “Eh ma se vuoi diventare forte devi pagare” è quindi vera? Assolutamente no. Stando a quanto dimostrato, dedizione quotidiana – non pretendete di avere tutto e subito – e una sana dose d’oculatezza potrebbero sopperire totalmente all’esborso economico. I contenuti messi a disposizione periodicamente in via del tutto gratuita sono più che abbondanti. Nel grande calderone dei free to play, capita talvolta di incontrare elementi meritevoli (Warframe, ad esempio, è da menzionare necessariamente) che non impongono pesanti limitazioni al giocatore, anzi gli vengono incontro in svariati modi. Il lavoro svolto da Blizzard con Hearthstone è quindi lodevole, a differenza di quanto visto in altri casi: ogni riferimento alle loot box è del tutto casuale.

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