2019, terzo anno di Nintendo Switch. E come nel 2018 si ricomincia con i dubbi, le incertezze, i vuoti di comunicazione. Si ricomincia un po’ come lo scorso anno. Abbiamo poche informazioni, un Direct che stenta ad apparire anche se tanto richiesto e qualche cattiva notizia, come lo sviluppo ripartito da zero di Metroid Prime 4. Prima però di avviare la campagna di polemiche e lamentele è il caso di fare due conti e analizzare il secondo anno di questa console e valutare in via preliminare le aspettative e previsioni del 2019.
Partiamo con un bilancio di quello che è arrivato direttamente degli studi di sviluppo interni di Nintendo. Per qualcuno il 2018 di Switch è stato un anno di porting, ma non è proprio così. La bilancia tra giochi nuovi e titoli riproposti è in quasi perfetto equilibrio quantitativo. Tra le nuove IP del 2018 si trovano:
Questa lista è praticamente bilanciata nel numero dai vari Donkey Kong Country: Tropical Freeze, Hyrule Warriors, Captain Toad: Treasure Tracker e da Bayonetta 2 (third party ma esclusiva Wii U). Quello che si può imputare di certo all’azienda giapponese è che nel 2018 ha proposto una serie di titoli corollario senza proporre nessun vero must have, se si esclude Smash. Pokémon ha fatto bene ma è un remake che ha diviso l’opinione dell’utenza, il valido Mario Tennis Aces non ha fatto il botto sperato e gli altri sono titoli di contorno. E i porting sono stati troppo ravvicinati nel tempo rispetto alle loro versioni originali.
E per una line up degli studi interni buona ma che ha stentato a decollare ci sono le terze parti che non hanno fatto di certo meglio sotto il punto di vista delle novità. Se si esclude qualche discreta eccezione, abbiamo visto una lunga serie di titoli portati su Nintendo Switch dalle terze parti. Purtroppo i titoli terze parti sono arrivati quasi tutti in ritardo di mesi, o addirittura anni. Da Square Enix l’unica vera novità di peso è stato Octopath Traveler che per il suo stile peculiare non ha avuto un effetto dirompente come ci poteva aspettare. Il resto è stato tutto porting e remaster. Un apprezzamento lo si può fare ad Activision con la remaster di Diablo III, ma si tratta pur sempre di un gioco già visto più e più volte. Capcom non è stata all’altezza con un Monster Hunter Generation Ultimate arrivato in Europa dopo eoni di attesa e null’altro di consistente da segnalare.
E niente di nuovo nemmeno da Bandai Namco che ha portato tanto passato e qualche sprazzo di presente con Dark Souls Remastered, Dragon Ball FighterZ e qualche altro titolo minore, tutti però arrivati in ritardo rispetto alle altre piattaforme. Solo Ubisoft è riuscita a mantenere uno standard abbastanza accettabile passando dal DLC Mario + Rabbids Kingdom Battle: Donkey Kong Adventure di inizio anno ad uno più che valido Starlink: Battle for Atlas con relativo contenuto esclusivo dedicato a Star Fox unito ai suo evergreen come Just Dance 2019. Piacevole è stata la conferme degli sportivi FIFA 18 e NBA 2K18 che sono apparsi puntuali anche se un po’ ridimensionati rispetto alle altre piattaforme.
Per il resto c’è stata una sostanziale rincorsa al porting sfociata nell’arrivo di alcuni popolari titoli free to play come Paladins, Warframe e soprattutto Fornite. Una sequenza che ha reso più popolare la console aiutandola ad ottenere ottimi risultati di vendite superando i 32 milioni di unità immesse sul mercato, ma questi giochi di tendenza non hanno certo equiparato la line up a quella di PlayStation 4, Xbox One e PC.
C’è stata una cascata di indie che ha fatto la felicità di molti giocatori come per esempio l’eccezionale Hollow Knight, ma la realtà è che sono mancati i grandi nomi, i grandi progetti. In sintesi il 2018 è stato l’anno in cui Nintendo ha cercato di mettersi in pari con le terze parti (alcune un po’ datate) e mettere in pari anche chi Nintendo Wii U non l’aveva posseduto. Un anno di transizione che tuttavia ha lasciato che la console prendesse polvere per molti mesi, visti anche i grossi calibri (Forza Horizon 4, Spider-Man, God of War e Red Dead Redemption 2 giusto per citarne alcuni) messi in campo sulle altre piattaforme. Il saldo finale non può considerarsi pienamente positivo.
Considerando l’avvio deludente del tanto rimandato Nintendo Switch Online a pagamento, il quadro prende poi una piega meno allettante per chi segue approfonditamente il mondo dei videogiochi. Nel passaggio dai servizi gratuiti a quelli a pagamento ci sono state pochissime novità, per non dire nessuna. La carrellata di giochi per NES resi disponibili sono ben poca cosa considerato che non ci sono stati aggiornamenti evidenti né all’infrastruttura né all’applicazione per mobile (che ci aspettavamo molto più incisiva). Poca roba davvero. Si attendono aggiornamenti futuri molto più influenti, che comunque difficilmente si vedranno quest’anno e che potrebbero addirittura sfociare in futuro in una inversione di rotta e la scelta di inserire chat vocale e testuale direttamente nei giochi.
I dati di vendita di quest’anno hanno comunque premiato l’azienda e la piattaforma con Smash padrone incontrastato con oltre 12 milioni di copie vendute. Ma non basta un solo titolo di punta a portare avanti il 2019 di questa console. Occorre confermare le promesse fatte nel 2018 e 2017, e le premesse iniziali non sono ottime. Il progetto di Metroid Prime 4 è ufficialmente ripartito da zero (con relativo video di scuse), il titolo per mobile Mario Kart Tour è stato rinviato, sono arrivati New Super Mario Bros. U Deluxe da Wii U (ancora), Tales of Vesperia: Definitive Edition dal passato e il nuovo Travis Strikes Again: No More Heroes dalla mente folle di Suda 51, unico vero volto nuovo di questo inizio di 2019. E questo non può che fare a botte con le proiezioni che nel corso degli ultimi due E3 erano state paventate. Ci troviamo qui ad attendere speranzosi un Nintendo Direct che non parli solo di indie. Vogliamo essere messi in difficoltà sulla scelta dei titoli sui quali investire i nostri soldi.
Il 2019 di Nintendo Switch è quini vuoto? Non proprio, almeno nei proclami. Cercando di fare un po’ di conti c’è una discreta lista dei videogiochi confermati (a meno di rinvii) che entreranno nella libreria di Nintendo Switch e non si può fare a meno di constatare che il fattore remaster è fin troppo presente.
L’unico titolo davvero di peso confermato nei prossimi mesi è quindi il solo Yoshi’s Crafted World seguito da una serie di buone integrazioni ma niente di davvero eclatante. La percezione che si può avere è un 2018 bis, ma le proiezioni parlano di tutt’altro. C’è infatti una lunga lista di titoli pronti ai box per trovare la propria posizione sulla griglia di partenza del 2019.
Se queste previsioni dovessero essere rispettate, questa possibile line up cambierebbe completamente le stime di questo 2019. L’unico neo di questa lista di coming soon è rappresentato da Final Fantasy VII che non sarà il remake in sviluppo ma una semplice remaster. Non una bella immagine per Nintendo che rischia di perdersi i grandi remake come già successo con Resident Evil 2. Tra le possibili consiglio di tenere sotto controllo Town (titolo provvisorio), un vera e propria nuova IP di Game Freak che potrebbe essere la grande sorpresa di quest’anno.
Stando ad alcune indiscrezioni apparse di recente in rete a questi possibili titoli dovrebbero aggiungersi altri undici titoli non ancora annunciati, tra i quali un paio di porting da Wii U (Super Mario 3D World e Super Mario Maker?), un nuovo Kit per Nintendo Labo, un progetto segreto di Retro Studios e la remaster di Metroid Prime Trilogy. Congetture e poche certezze direttamente dalla controversa Emily Rogers, ma che hanno proprio un buon profumo. Escludendo questa voci, tra i titoli ancora senza data di pubblicazione certa ci sono Inazuma Eleven Ares, atteso nel 2019 in Giappone ma silente da tempo, Bayonetta 3, Pikmin 4, Doom Eternal, Shin Megami Tensei V, Yo-kai Watch 4 e Metroid Prime 4, che vedremo tra almeno due o tre anni. Questa lista di grossi calibri dovrà potenzialmente attendere prima di vedere la luce. Niente 2019 per loro a meno di sorprese.
Un’ultima considerazione va fatta sulle voci su una Nintendo Switch Mini che, abbinata all’oramai certa fine del ciclo vitale di 3DS, potrebbe essere un ottima opportunità per ricaricare le vendite. Console solo portatile (senza dock quindi) e forse più piccola è l’ipotesi più probabile e che potrebbe diventare una versione “low budget” destinata ai giocatori più piccoli. A chi chiedeva una versione più potente di Switch, consiglio di non sperare troppo perché sarebbe un mezzo harakiri.
Meglio avere una versione economica da regalare a un bambino piuttosto che trovarsi davanti alla necessità di ricomprare Nintendo Switch per poter giocare con qualche gioco più esigente in termini di performance, come accaduto in maniera ridotta con il New Nintendo 3DS. Adesso è giusto attendere due o tre Nintendo Direct, che sicuramente vedremo nei prossimi mesi, che ci traghettino con qualche certezza in più fino all’estate o almeno all’E3 2019. Nintendo deve esprimersi, mostrare i muscoli, farci emozionare. Non si può attendere oltre.